Scopo: Presentare due casi di trattamento endovascolare di pseudoaneurismi in pazienti sottoposti a trapianto epatico. Materiali e metodi: Gli pseudoaneurismi sono stati identificati incidentalmente in corso di follow-up dopo trapianto epatico ortotopico. Il paziente 1, nel quale era stata confezionata una bilio-digiuno anastomosi, presentava uno pseudoaneurisma pre-anastomotico dell’arteria epatica, con trombosi dell’arteria a valle ed opacizzazione dei rami intraepatici apparentemente attraverso esili circoli collaterali di pertinenza dell’arteria epatica comune e del circolo mesenterico. Il paziente 2 presentava uno pseudoaneurisma intraepatico, probabile conseguenza di biopsia eseguita sul donatore. Risultati: In entrambi i casi lo pseudoaneurisma è stato escluso dal circolo sistemico edil graft è stato preservato. Nel paziente 1 una delle spirali metalliche utilizzate per l’esclusione dello pseudoaneurisma con tecnica “sandwich“ si è dislocata trombizzando l’arteria epatica comune prossimale; fortunatamente, grazie a verosimili fenomeni di neoangiogenesi indotti dalla presenza della bilio-digiuno anastomosi, le branche arteriose intraepatiche permanevano pervie, anche in corso di follow- up. Nel paziente 2 si è scelto di utilizzare la tecnica “jailing“, con posizionamento di spirali a rilascio controllato attraverso le maglie di uno stent a celle aperte posizionato nel lume dell’arteria coinvolta dallo pseudoaneurisma; nonostante una parziale occlusione dello stent, le diramazioni a valle permanevano pervie in corso di follow-up. Conclusioni: Nel fegato trapiantato il circolo arterioso è importante quanto quello portale. Il trattamento endovascolare in tali casi è una procedura ad elevato rischio, poichè l’embolizzazione non target può portare a perdita di parenchima con malfunzionamento del graft.

ESCLUSIONE ENDOVASCOLARE DI PSEUDOANEURISMI IN FEGATO TRAPIANTATI: VIRTUTE DUCE, COMITE FORTUNA

De Robertis Riccardo;Gino Puntel;Giovanni Puppini;Stefania Montemezzi
2020-01-01

Abstract

Scopo: Presentare due casi di trattamento endovascolare di pseudoaneurismi in pazienti sottoposti a trapianto epatico. Materiali e metodi: Gli pseudoaneurismi sono stati identificati incidentalmente in corso di follow-up dopo trapianto epatico ortotopico. Il paziente 1, nel quale era stata confezionata una bilio-digiuno anastomosi, presentava uno pseudoaneurisma pre-anastomotico dell’arteria epatica, con trombosi dell’arteria a valle ed opacizzazione dei rami intraepatici apparentemente attraverso esili circoli collaterali di pertinenza dell’arteria epatica comune e del circolo mesenterico. Il paziente 2 presentava uno pseudoaneurisma intraepatico, probabile conseguenza di biopsia eseguita sul donatore. Risultati: In entrambi i casi lo pseudoaneurisma è stato escluso dal circolo sistemico edil graft è stato preservato. Nel paziente 1 una delle spirali metalliche utilizzate per l’esclusione dello pseudoaneurisma con tecnica “sandwich“ si è dislocata trombizzando l’arteria epatica comune prossimale; fortunatamente, grazie a verosimili fenomeni di neoangiogenesi indotti dalla presenza della bilio-digiuno anastomosi, le branche arteriose intraepatiche permanevano pervie, anche in corso di follow- up. Nel paziente 2 si è scelto di utilizzare la tecnica “jailing“, con posizionamento di spirali a rilascio controllato attraverso le maglie di uno stent a celle aperte posizionato nel lume dell’arteria coinvolta dallo pseudoaneurisma; nonostante una parziale occlusione dello stent, le diramazioni a valle permanevano pervie in corso di follow-up. Conclusioni: Nel fegato trapiantato il circolo arterioso è importante quanto quello portale. Il trattamento endovascolare in tali casi è una procedura ad elevato rischio, poichè l’embolizzazione non target può portare a perdita di parenchima con malfunzionamento del graft.
2020
radiologia interventistica, endovascolare, pseudoaneurisma, fegato, trapianto epatico
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