I risultati del presente studio mostrano come un trattamento precoce mediante l’applicazione di un bendaggio occlusivo binoculare possa migliorare le capacità di esplorazione spaziale in pazienti affetti da eminegligenza spaziale unilaterale in esiti di ictus. L’entità di tale miglioramento è paragonabile a quella del trattamento convenzionale anche se, a lungo termine, gli effetti del bendaggio binoculare sembrano essere maggiori. L’analisi dei dati ottenuti ha mostrato, in entrambi i gruppi, un progressivo miglioramento dell’eminegligenza spaziale ad un mese di distanza dall’ictus (Gainotti, 1968; Hier, 1983; Colombo, 1982; Zoccolotti, 1989). Nella pratica clinica quotidiana l’utilizzo del patching binoculare può presentare importanti vantaggi, dal momento che si tratta di una metodica attuabile fin dalla fase acuta dell’ictus, quando il paziente si trova ancora allettato e sono stati generalmente ben tollerati dai pazienti. E’ inoltre possibile ottenere una stimolazione continuativa e prolungata del paziente. L’applicazione dell’eye patching non richiede la presenza di particolari figure professionali e rende tale approccio terapeutico estremamente economico, versatile e facilmente eseguibile anche per periodi prolungati. E’ inoltre ipotizzabile la possibilità di protocolli di trattamento della NSU composti dall’associazione tra il trattamento logopedico convenzionale e l’applicazione di eye patching in modo tale da favorire ed accelerare nelle fasi acute di malattia il recupero funzionale del paziente. Dai dati da noi ottenuti possiamo quindi concludere che gli effetti del bendaggio binoculare a breve termine sono simili a quelli ottenuti con il tradizionale trattamento cognitivo, ma già a medio termine compaiono differenze significative. L’esiguità della casistica considerata (13 pazienti) non consente, tuttavia, di trarre giudizi risolutivi sulle questioni considerate nel paziente negligente. Ulteriori studi numericamente più consistenti, randomizzati e controllati, saranno necessari per giungere a conclusioni più certe.

IL TRATTAMENTO RIABILITATIVO PRECOCE DELL’EMINEGLIGENZA SPAZIALE UNILATERALE MEDIANTE BENDAGGIO BINOCULARE: STUDIO SPERIMENTALE SU PAZIENTI AFFETTI DA ICTUS CEREBRALE

GANDOLFI, MariaLuisa;PICELLI, Alessandro;TINAZZI, Michele;SMANIA, Nicola
2008-01-01

Abstract

I risultati del presente studio mostrano come un trattamento precoce mediante l’applicazione di un bendaggio occlusivo binoculare possa migliorare le capacità di esplorazione spaziale in pazienti affetti da eminegligenza spaziale unilaterale in esiti di ictus. L’entità di tale miglioramento è paragonabile a quella del trattamento convenzionale anche se, a lungo termine, gli effetti del bendaggio binoculare sembrano essere maggiori. L’analisi dei dati ottenuti ha mostrato, in entrambi i gruppi, un progressivo miglioramento dell’eminegligenza spaziale ad un mese di distanza dall’ictus (Gainotti, 1968; Hier, 1983; Colombo, 1982; Zoccolotti, 1989). Nella pratica clinica quotidiana l’utilizzo del patching binoculare può presentare importanti vantaggi, dal momento che si tratta di una metodica attuabile fin dalla fase acuta dell’ictus, quando il paziente si trova ancora allettato e sono stati generalmente ben tollerati dai pazienti. E’ inoltre possibile ottenere una stimolazione continuativa e prolungata del paziente. L’applicazione dell’eye patching non richiede la presenza di particolari figure professionali e rende tale approccio terapeutico estremamente economico, versatile e facilmente eseguibile anche per periodi prolungati. E’ inoltre ipotizzabile la possibilità di protocolli di trattamento della NSU composti dall’associazione tra il trattamento logopedico convenzionale e l’applicazione di eye patching in modo tale da favorire ed accelerare nelle fasi acute di malattia il recupero funzionale del paziente. Dai dati da noi ottenuti possiamo quindi concludere che gli effetti del bendaggio binoculare a breve termine sono simili a quelli ottenuti con il tradizionale trattamento cognitivo, ma già a medio termine compaiono differenze significative. L’esiguità della casistica considerata (13 pazienti) non consente, tuttavia, di trarre giudizi risolutivi sulle questioni considerate nel paziente negligente. Ulteriori studi numericamente più consistenti, randomizzati e controllati, saranno necessari per giungere a conclusioni più certe.
2008
Neglect, ictus, riabilitazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/953715
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