A prescindere da quello che effettivamente avveniva nella vita reale dell’impresa, per molto tempo essa è stata considerata come un attore perfettamente razionale, in grado di definire con esattezza i propri fini ed i percorsi per raggiungerli scegliendo la via migliore in assoluto (one best way). Da un certo momento in poi, invece, la razionalità in ambito decisionale è stata oggetto di una serie di “attacchi”, che ne hanno messo in evidenza la non corrispondenza al vero, quantomeno nella forma e nella misura sino ad allora supposta. Da una parte, sul piano delle oggettive condizioni esterne, l’evoluzione dell’ambiente in direzione di una crescente complessità ha reso di fatto impossibili approcci di gestione razionali in senso forte. Dall’altra, sul piano della riflessione teorica, ci si è via via resi conto che i processi decisionali e le imprese del mondo reale sono per diversi motivi ben lontani nel loro modus operandi dal rispetto dei principi di una razionalità assoluta. Nella successione degli “attacchi” via via portati alla concezione forte di razionalità manageriale, una tra le fonti di recente più attive è data dalla psicologia cognitiva, i cui studi hanno aperto una ulteriore prospettiva di conoscenza sulla reale natura dei processi decisionali aziendali. L’obiettivo del presente lavoro consiste dunque nell’effettuare una prima ricognizione sull’utilizzabilità dei risultati delle ricerche di matrice cognitivista per approfondire la conoscenza di un processo valutativo così rilevante per la competitività aziendale come quello degli investimenti industriali, che normalmente agiscono in una prospettiva di sviluppo dell’impresa. Si cerca in ultima analisi di capire se è possibile includere le “trappole cognitive” tra i fattori che spiegano l’inesattezza delle stime e quale sia il loro impatto. A tal fine, dopo una illustrazione in generale della psicologia cognitiva, si procederà proponendo un inquadramento delle “trappole cognitive” che si possono verificare in ciascuno degli stadi che compongono il processo di analisi e valutazione degli investimenti industriali. Successivamente si presenterà un’indagine esplorativa condotta al fine di riscontrare se e come le indicazioni provenienti dall’approccio cognitivista possano essere ritenute plausibili e quindi meritevoli di maggiore estensione ed approfondimento in ricerche future.
"Trappole cognitive" e valutazione degli investimenti indutriali: primi spunti di riflessione
BRUNETTI, Federico;SIMEONI, Francesca
2003-01-01
Abstract
A prescindere da quello che effettivamente avveniva nella vita reale dell’impresa, per molto tempo essa è stata considerata come un attore perfettamente razionale, in grado di definire con esattezza i propri fini ed i percorsi per raggiungerli scegliendo la via migliore in assoluto (one best way). Da un certo momento in poi, invece, la razionalità in ambito decisionale è stata oggetto di una serie di “attacchi”, che ne hanno messo in evidenza la non corrispondenza al vero, quantomeno nella forma e nella misura sino ad allora supposta. Da una parte, sul piano delle oggettive condizioni esterne, l’evoluzione dell’ambiente in direzione di una crescente complessità ha reso di fatto impossibili approcci di gestione razionali in senso forte. Dall’altra, sul piano della riflessione teorica, ci si è via via resi conto che i processi decisionali e le imprese del mondo reale sono per diversi motivi ben lontani nel loro modus operandi dal rispetto dei principi di una razionalità assoluta. Nella successione degli “attacchi” via via portati alla concezione forte di razionalità manageriale, una tra le fonti di recente più attive è data dalla psicologia cognitiva, i cui studi hanno aperto una ulteriore prospettiva di conoscenza sulla reale natura dei processi decisionali aziendali. L’obiettivo del presente lavoro consiste dunque nell’effettuare una prima ricognizione sull’utilizzabilità dei risultati delle ricerche di matrice cognitivista per approfondire la conoscenza di un processo valutativo così rilevante per la competitività aziendale come quello degli investimenti industriali, che normalmente agiscono in una prospettiva di sviluppo dell’impresa. Si cerca in ultima analisi di capire se è possibile includere le “trappole cognitive” tra i fattori che spiegano l’inesattezza delle stime e quale sia il loro impatto. A tal fine, dopo una illustrazione in generale della psicologia cognitiva, si procederà proponendo un inquadramento delle “trappole cognitive” che si possono verificare in ciascuno degli stadi che compongono il processo di analisi e valutazione degli investimenti industriali. Successivamente si presenterà un’indagine esplorativa condotta al fine di riscontrare se e come le indicazioni provenienti dall’approccio cognitivista possano essere ritenute plausibili e quindi meritevoli di maggiore estensione ed approfondimento in ricerche future.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.