L’attuale riflessione che riguarda la promozione sociale delle persone con disabilità non può che fare i conti con alcuni elementi divenuti imprescindibili, specialmente in un’ottica inclusiva. Il primo riguarda il fenomeno dell’aumento progressivo dell’aspettativa di vita delle persone, in generale, e dunque anche delle persone con disabilità. Per quanto attiene alle persone con disabilità, poi, non è solo una questione di portata demografica e sociale, ma anche educativa. Si pensi, ad esempio, che una persona con Sindrome di Down oggi ha una vita media di circa 60 anni e che oltre i 2/3 della sua vita sono proiettati al di fuori della scuola e oltre il tempo dell’infanzia e dell’adolescenza. Il secondo – in parte collegato al precedente – è relativo al fatto che non è possibile immaginare il futuro delle persone con disabilità pensando a soluzioni di sola assistenza. Tale ipotesi, oltre a contrastare il naturale bisogno di autodeterminazione delle persone stesse, rischia di non essere nemmeno sostenibile da un punto di vista economico. Come pure, non è immaginabile che a occuparsi del futuro delle persone con disabilità siano le famiglie, soprattutto quando i genitori invecchiano. S’impone quindi uno sguardo verso il futuro che immagini – per poterle già costruire fin da ora – soluzioni di altro tipo, nella direzione di promuovere quanto più possibile percorsi di vita indipendente. Il terzo elemento attiene a una riflessione sulla scuola, ossia sull’effettiva idoneità dell’esperienza scolastica a preparare il futuro delle persone con disabilità. Considerato l’elevato impatto dell’esperienza scolastica ed educativa sulla vita delle persone con disabilità, risulta decisivo – in ordine alla loro effettiva promozione sociale – chiedersi se e in che modo la scuola possa affrontare la sfida di preparare al futuro gli alunni e le alunne con disabilità. Il collegamento tra piani educativi scolastici e progetto di vita è sicuramente un punto di partenza metodologico. L’esperienza di incontro tra scuola e mondo del lavoro è invece il campo sul quale può essere sperimentato questo collegamento. Il mondo del lavoro, che dà la possibilità di sperimentare un ruolo lavorativo (anche quando sia presente una disabilità di tipo intellettivo), è sicuramente una delle esperienze più significative per la costruzione di un’identità adulta e sociale. Il rischio è che il perimetro che definisce il senso d’identità della persona con disabilità finisca per essere tracciato da esperienze che poco o nulla hanno a che fare con la vita reale e con la dimensione del senso di appartenenza sociale e di cittadinanza. Da qui deriva spesso l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone con disabilità

Educazione al lavoro e ruolo lavorativo: un'esperienza di relazione e riconoscimento di fondamentale importanza per la promozione sociale delle persone con disabilità

lascioli
2019-01-01

Abstract

L’attuale riflessione che riguarda la promozione sociale delle persone con disabilità non può che fare i conti con alcuni elementi divenuti imprescindibili, specialmente in un’ottica inclusiva. Il primo riguarda il fenomeno dell’aumento progressivo dell’aspettativa di vita delle persone, in generale, e dunque anche delle persone con disabilità. Per quanto attiene alle persone con disabilità, poi, non è solo una questione di portata demografica e sociale, ma anche educativa. Si pensi, ad esempio, che una persona con Sindrome di Down oggi ha una vita media di circa 60 anni e che oltre i 2/3 della sua vita sono proiettati al di fuori della scuola e oltre il tempo dell’infanzia e dell’adolescenza. Il secondo – in parte collegato al precedente – è relativo al fatto che non è possibile immaginare il futuro delle persone con disabilità pensando a soluzioni di sola assistenza. Tale ipotesi, oltre a contrastare il naturale bisogno di autodeterminazione delle persone stesse, rischia di non essere nemmeno sostenibile da un punto di vista economico. Come pure, non è immaginabile che a occuparsi del futuro delle persone con disabilità siano le famiglie, soprattutto quando i genitori invecchiano. S’impone quindi uno sguardo verso il futuro che immagini – per poterle già costruire fin da ora – soluzioni di altro tipo, nella direzione di promuovere quanto più possibile percorsi di vita indipendente. Il terzo elemento attiene a una riflessione sulla scuola, ossia sull’effettiva idoneità dell’esperienza scolastica a preparare il futuro delle persone con disabilità. Considerato l’elevato impatto dell’esperienza scolastica ed educativa sulla vita delle persone con disabilità, risulta decisivo – in ordine alla loro effettiva promozione sociale – chiedersi se e in che modo la scuola possa affrontare la sfida di preparare al futuro gli alunni e le alunne con disabilità. Il collegamento tra piani educativi scolastici e progetto di vita è sicuramente un punto di partenza metodologico. L’esperienza di incontro tra scuola e mondo del lavoro è invece il campo sul quale può essere sperimentato questo collegamento. Il mondo del lavoro, che dà la possibilità di sperimentare un ruolo lavorativo (anche quando sia presente una disabilità di tipo intellettivo), è sicuramente una delle esperienze più significative per la costruzione di un’identità adulta e sociale. Il rischio è che il perimetro che definisce il senso d’identità della persona con disabilità finisca per essere tracciato da esperienze che poco o nulla hanno a che fare con la vita reale e con la dimensione del senso di appartenenza sociale e di cittadinanza. Da qui deriva spesso l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone con disabilità
2019
9788866714224
Disability, work, social recognition
Disabilità, lavoro, riconoscimento sociale
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/997001
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact