Introduzione: In letteratura si riscontra un maggiore capacità rigenerativa (Restorativeness) degli ambienti naturali rispetto a quelli costruiti. Nasar e Terzano (2009) hanno rilevato una preferenza per gli skyline urbani notturni pari a quella degli ambienti naturali diurni, su costrutti chiave nella valutazione emotiva degli ambienti: Livability (la piacevolezza che suscita comportamenti come quello di andare, fermarsi, incontrare gente in un luogo) e Liveliness (una dimensione legata all’eccitazione) e Restorativeness (una dimensione legata all rilassamento e alla calma). Lo studio qui presentato vuole replicare tali risultati, con un insieme più controllato di immagini. Metodo: 23 partecipanti tra i 19 e i 52 anni hanno valutato 32 immagini su tre scale: Restorativeness (5 item), Livability (4 item), Liveliness (3 item). Le immagini sono state scelte considerando due fattori, ciascuno a due livelli: Ambiente (naturale o costruito), Luce (diurna o notturna). Gli ambienti costruiti erano skyline urbani, e gli stessi ambienti erano ripresi di giorno e di notte. Risultati: Un’ANOVA sulle immagini, considerando le tre scale come fattore entro i gruppi, e ambiente e luce come fattori tra i gruppi, ha evidenziato che gli ambienti naturali sono valutati come più restorative di giorno che di notte, situazione in cui sono valutati meno restorative degli skyline urbani notturni. La differenza tra ambienti naturali e skyline urbani, se valutata di giorno, è molto elevata. Per le altre due scale si accentuano le differenze tra natura e skyline urbano se valutati di notte, mentre si attenuano quelle delle stesse immagini, se valutate di giorno. Conclusioni: Lo studio contribuisce a colmare una lacuna relativa alla valutazione della restarativeness anche in situazioni notturne, confrontando ambienti naturali, che risultano decisamente poco restorative, e skyline urbani, per i quali, al contrario, il livello di restorativeness risulta più elevato.
È più restorative un ambiente naturale o costruito? Uno studio sugli skyline urbani notturni
Paolillo, Anna;PASINI, Margherita;BURRO, Roberto;
2012-01-01
Abstract
Introduzione: In letteratura si riscontra un maggiore capacità rigenerativa (Restorativeness) degli ambienti naturali rispetto a quelli costruiti. Nasar e Terzano (2009) hanno rilevato una preferenza per gli skyline urbani notturni pari a quella degli ambienti naturali diurni, su costrutti chiave nella valutazione emotiva degli ambienti: Livability (la piacevolezza che suscita comportamenti come quello di andare, fermarsi, incontrare gente in un luogo) e Liveliness (una dimensione legata all’eccitazione) e Restorativeness (una dimensione legata all rilassamento e alla calma). Lo studio qui presentato vuole replicare tali risultati, con un insieme più controllato di immagini. Metodo: 23 partecipanti tra i 19 e i 52 anni hanno valutato 32 immagini su tre scale: Restorativeness (5 item), Livability (4 item), Liveliness (3 item). Le immagini sono state scelte considerando due fattori, ciascuno a due livelli: Ambiente (naturale o costruito), Luce (diurna o notturna). Gli ambienti costruiti erano skyline urbani, e gli stessi ambienti erano ripresi di giorno e di notte. Risultati: Un’ANOVA sulle immagini, considerando le tre scale come fattore entro i gruppi, e ambiente e luce come fattori tra i gruppi, ha evidenziato che gli ambienti naturali sono valutati come più restorative di giorno che di notte, situazione in cui sono valutati meno restorative degli skyline urbani notturni. La differenza tra ambienti naturali e skyline urbani, se valutata di giorno, è molto elevata. Per le altre due scale si accentuano le differenze tra natura e skyline urbano se valutati di notte, mentre si attenuano quelle delle stesse immagini, se valutate di giorno. Conclusioni: Lo studio contribuisce a colmare una lacuna relativa alla valutazione della restarativeness anche in situazioni notturne, confrontando ambienti naturali, che risultano decisamente poco restorative, e skyline urbani, per i quali, al contrario, il livello di restorativeness risulta più elevato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.