INTRODUZIONE: Le bronchioliti rappresentano la patologia respiratoria più frequentemente oggetto di ospedalizzazione tra i bambini nel primo anno di vita nei paesi industrializzati, caratterizzate da un picco di incidenza nei mesi invernali e che nel corso degli ultimi anni hanno evidenziato tassi di ricovero tendenzialmente in aumento. In considerazione del fatto che in letteratura è riportato come uno degli agenti causali maggiormente implicato sia il virus respiratorio sinciziale (RSV), nel dimensionare il fenomeno, descrivendone l’andamento temporale in ambito regionale, è stata condotta un’analisi retrospettiva, indagando i casi incidenti di ricovero ospedaliero per bronchiolite e in particolare quelle sostenute da RSV. MATERIALI E METODI: Avvalendosi dell’archivio regionale delle schede di dimissione ospedaliera è stato condotto uno studio retrospettivo includendo nel campione tutte le dimissioni dei cittadini veneti al di sotto dell’anno di età, su scala nazionale, nel quinquennio 2008-2012, rappresentando i risultati in termini di tasso di ospedalizzazione (TO) per 1.000 residenti. Le dimissioni sono state identificate attraverso gli specifici codici diagnosi ICD9-CM 466.11 “Bronchiolite acuta da virus respiratorio sinciziale (RSV)” e 466.19 “Bronchiolite acuta da altri agenti infettivi”. RISULTATI: Nel corso del quinquennio oggetto dell’analisi, a fronte di un totale di 5.858 dimissioni con diagnosi di bronchiolite, si è assistito a 5.110 dimissioni relative a soggetti di età inferiore all’anno, in riferimento ai quali si è evidenziato un TO pari a 23,4, più elevato nel sesso maschile (26 Vs. 20,7; OR: 1,26; IC95%: 1,19-1,33; p<0,05), il 28% delle quali sostenute da RSV (TO: 6,5), anch’esse più elevate nel sesso maschile (6,9 Vs. 5,9; OR: 1,17; IC95%:1,05-1,30; p<0,05). La DM era pari a 5,15±5,72 gg., più elevata nelle RSV (6,2 Vs. 4,7; p<0,05), in occasione delle quali è risultato maggiore anche il ricorso alla terapia intensiva (OR: 4,47; IC95%: 3,12-6,42; p<0,05), complessivamente pari a 2,8% (n. 142). Oltre alla contenuta letalità (n. 3 casi 0,06%), confermate inoltre sia la stagionalità delle ospedalizzazioni che il maggior interessamento dei soggetti nei primi 3 mesi di vita, con il picco di incidenza tra i 2 e i 3 mesi di vita; dall’analisi emerge tuttavia una forte variabilità nell’andamento temporale sia del TO (range 18-27,6) che della percentuale di bronchioliti sostenute da RSV (18%-36%). La stratificazione del campione in base alla cittadinanza ha evidenziato come la non appartenenza all’Unione Europea costituisse un fattore di rischio sia complessivamente (OR: 1,71; IC95%: 1,60-1,82; p<0,05) che per quelle sostenute da RSV (OR: 1,48; IC95%: 1,30-1,68; p<0,05), senza differenze significative tra cittadini italiani e di altri stati membri dell’Unione Europea; assolutamente priva di significatività invece la condizione di non residente in Italia. CONCLUSIONI: L’analisi, oltre a confermare il noto quadro epidemiologico, pur caratterizzato da una certa variabilità dal punto di vista dell’andamento temporale, evidenzia come, oltre a fattori clinici non direttamente desumibili da dati amministrativi, le caratteristiche socio demografiche rappresentino un indicatore di rischio meritevole di approfondimento. A tal proposito alcuni studi hanno sottolineato la necessità di interventi preventivi su alcuni fattori comportamentali modificabili nell’assistenza al bambino con noti fattori di rischio in occasione dei periodi epidemici, con altri che tuttavia auspicano l’adozione di strategie preventive indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio.
LE OSPEDALIZZAZIONI PER BRONCHIOLITE NEL PRIMO ANNO DI VITA NELLA REGIONE VENETO
TARDIVO, Stefano;
2014-01-01
Abstract
INTRODUZIONE: Le bronchioliti rappresentano la patologia respiratoria più frequentemente oggetto di ospedalizzazione tra i bambini nel primo anno di vita nei paesi industrializzati, caratterizzate da un picco di incidenza nei mesi invernali e che nel corso degli ultimi anni hanno evidenziato tassi di ricovero tendenzialmente in aumento. In considerazione del fatto che in letteratura è riportato come uno degli agenti causali maggiormente implicato sia il virus respiratorio sinciziale (RSV), nel dimensionare il fenomeno, descrivendone l’andamento temporale in ambito regionale, è stata condotta un’analisi retrospettiva, indagando i casi incidenti di ricovero ospedaliero per bronchiolite e in particolare quelle sostenute da RSV. MATERIALI E METODI: Avvalendosi dell’archivio regionale delle schede di dimissione ospedaliera è stato condotto uno studio retrospettivo includendo nel campione tutte le dimissioni dei cittadini veneti al di sotto dell’anno di età, su scala nazionale, nel quinquennio 2008-2012, rappresentando i risultati in termini di tasso di ospedalizzazione (TO) per 1.000 residenti. Le dimissioni sono state identificate attraverso gli specifici codici diagnosi ICD9-CM 466.11 “Bronchiolite acuta da virus respiratorio sinciziale (RSV)” e 466.19 “Bronchiolite acuta da altri agenti infettivi”. RISULTATI: Nel corso del quinquennio oggetto dell’analisi, a fronte di un totale di 5.858 dimissioni con diagnosi di bronchiolite, si è assistito a 5.110 dimissioni relative a soggetti di età inferiore all’anno, in riferimento ai quali si è evidenziato un TO pari a 23,4, più elevato nel sesso maschile (26 Vs. 20,7; OR: 1,26; IC95%: 1,19-1,33; p<0,05), il 28% delle quali sostenute da RSV (TO: 6,5), anch’esse più elevate nel sesso maschile (6,9 Vs. 5,9; OR: 1,17; IC95%:1,05-1,30; p<0,05). La DM era pari a 5,15±5,72 gg., più elevata nelle RSV (6,2 Vs. 4,7; p<0,05), in occasione delle quali è risultato maggiore anche il ricorso alla terapia intensiva (OR: 4,47; IC95%: 3,12-6,42; p<0,05), complessivamente pari a 2,8% (n. 142). Oltre alla contenuta letalità (n. 3 casi 0,06%), confermate inoltre sia la stagionalità delle ospedalizzazioni che il maggior interessamento dei soggetti nei primi 3 mesi di vita, con il picco di incidenza tra i 2 e i 3 mesi di vita; dall’analisi emerge tuttavia una forte variabilità nell’andamento temporale sia del TO (range 18-27,6) che della percentuale di bronchioliti sostenute da RSV (18%-36%). La stratificazione del campione in base alla cittadinanza ha evidenziato come la non appartenenza all’Unione Europea costituisse un fattore di rischio sia complessivamente (OR: 1,71; IC95%: 1,60-1,82; p<0,05) che per quelle sostenute da RSV (OR: 1,48; IC95%: 1,30-1,68; p<0,05), senza differenze significative tra cittadini italiani e di altri stati membri dell’Unione Europea; assolutamente priva di significatività invece la condizione di non residente in Italia. CONCLUSIONI: L’analisi, oltre a confermare il noto quadro epidemiologico, pur caratterizzato da una certa variabilità dal punto di vista dell’andamento temporale, evidenzia come, oltre a fattori clinici non direttamente desumibili da dati amministrativi, le caratteristiche socio demografiche rappresentino un indicatore di rischio meritevole di approfondimento. A tal proposito alcuni studi hanno sottolineato la necessità di interventi preventivi su alcuni fattori comportamentali modificabili nell’assistenza al bambino con noti fattori di rischio in occasione dei periodi epidemici, con altri che tuttavia auspicano l’adozione di strategie preventive indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.