Già a partire dall’esordio narrativo (Illazioni su una sciabola, 1984-85), la scrittura di Claudio Magris si è declinata all’insegna della commixtio tra generi letterari (in primis il romanzo e il saggio critico), proseguendo con costanza lungo una peculiare «via obliqua» (E. Pellegrini), attenta in primo luogo alle potenzialità critiche del racconto. Il presente contributo ne esamina l’ampia fenomenologia.

Sulla «via obliqua» di Claudio Magris. Finzione, reportage e (auto)biografia

Simone Rebora
2017-01-01

Abstract

Già a partire dall’esordio narrativo (Illazioni su una sciabola, 1984-85), la scrittura di Claudio Magris si è declinata all’insegna della commixtio tra generi letterari (in primis il romanzo e il saggio critico), proseguendo con costanza lungo una peculiare «via obliqua» (E. Pellegrini), attenta in primo luogo alle potenzialità critiche del racconto. Il presente contributo ne esamina l’ampia fenomenologia.
2017
Claudio Magris, Commixtio, Autobiografia, Reportage, Finzionalità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/973443
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