Introduzione. Recentemente è stato rivolto un crescente interesse allo studio della capacità dei bambini di ricordare in modo accurato eventi personali, in particolare negativi, quali incidenti (Gable & Peterson, 1998) e visite mediche (Brown, Salmon, Pipe, Rutter, Craw, & Taylor, 1999). Lo studio di queste ultime situazioni è stato guidato anche dalla loro analogia con situazioni di abuso nei minori, in quanto entrambe le situazioni sono caratterizzate da dolore e da un’interazione con un estraneo che implica, nella maggior parte dei casi, un contatto fisico. Un’attenzione particolare è stata posta nell’analisi dei fattori che possono influenzare la qualità della prestazione di memoria e la durata del ricordo stesso, ad esempio l’età o lo stress. La maggior parte di questi studi, però, si è focalizzata sull’accuratezza del ricordo, trascurando l’analisi della qualità narrativa dei racconti forniti dai bambini, intesa come capacità di organizzare dei racconti che siano strutturalmente coerenti e caratterizzati da una corrispondente coesione linguistica. D’altra parte, la qualità delle narrazioni prodotte dai bambini è stata studiata soprattutto in riferimento alla produzione di storie, mentre pochi studi si sono occupati del racconto di eventi personali (Fivush, Haden, & Adam, 1995). Con il presente lavoro, quindi, ci siamo occupate di indagare come bambini di diversa età siano in grado di organizzare il racconto di eventi personali negativi caratterizzati da malessere fisico. Lo scopo era di individuare alcuni fattori che potrebbero essere responsabili di eventuali differenze nel racconto. Fra questi è stata indagata l’influenza della diversa gravità associata ai due eventi narrati, uno meno grave in cui il bambino si è fatto male, comune a tutti i bambini, e l’altro più grave in cui essendosi fatto male è stato portato al pronto soccorso. Quest’ultimo costituisce un evento critico per la ricerca in quanto si sono osservate eventuali differenze nel racconto di bambini che avevano effettivamente vissuto un’esperienza al pronto soccorso, e quindi dovevano ricordare quanto accaduto, e altri che potevano solo immaginarsela. Pertanto, le variabili età, condizione dell’evento relativo al pronto soccorso (esperito o immaginato) e gravità del racconto richiesto sono particolarmente importanti per studiare se e in che modo dal racconto dei bambini si possa desumere se il bambino stia narrando un evento personale o una storia inventata. Considerato che il formato delle domande utilizzate nella presente ricerca rispetta alcuni dei criteri indicati da linee guida recenti per elicitare la narrazione di racconti con minori in ambito giuridico, l’esistenza di eventuali differenze tra le diverse condizioni sperimentali, infatti, potrebbe fornire alcuni spunti utili per valutare resoconti di esperienze di cui è necessario stabilire l’attendibilità. Metodo. Il campione era costituito da circa 120 bambini equamente divisi in 4 gruppi di età: 5/6 anni, 7/8 anni, 9/10 anni e 11/12 anni. Il disegno sperimentale includeva due variabili indipendenti tra i soggetti, età e tipo di esperienza (esperienza diretta, immaginata) per l’evento critico del pronto soccorso e una variabile indipendente entro i soggetti, gravità dell’evento (“farsi male e andare al pronto soccorso”, “farsi male”). Gli sperimentatori conducevano un colloquio individuale con ogni bambino, richiedendo la narrazione di un evento personale relativo ad una volta in cui i bambini si sono fatti male e sono andati al pronto soccorso (se non era mai successo si chiedeva di immaginarsi un evento di quel tipo e di raccontarlo) e uno successivo in cui si chiedeva di una volta in cui i bambini si sono fatti male. Il racconto di entrambi gli eventi veniva richiesto attraverso una consegna aperta, seguita da sollecitazioni generali. Venivano poi poste alcune domande specifiche ma che non saranno oggetto di indagine in questa sede. Per ragioni etiche, tutti i bambini, prima di essere congedati, narravano anche un evento personale positivo. Risultati. I racconti spontanei dei bambini sono stati trascritti verbatim e analizzati secondo una serie di variabili dipendenti, quali coerenza strutturale, coesione linguistica, stati mentali e lunghezza. Le analisi statistiche condotte su ciascuna delle variabili dipendenti permettono di valutare l’influenza dell’età, del tipo di evento e del tipo di esperienza con cui è stato vissuto l’evento critico.

Eventi associati a traumi fisici e psicologici: come ne parlano i bambini?

RACCANELLO, Daniela;
2004-01-01

Abstract

Introduzione. Recentemente è stato rivolto un crescente interesse allo studio della capacità dei bambini di ricordare in modo accurato eventi personali, in particolare negativi, quali incidenti (Gable & Peterson, 1998) e visite mediche (Brown, Salmon, Pipe, Rutter, Craw, & Taylor, 1999). Lo studio di queste ultime situazioni è stato guidato anche dalla loro analogia con situazioni di abuso nei minori, in quanto entrambe le situazioni sono caratterizzate da dolore e da un’interazione con un estraneo che implica, nella maggior parte dei casi, un contatto fisico. Un’attenzione particolare è stata posta nell’analisi dei fattori che possono influenzare la qualità della prestazione di memoria e la durata del ricordo stesso, ad esempio l’età o lo stress. La maggior parte di questi studi, però, si è focalizzata sull’accuratezza del ricordo, trascurando l’analisi della qualità narrativa dei racconti forniti dai bambini, intesa come capacità di organizzare dei racconti che siano strutturalmente coerenti e caratterizzati da una corrispondente coesione linguistica. D’altra parte, la qualità delle narrazioni prodotte dai bambini è stata studiata soprattutto in riferimento alla produzione di storie, mentre pochi studi si sono occupati del racconto di eventi personali (Fivush, Haden, & Adam, 1995). Con il presente lavoro, quindi, ci siamo occupate di indagare come bambini di diversa età siano in grado di organizzare il racconto di eventi personali negativi caratterizzati da malessere fisico. Lo scopo era di individuare alcuni fattori che potrebbero essere responsabili di eventuali differenze nel racconto. Fra questi è stata indagata l’influenza della diversa gravità associata ai due eventi narrati, uno meno grave in cui il bambino si è fatto male, comune a tutti i bambini, e l’altro più grave in cui essendosi fatto male è stato portato al pronto soccorso. Quest’ultimo costituisce un evento critico per la ricerca in quanto si sono osservate eventuali differenze nel racconto di bambini che avevano effettivamente vissuto un’esperienza al pronto soccorso, e quindi dovevano ricordare quanto accaduto, e altri che potevano solo immaginarsela. Pertanto, le variabili età, condizione dell’evento relativo al pronto soccorso (esperito o immaginato) e gravità del racconto richiesto sono particolarmente importanti per studiare se e in che modo dal racconto dei bambini si possa desumere se il bambino stia narrando un evento personale o una storia inventata. Considerato che il formato delle domande utilizzate nella presente ricerca rispetta alcuni dei criteri indicati da linee guida recenti per elicitare la narrazione di racconti con minori in ambito giuridico, l’esistenza di eventuali differenze tra le diverse condizioni sperimentali, infatti, potrebbe fornire alcuni spunti utili per valutare resoconti di esperienze di cui è necessario stabilire l’attendibilità. Metodo. Il campione era costituito da circa 120 bambini equamente divisi in 4 gruppi di età: 5/6 anni, 7/8 anni, 9/10 anni e 11/12 anni. Il disegno sperimentale includeva due variabili indipendenti tra i soggetti, età e tipo di esperienza (esperienza diretta, immaginata) per l’evento critico del pronto soccorso e una variabile indipendente entro i soggetti, gravità dell’evento (“farsi male e andare al pronto soccorso”, “farsi male”). Gli sperimentatori conducevano un colloquio individuale con ogni bambino, richiedendo la narrazione di un evento personale relativo ad una volta in cui i bambini si sono fatti male e sono andati al pronto soccorso (se non era mai successo si chiedeva di immaginarsi un evento di quel tipo e di raccontarlo) e uno successivo in cui si chiedeva di una volta in cui i bambini si sono fatti male. Il racconto di entrambi gli eventi veniva richiesto attraverso una consegna aperta, seguita da sollecitazioni generali. Venivano poi poste alcune domande specifiche ma che non saranno oggetto di indagine in questa sede. Per ragioni etiche, tutti i bambini, prima di essere congedati, narravano anche un evento personale positivo. Risultati. I racconti spontanei dei bambini sono stati trascritti verbatim e analizzati secondo una serie di variabili dipendenti, quali coerenza strutturale, coesione linguistica, stati mentali e lunghezza. Le analisi statistiche condotte su ciascuna delle variabili dipendenti permettono di valutare l’influenza dell’età, del tipo di evento e del tipo di esperienza con cui è stato vissuto l’evento critico.
2004
Narrazione, Eventi fisici traumatici, Bambini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/319487
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