Una discussione del saggio di Emmanuel Galibert, "Suicidio e sacrificio. Il modo di produzione ipercapitalistico", uscito in traduzione italiana nel 2015. Se il tempo della società dello spettacolo è come una fase dello specchio che si prolunga ben oltre il trentaseiesimo mese della vita di noi giganteschi infanti, Galibert svela la lamina di stagno e piombo che permette allo specchio di proiettare l’integrità delle nostre immagini. Questo motore, questa lamina fatta di assoluta opacità, condizione di ogni posticcia trasparenza, è il suicidio. Il suicidio ovvero la minaccia di morte con la quale ognuno di noi viene tenuto sotto schiaffo dalla società ipercapitalistica e dalle condizioni di lavoro ivi vigenti
Essere al suicidio, perché far disperare paga
TUPPINI, Tommaso
2015-01-01
Abstract
Una discussione del saggio di Emmanuel Galibert, "Suicidio e sacrificio. Il modo di produzione ipercapitalistico", uscito in traduzione italiana nel 2015. Se il tempo della società dello spettacolo è come una fase dello specchio che si prolunga ben oltre il trentaseiesimo mese della vita di noi giganteschi infanti, Galibert svela la lamina di stagno e piombo che permette allo specchio di proiettare l’integrità delle nostre immagini. Questo motore, questa lamina fatta di assoluta opacità, condizione di ogni posticcia trasparenza, è il suicidio. Il suicidio ovvero la minaccia di morte con la quale ognuno di noi viene tenuto sotto schiaffo dalla società ipercapitalistica e dalle condizioni di lavoro ivi vigentiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.