Pensare per contrari nel compito 2-4-6 di Wason facilita l’assunzione di una strategia di falsificazione?

Lo studio presentato si colloca lungo la scia delle ricerche interessate a favorire l’assunzione di una strategia falsificatoria nel classico compito del 2-4-6 di Wason (1960) che i soggetti tendono, solitamente, ad affrontare usando strategie confermative, registrando scarse percentuali di successo. In particolare, abbiamo analizzato gli effetti di un semplice training che invitava i soggetti a focalizzarsi sulle proprietà della situazione iniziale e a ragionare sistematicamente per contrari – training già applicato con successo nel problem solving visuo-spaziale (Bianchi et al. 2020; Branchini et al. 2015a, 2015b, 2016, 2021). Il confronto delle risposte dei soggetti (120 adulti) nella condizione training e di controllo (no-training) ha rivelato un miglioramento della prestazione, sia in termini di percentuale di partecipanti che hanno scoperto la regola nel compito di Wason (78.33% vs. 36.66%), che di velocità di scoperta (al primo tentativo). Inoltre, l’analisi della tipologia di triplette test usate dai risolutori nella fase di verifica di ipotesi, ha rivelato che nella condizione training si reiterano di meno triplette che testano la stessa ipotesi (quindi c’è maggior flessibilità) e si propongono più spesso e prima triplette decrescenti - quindi contrarie alla tripletta iniziale (2-4-6) per la proprietà “ascendente”, che è, di fatto, quella critica. Questi risultati saranno discussi in relazione ad alcuni precedenti contributi che hanno mostrato (Rossi et al 2001; Gale and Ball, 2012) o argomentato il ruolo del "contrasto" come fattore critico nel processo di verifica di ipotesi (es. iterative counterfactual model di Oaksford and Chater 1994, Oaksford 2002).