INTRODUZIONE: La percezione del rischio del viaggiatore diretto verso paesi tropicali o subtropicali è in continuo cambiamento, influenzata da numerosi fattori quali informazioni dei mass-media, fattori sociali, politici, economici e non ultimo dall'esperienza stessa del viaggiatore e dei suoi conoscenti. E' quindi di primaria importanza valutare e comprendere come si modifichi la percezione del rischio del viaggiatore prima e dopo il viaggio poiché questo può influire sul grado di esposizione al rischio stesso nel presente o in successivi viaggi. Il presente studio si pone l’obiettivo di valutare la percezione del rischio nel viaggiatore relativamente a patologie ed eventi avversi in riferimento alla destinazione. Questo potrebbe permettere l’acquisizione di informazioni per poter adeguare il counseling pre viaggio in base alla diversa percezione del soggetto correlata al reale rischio stimato dalla letteratura internazionale. E’ stato possibile inoltre individuare anche alcuni sottogruppi di popolazione più sensibili a sotto o sovrastimare eventuali rischi. Infine la valutazione della percezione al ritorno del viaggio ha permesso di comprendere come il viaggio stesso possa influire sulla percezione del rischio. MATERIALI E METODI: E’ stata elaborata una scheda di valutazione del rischio percepito in cui il viaggiatore esprime una propria valutazione, mediante la scala di Likert con valori da 1 (poco probabile) a 7 (quasi certo), relativamente al rischio percepito. Le diverse problematiche mediche oggetto di indagine sono state: i disturbi gastro intestinali, le punture d’insetti, la malaria, gli incidenti stradali, le malattie sessualmente trasmissibili, la rabbia, gli attacchi terroristici, gli effetti collaterali dei vaccini ed il rischio complessivo. Tale scheda è stata consegnata a partire dal 1° marzo 2013 ai soggetti con più di 16 anni afferenti all’Ambulatorio di Medicina dei Viaggi del Centro per le Malattie Tropicali dell’Ospedale “Sacro Cuore - Don Calabria” di Negrar in provincia di Verona, all’Ambulatorio di Medicina dei Viaggi del Dipartimento di prevenzione dell’ULSS 20 di Verona e all’Ambulatorio di Medicina dei Viaggia del Dipartimento di prevenzione dell’ASL 2 di Lucca. Lo stesso questionario è stato somministrato al ritorno dal viaggio tramite intervista telefonica. RISULTATI: I dati preliminari sono stati ottenuti su una popolazione di 861 individui (466 maschi,395 femmine) con età media di 40 anni (DS 14). Il 40,2% del campione possiede un diploma o titolo di studio più elevato. I tre motivi principali del viaggio sono risultati: il turismo (64,1%), il volontariato (17,9%) e il lavoro (14,9%). La durata media del viaggio è stata di 41 giorni. Africa (66,9%), Asia (21,2%) e centro-sud America (11,9%) sono state le destinazioni più frequenti. Il rischio percepito complessivo ha ottenuto uno score medio di 3,21 nel pre viaggio e 2,7 nel post viaggio (Fig. 1). Nello specifico i punteggi sono stati maggiori nei rischi percepiti per punture d’insetto (score 4,58 pre e 3,1 post) e problematiche gastrointestinali (4,38 pre e 3,31 post), seguiti da malaria (3,1 pre e1,9 post), incidenti (2,65 pre e 2,98 post), effetti collaterali dei vaccini (2,5 pre e 1,6 post), attacchi terroristici (1,9 pre e 1,6 post), rabbia (1,8 pre e 1,7 post) e malattie sessualmente trasmesse (1,58 pre e 1,58 post). Sono stati inoltre evidenziati i diversi valori dei rischi in correlazione con i diversi continenti. CONCLUSIONI: I nostri risultati evidenziano che i viaggiatori sono mediamente consapevoli di come il viaggio in paesi tropicali rappresenti un rischio di eventi avversi più elevato rispetto a mete più tradizionali quali l’Europa o l’America del Nord. Tuttavia permangono ancora importanti sottostime come le malattie sessualmente trasmissibili e la rabbia. La percezione del rischio diminuisce in tutti gli ambiti al ritorno dal viaggio ad eccezione della voce “Incidenti” che invece aumenta rispetto al pre viaggio. Relativamente alla malaria la percezione del rischio non è mai elevata (Fig.2) e diminuisce sensibilmente al ritorno dal viaggio. In conclusione è necessario personalizzare ogni counseling per mirarlo specificatamente sulle erronee percezioni di ogni singolo soggetto al fine di migliorarne la sicurezza durante il soggiorno all’esterno.

LA PERCEZIONE DEL RISCHIO NEI VIAGGIATORI: STUDIO PRELIMINARE PRESSO TRE CENTRI DI MEDICINA DEI VIAGGIATORI

FERRARI, SARA;Marchiori, Francesco;Migliorini, Mariasole;TOGNON, FRANCESCA;Berti, Damiano;TARDIVO, Stefano;MAJORI, Silvia
2014-01-01

Abstract

INTRODUZIONE: La percezione del rischio del viaggiatore diretto verso paesi tropicali o subtropicali è in continuo cambiamento, influenzata da numerosi fattori quali informazioni dei mass-media, fattori sociali, politici, economici e non ultimo dall'esperienza stessa del viaggiatore e dei suoi conoscenti. E' quindi di primaria importanza valutare e comprendere come si modifichi la percezione del rischio del viaggiatore prima e dopo il viaggio poiché questo può influire sul grado di esposizione al rischio stesso nel presente o in successivi viaggi. Il presente studio si pone l’obiettivo di valutare la percezione del rischio nel viaggiatore relativamente a patologie ed eventi avversi in riferimento alla destinazione. Questo potrebbe permettere l’acquisizione di informazioni per poter adeguare il counseling pre viaggio in base alla diversa percezione del soggetto correlata al reale rischio stimato dalla letteratura internazionale. E’ stato possibile inoltre individuare anche alcuni sottogruppi di popolazione più sensibili a sotto o sovrastimare eventuali rischi. Infine la valutazione della percezione al ritorno del viaggio ha permesso di comprendere come il viaggio stesso possa influire sulla percezione del rischio. MATERIALI E METODI: E’ stata elaborata una scheda di valutazione del rischio percepito in cui il viaggiatore esprime una propria valutazione, mediante la scala di Likert con valori da 1 (poco probabile) a 7 (quasi certo), relativamente al rischio percepito. Le diverse problematiche mediche oggetto di indagine sono state: i disturbi gastro intestinali, le punture d’insetti, la malaria, gli incidenti stradali, le malattie sessualmente trasmissibili, la rabbia, gli attacchi terroristici, gli effetti collaterali dei vaccini ed il rischio complessivo. Tale scheda è stata consegnata a partire dal 1° marzo 2013 ai soggetti con più di 16 anni afferenti all’Ambulatorio di Medicina dei Viaggi del Centro per le Malattie Tropicali dell’Ospedale “Sacro Cuore - Don Calabria” di Negrar in provincia di Verona, all’Ambulatorio di Medicina dei Viaggi del Dipartimento di prevenzione dell’ULSS 20 di Verona e all’Ambulatorio di Medicina dei Viaggia del Dipartimento di prevenzione dell’ASL 2 di Lucca. Lo stesso questionario è stato somministrato al ritorno dal viaggio tramite intervista telefonica. RISULTATI: I dati preliminari sono stati ottenuti su una popolazione di 861 individui (466 maschi,395 femmine) con età media di 40 anni (DS 14). Il 40,2% del campione possiede un diploma o titolo di studio più elevato. I tre motivi principali del viaggio sono risultati: il turismo (64,1%), il volontariato (17,9%) e il lavoro (14,9%). La durata media del viaggio è stata di 41 giorni. Africa (66,9%), Asia (21,2%) e centro-sud America (11,9%) sono state le destinazioni più frequenti. Il rischio percepito complessivo ha ottenuto uno score medio di 3,21 nel pre viaggio e 2,7 nel post viaggio (Fig. 1). Nello specifico i punteggi sono stati maggiori nei rischi percepiti per punture d’insetto (score 4,58 pre e 3,1 post) e problematiche gastrointestinali (4,38 pre e 3,31 post), seguiti da malaria (3,1 pre e1,9 post), incidenti (2,65 pre e 2,98 post), effetti collaterali dei vaccini (2,5 pre e 1,6 post), attacchi terroristici (1,9 pre e 1,6 post), rabbia (1,8 pre e 1,7 post) e malattie sessualmente trasmesse (1,58 pre e 1,58 post). Sono stati inoltre evidenziati i diversi valori dei rischi in correlazione con i diversi continenti. CONCLUSIONI: I nostri risultati evidenziano che i viaggiatori sono mediamente consapevoli di come il viaggio in paesi tropicali rappresenti un rischio di eventi avversi più elevato rispetto a mete più tradizionali quali l’Europa o l’America del Nord. Tuttavia permangono ancora importanti sottostime come le malattie sessualmente trasmissibili e la rabbia. La percezione del rischio diminuisce in tutti gli ambiti al ritorno dal viaggio ad eccezione della voce “Incidenti” che invece aumenta rispetto al pre viaggio. Relativamente alla malaria la percezione del rischio non è mai elevata (Fig.2) e diminuisce sensibilmente al ritorno dal viaggio. In conclusione è necessario personalizzare ogni counseling per mirarlo specificatamente sulle erronee percezioni di ogni singolo soggetto al fine di migliorarne la sicurezza durante il soggiorno all’esterno.
2014
percezione rischio; viaggiatori; paesi in via di sviluppo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/871383
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