Introduzione. Negli ultimi tre decenni c’è stato un fiorente sviluppo di ricerche relative sia alla concezione che al ricordo di malattie e di incidenti nei bambini (Bibace, Wiehe, & Leeman, 2001; Burgwyn-Bailes, Baker-Ward, Gordon, & Ornstein, 2001). Gli interessi principali in tali ricerche sono stati da una parte la valutazione delle capacità di ricordo e di suggestionabilità nei bambini, mirando ad applicazioni nel campo della testimonianza in ambito giuridico; dall’altra, la potenziale utilità della conoscenza delle concezioni dei bambini per poter fornire loro trattamenti e supporti più adeguati in campo medico. La maggior parte degli studi, però, si è focalizzata sullo studio di eventi fisici negativi di uno stesso tipo, quali appunto malattie o incidenti, trascurando l’importanza di poter confrontare le modalità con cui il bambino conosce, reagisce e ricorda eventi negativi di varia tipologia. Per contribuire a colmare tale lacuna, con il presente lavoro ci siamo occupati di studiare la conoscenza e l’esperienza personale di bambini di eventi negativi che siano caratterizzati da diversi tipi di malessere, sia di tipo fisico (quali incidenti o malattie) che psicologico, ponendoci in una posizione intermedia tra psicologia pediatrica, psicologia evolutiva e psicologia sociale (Roesch & Weiner, 2001). Scopi. Lo scopo del lavoro era di osservare l’influenza di età, genere e tipo di malessere su alcune dimensioni relative all’esperienza e alla conoscenza personale di eventi negativi nei bambini. Le dimensioni indagate si riferivano ad attribuzione causale, prevedibilità, evitabilità e coping (Roesch & Weiner, 2001) relative ad eventi negativi associati a stati di malessere fisico o psicologico. Lo studio di tali dimensioni è importante non solo per determinare a quale età i bambini acquisiscono e utilizzano questi concetti, ma soprattutto per le possibili applicazioni in ambito preventivo. In particolare, l’indagine della relazione tra attribuzione causale e modalità di coping potrebbe contribuire a fornire alcuni dati utili per la psicoterapia cognitiva, suggerendo come modificare le attribuzioni causali dei bambini, che potrebbero essere associate a modalità di adattamento con particolari esiti. Metodo. Il campione era costituito da circa 120 bambini sani, di cui 40 frequentanti l’ultimo anno della scuola materna (5/6 anni), 40 la seconda elementare (7/8 anni) e 40 la quarta elementare (9/10 anni). Il disegno sperimentale includeva due variabili indipendenti tra i soggetti, quali età (5/6 anni, 7/8 anni, 9/10 anni) e genere (maschi, femmine), ed una variabile indipendente entro i soggetti, il tipo di etichetta proposta ai bambini (stare male, rimanerci male, ammalarsi, farsi male). Gli sperimentatori (un maschio e una femmina, controbilanciati per l’età dei bambini) conducevano un colloquio individuale con ogni bambino, richiedendo la narrazione di un evento personale corrispondente a quattro etichette relative a stati di malessere di tipo fisico (ammalarsi e farsi male), psicologico (rimanerci male) e non definito (stare male), attraverso una consegna aperta. Solo dopo essersi assicurati che il bambino non avesse altro da aggiungere, attraverso l’uso di prompts generali, venivano poste alcune domande specifiche relative ad alcuni aspetti del racconto spontaneo e ad alcune dimensioni relative alla sua esperienza e conoscenza dello stato di malessere indicato dall’etichetta (Burgwyn-Bailes et al., 2001). Tra le diverse dimensioni incluse nel protocollo del colloquio, in questo lavoro ci siamo occupati dell’analisi dell’attribuzione causale fornita dai bambini nei racconti spontanei; dei giudizi di prevedibilità ed evitabilità dell’evento causa dello stato di malessere, valutati da giudici indipendenti in base alle risposte dei bambini a domande specifiche; della modalità di affrontare le conseguenze dello stato di malessere, valutata anch’essa da due giudici indipendenti in base alle risposte dei bambini a domande specifiche. Per ragioni etiche, tutti i bambini, prima di essere congedati, narravano anche un evento personale positivo. Risultati. I racconti spontanei e le risposte dei bambini sono stati trascritti verbatim e analizzati secondo una serie di variabili dipendenti, quali giudizio di attribuzione causale, di evitabilità, di prevedibilità, e modalità di coping. Le prime tre variabili sono state codificate in parte seguendo il modello dimensionale di Weiner, in parte integrando tale codifica con altri indici, quali, per esempio, il riferimento ad aspetti fisici o psicologici. La modalità di coping dei bambini è stata codificata in base alla proposta di Roesch e Weiner (2001), utilizzando diverse tassonomie, distinguendo sia modalità di approccio/evitamento cognitivo o comportamentale sia modalità focalizzate sul problema o sull’emozione. Su ciascuna delle variabili dipendenti saranno condotte analisi statistiche per valutare l’influenza dell’età e del tipo di malessere; in base ad indicazioni della letteratura, solo per alcune (per esempio per il giudizio di attribuzione causale) sarà valutata anche l’influenza del genere. Inoltre, sarà valutata la relazione tra tipo di attribuzione causale e modalità di coping. Le analisi sono in corso di svolgimento.

Narrazione di eventi personali legati a stati di malessere fisico e psicologico in bambini di età prescolare e scolare

RACCANELLO, Daniela;
2003-01-01

Abstract

Introduzione. Negli ultimi tre decenni c’è stato un fiorente sviluppo di ricerche relative sia alla concezione che al ricordo di malattie e di incidenti nei bambini (Bibace, Wiehe, & Leeman, 2001; Burgwyn-Bailes, Baker-Ward, Gordon, & Ornstein, 2001). Gli interessi principali in tali ricerche sono stati da una parte la valutazione delle capacità di ricordo e di suggestionabilità nei bambini, mirando ad applicazioni nel campo della testimonianza in ambito giuridico; dall’altra, la potenziale utilità della conoscenza delle concezioni dei bambini per poter fornire loro trattamenti e supporti più adeguati in campo medico. La maggior parte degli studi, però, si è focalizzata sullo studio di eventi fisici negativi di uno stesso tipo, quali appunto malattie o incidenti, trascurando l’importanza di poter confrontare le modalità con cui il bambino conosce, reagisce e ricorda eventi negativi di varia tipologia. Per contribuire a colmare tale lacuna, con il presente lavoro ci siamo occupati di studiare la conoscenza e l’esperienza personale di bambini di eventi negativi che siano caratterizzati da diversi tipi di malessere, sia di tipo fisico (quali incidenti o malattie) che psicologico, ponendoci in una posizione intermedia tra psicologia pediatrica, psicologia evolutiva e psicologia sociale (Roesch & Weiner, 2001). Scopi. Lo scopo del lavoro era di osservare l’influenza di età, genere e tipo di malessere su alcune dimensioni relative all’esperienza e alla conoscenza personale di eventi negativi nei bambini. Le dimensioni indagate si riferivano ad attribuzione causale, prevedibilità, evitabilità e coping (Roesch & Weiner, 2001) relative ad eventi negativi associati a stati di malessere fisico o psicologico. Lo studio di tali dimensioni è importante non solo per determinare a quale età i bambini acquisiscono e utilizzano questi concetti, ma soprattutto per le possibili applicazioni in ambito preventivo. In particolare, l’indagine della relazione tra attribuzione causale e modalità di coping potrebbe contribuire a fornire alcuni dati utili per la psicoterapia cognitiva, suggerendo come modificare le attribuzioni causali dei bambini, che potrebbero essere associate a modalità di adattamento con particolari esiti. Metodo. Il campione era costituito da circa 120 bambini sani, di cui 40 frequentanti l’ultimo anno della scuola materna (5/6 anni), 40 la seconda elementare (7/8 anni) e 40 la quarta elementare (9/10 anni). Il disegno sperimentale includeva due variabili indipendenti tra i soggetti, quali età (5/6 anni, 7/8 anni, 9/10 anni) e genere (maschi, femmine), ed una variabile indipendente entro i soggetti, il tipo di etichetta proposta ai bambini (stare male, rimanerci male, ammalarsi, farsi male). Gli sperimentatori (un maschio e una femmina, controbilanciati per l’età dei bambini) conducevano un colloquio individuale con ogni bambino, richiedendo la narrazione di un evento personale corrispondente a quattro etichette relative a stati di malessere di tipo fisico (ammalarsi e farsi male), psicologico (rimanerci male) e non definito (stare male), attraverso una consegna aperta. Solo dopo essersi assicurati che il bambino non avesse altro da aggiungere, attraverso l’uso di prompts generali, venivano poste alcune domande specifiche relative ad alcuni aspetti del racconto spontaneo e ad alcune dimensioni relative alla sua esperienza e conoscenza dello stato di malessere indicato dall’etichetta (Burgwyn-Bailes et al., 2001). Tra le diverse dimensioni incluse nel protocollo del colloquio, in questo lavoro ci siamo occupati dell’analisi dell’attribuzione causale fornita dai bambini nei racconti spontanei; dei giudizi di prevedibilità ed evitabilità dell’evento causa dello stato di malessere, valutati da giudici indipendenti in base alle risposte dei bambini a domande specifiche; della modalità di affrontare le conseguenze dello stato di malessere, valutata anch’essa da due giudici indipendenti in base alle risposte dei bambini a domande specifiche. Per ragioni etiche, tutti i bambini, prima di essere congedati, narravano anche un evento personale positivo. Risultati. I racconti spontanei e le risposte dei bambini sono stati trascritti verbatim e analizzati secondo una serie di variabili dipendenti, quali giudizio di attribuzione causale, di evitabilità, di prevedibilità, e modalità di coping. Le prime tre variabili sono state codificate in parte seguendo il modello dimensionale di Weiner, in parte integrando tale codifica con altri indici, quali, per esempio, il riferimento ad aspetti fisici o psicologici. La modalità di coping dei bambini è stata codificata in base alla proposta di Roesch e Weiner (2001), utilizzando diverse tassonomie, distinguendo sia modalità di approccio/evitamento cognitivo o comportamentale sia modalità focalizzate sul problema o sull’emozione. Su ciascuna delle variabili dipendenti saranno condotte analisi statistiche per valutare l’influenza dell’età e del tipo di malessere; in base ad indicazioni della letteratura, solo per alcune (per esempio per il giudizio di attribuzione causale) sarà valutata anche l’influenza del genere. Inoltre, sarà valutata la relazione tra tipo di attribuzione causale e modalità di coping. Le analisi sono in corso di svolgimento.
2003
Narrazione, Eventi Personali, Malessere e Benesse, Dominio Fisico e Psicologico
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