Introduzione. Il presente lavoro si è proposto di identificare differenze nei racconti di eventi fisici con valenza emotiva negativa – farsi male (FM) e andare al pronto soccorso (PS) – direttamente esperiti rispetto a solo immaginati, nei termini del lessico psicologico usato dai bambini. Da un lato, di recente ha assunto particolare rilevanza lo studio della capacità di introdurre nei propri racconti stati mentali, anche di tipo emotivo, identificando differenze legate a età, genere, valenza emotiva degli eventi narrati (Camaioni, Longobardi, e Bellagamba, 1998; Fivush, Hazzard, McDermott Sales, Sarfati, e Brown, 2003; Raccanello e Gobbo, 2007). L’analisi di tale lessico in relazione a eventi emotivi con diversa valenza ha permesso di ampliare le attuali conoscenze su una delle componenti della competenza emotiva, vale a dire la capacità di usare il proprio vocabolario per descrivere le emozioni e gli eventi ad esse associati (Saarni, 1999). Dall’altro, è poco noto il ruolo giocato dalla fonte di conoscenza dell’evento narrato, nonostante si sappia che confondere fonti d’informazione porti alla creazione di false memorie a tutte le età, più marcatamente nei bambini (Roberts, 2000). A fronte della rilevanza applicativa della conoscenza delle differenze nell’elaborazione di informazioni con diversa fonte – ad esempio nell’ambito della testimonianza – si è indagato se il lessico psicologico possa essere un indicatore per distinguere racconti di eventi negativi realmente esperiti e inventati. Inoltre, ciò si rivela utile per quei professionisti per cui conoscere come i bambini narrano eventi emotivi negativi, potenzialmente traumatici, può contribuire ad aiutarli a gestire emozioni negative e angoscianti – ulteriore componente della competenza emotiva (Saarni, 1999) – e migliorarne il benessere. Si è ipotizzato che il lessico psicologico che caratterizza un evento quale andare al PS sia più ricco per chi ha vissuto tale esperienza (esperienza diretta) rispetto a chi la immagina senza esperirla (esperienza immaginata), con un aumento al crescere dell’età. Si sono esplorate differenze legate alla parte strutturale in cui è inserito il lessico, all’attribuzione dello stesso al protagonista del racconto – ipotizzata come prevalente – rispetto ad altri e alla tipologia di stati mentali, tenendo conto del genere. Per controllare l’influenza delle abilità narrative, i bambini hanno narrato un ulteriore evento negativo fisico esperito da tutti. Metodo. I partecipanti erano 145 bambini di 5, 7, 9 e 11 anni, che hanno narrato 2 eventi fisici negativi, elicitati dalle etichette FM e andare al PS, e FM. A coloro che non hanno avuto esperienza dell’evento PS è stato chiesto di immaginarlo. Per motivi etici, i bambini hanno narrato un evento positivo. I racconti sono stati audio-registrati e trascritti. Per ognuno, sono stati identificati i termini relativi al lessico psicologico, distinti in base (a) alla parte strutturale in cui erano inseriti (cause, descrizione, cure immediate, conseguenze); (b) all’attribuzione al protagonista o ad altri; (c) alla tipologia (stati percettivi e fisiologici, emotivi positivi, emotivi negativi, volitivi, di abilità, cognitivi, di giudizio morale, comunicativi). L’accordo medio con un secondo giudice che ha codificato il 30% dei protocolli è stato del 92%. Risultati. Separatamente per i 2 eventi, sono state condotte 4 ANOVA a misure ripetute, con 3 fattori tra i soggetti (età, genere, esperienza) e 1 fattore entro i soggetti (parte strutturale, attribuzione) sul numero di stati mentali (a) presenti nelle 4 parti strutturali, (b) attribuiti al protagonista e ad altri, e 8 ANOVA con 3 fattori tra i soggetti sul numero di stati mentali (c) di diversa tipologia. Nell’evento PS gli stati mentali introdotti – maggiori per i bambini più grandi (età: F(3, 129)=2.867, p=.039, η2=.06) – dipendevano dal tipo di esperienza (F(1, 129)=7.306, p=.008, η2=.05): dall’interazione significativa tra tale fattore e il tipo di parte strutturale (F(3, 129)=2.942, p=.033, η2=.02) è risultato che gli stati erano più numerosi nell’esperienza diretta rispetto a immaginata per cause, cure immediate e conseguenze. Per l’attribuzione e il tipo di stati mentali non sono invece emerse differenze legate all’esperienza; si è evidenziata comunque una prevalenza di stati mentali attribuiti al protagonista dell’evento, come atteso (FM: F(1, 129)=67.145, p<.001, η2=.34; PS: F(1, 129)=26.448, p<.001, η2=.17). Complessivamente, il presente lavoro, pur sollecitando approfondimenti futuri, ha permesso di rilevare come il lessico psicologico sia legato al tipo di fonte in base a cui sono narrati eventi personali negativi di tipo fisico. Tale dato costituisce un valido spunto per studi futuri tesi ad individuare caratteristiche distintive di racconti di eventi reali piuttosto che inventati, con possibili applicazioni nella psicologia forense in ambito evolutivo, in cui riveste un ruolo primario la narrazione di eventi traumatici.
Lessico psicologico in racconti di eventi fisici con valenza emotiva negativa reali e immaginati
RACCANELLO, Daniela;
2010-01-01
Abstract
Introduzione. Il presente lavoro si è proposto di identificare differenze nei racconti di eventi fisici con valenza emotiva negativa – farsi male (FM) e andare al pronto soccorso (PS) – direttamente esperiti rispetto a solo immaginati, nei termini del lessico psicologico usato dai bambini. Da un lato, di recente ha assunto particolare rilevanza lo studio della capacità di introdurre nei propri racconti stati mentali, anche di tipo emotivo, identificando differenze legate a età, genere, valenza emotiva degli eventi narrati (Camaioni, Longobardi, e Bellagamba, 1998; Fivush, Hazzard, McDermott Sales, Sarfati, e Brown, 2003; Raccanello e Gobbo, 2007). L’analisi di tale lessico in relazione a eventi emotivi con diversa valenza ha permesso di ampliare le attuali conoscenze su una delle componenti della competenza emotiva, vale a dire la capacità di usare il proprio vocabolario per descrivere le emozioni e gli eventi ad esse associati (Saarni, 1999). Dall’altro, è poco noto il ruolo giocato dalla fonte di conoscenza dell’evento narrato, nonostante si sappia che confondere fonti d’informazione porti alla creazione di false memorie a tutte le età, più marcatamente nei bambini (Roberts, 2000). A fronte della rilevanza applicativa della conoscenza delle differenze nell’elaborazione di informazioni con diversa fonte – ad esempio nell’ambito della testimonianza – si è indagato se il lessico psicologico possa essere un indicatore per distinguere racconti di eventi negativi realmente esperiti e inventati. Inoltre, ciò si rivela utile per quei professionisti per cui conoscere come i bambini narrano eventi emotivi negativi, potenzialmente traumatici, può contribuire ad aiutarli a gestire emozioni negative e angoscianti – ulteriore componente della competenza emotiva (Saarni, 1999) – e migliorarne il benessere. Si è ipotizzato che il lessico psicologico che caratterizza un evento quale andare al PS sia più ricco per chi ha vissuto tale esperienza (esperienza diretta) rispetto a chi la immagina senza esperirla (esperienza immaginata), con un aumento al crescere dell’età. Si sono esplorate differenze legate alla parte strutturale in cui è inserito il lessico, all’attribuzione dello stesso al protagonista del racconto – ipotizzata come prevalente – rispetto ad altri e alla tipologia di stati mentali, tenendo conto del genere. Per controllare l’influenza delle abilità narrative, i bambini hanno narrato un ulteriore evento negativo fisico esperito da tutti. Metodo. I partecipanti erano 145 bambini di 5, 7, 9 e 11 anni, che hanno narrato 2 eventi fisici negativi, elicitati dalle etichette FM e andare al PS, e FM. A coloro che non hanno avuto esperienza dell’evento PS è stato chiesto di immaginarlo. Per motivi etici, i bambini hanno narrato un evento positivo. I racconti sono stati audio-registrati e trascritti. Per ognuno, sono stati identificati i termini relativi al lessico psicologico, distinti in base (a) alla parte strutturale in cui erano inseriti (cause, descrizione, cure immediate, conseguenze); (b) all’attribuzione al protagonista o ad altri; (c) alla tipologia (stati percettivi e fisiologici, emotivi positivi, emotivi negativi, volitivi, di abilità, cognitivi, di giudizio morale, comunicativi). L’accordo medio con un secondo giudice che ha codificato il 30% dei protocolli è stato del 92%. Risultati. Separatamente per i 2 eventi, sono state condotte 4 ANOVA a misure ripetute, con 3 fattori tra i soggetti (età, genere, esperienza) e 1 fattore entro i soggetti (parte strutturale, attribuzione) sul numero di stati mentali (a) presenti nelle 4 parti strutturali, (b) attribuiti al protagonista e ad altri, e 8 ANOVA con 3 fattori tra i soggetti sul numero di stati mentali (c) di diversa tipologia. Nell’evento PS gli stati mentali introdotti – maggiori per i bambini più grandi (età: F(3, 129)=2.867, p=.039, η2=.06) – dipendevano dal tipo di esperienza (F(1, 129)=7.306, p=.008, η2=.05): dall’interazione significativa tra tale fattore e il tipo di parte strutturale (F(3, 129)=2.942, p=.033, η2=.02) è risultato che gli stati erano più numerosi nell’esperienza diretta rispetto a immaginata per cause, cure immediate e conseguenze. Per l’attribuzione e il tipo di stati mentali non sono invece emerse differenze legate all’esperienza; si è evidenziata comunque una prevalenza di stati mentali attribuiti al protagonista dell’evento, come atteso (FM: F(1, 129)=67.145, p<.001, η2=.34; PS: F(1, 129)=26.448, p<.001, η2=.17). Complessivamente, il presente lavoro, pur sollecitando approfondimenti futuri, ha permesso di rilevare come il lessico psicologico sia legato al tipo di fonte in base a cui sono narrati eventi personali negativi di tipo fisico. Tale dato costituisce un valido spunto per studi futuri tesi ad individuare caratteristiche distintive di racconti di eventi reali piuttosto che inventati, con possibili applicazioni nella psicologia forense in ambito evolutivo, in cui riveste un ruolo primario la narrazione di eventi traumatici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.