L’afasia colpisce circa un terzo dei soggetti affetti da ictus cerebrale costituendo la principale fonte di disabilità. Attualmente vi è una grande variabilità del recupero dell’afasia e l’anomia rappresenta il più frequente deficit linguistico residuo. Allo stato attuale non sono stati individuati indici predittivi del recupero della denominazione post-ictus. Molti studi si interessano dell’evoluzione nel tempo del disturbo afasico, ma esistono pochi dati relativi al recupero a lungo termine. Obiettivi dello studio sono stati 1) analizzare l’andamento del recupero delle diverse funzioni linguistiche durante il primo anno dall’ictus cerebrale in pazienti afasici con lesione nell’emisfero sinistro; 2) individuare fattori linguistici che nella fase acuta possano predire il recupero della capacità di denominazione a 12 mesi dall’evento. Materiali e Metodi. Sono state analizzate le cartelle cliniche di pazienti afferiti al Reparto di Rieducazione Funzionale dall’anno 1995 all’anno 2012 con diagnosi di afasia in seguito ad ictus cerebrale. Il test scelto per l’analisi del disturbo del linguaggio è stato l’AAT (Aachener Aphasie Test), sottoposto ai pazienti a uno, 6 e 12 mesi dall’evento ictale. Le funzioni linguistiche analizzate sono state il linguaggio spontaneo, la comprensione non contestuale, la ripetizione, il linguaggio scritto, la denominazione e la comprensione uditiva. I dati demografici sono stati analizzati mediante analisi descrittive (media, range, deviazione standard). I dati ottenuti alle misure di outcome sono stati analizzati mediante correlazione di Pearson e Modello Lineare per misure ripetute. A tal scopo sono state considerate variabili indipendenti i punteggi ottenuti a un mese di distanza dall’ictus al Token Test, test di Ripetizione, linguaggio scritto e comprensione uditiva. Il punteggio ottenuto al test di denominazione a 12 mesi è stato considerato variabile dipendente. Livello di significatività P≤0.05. Software statistico R 2.9.1 Windows X86 machine. Risultati. Il presente studio permette di osservare, in rapporto con le più recenti fonti di letteratura, che le diverse funzioni linguistiche nei pazienti afasici si modificano ed evolvono nel tempo. Lo studio evidenzia inoltre come il recupero entro il primo mese della comprensione contestuale possa essere un indice predittivo del recupero della denominazione. Conclusioni. Questo dato innovativo in ambito riabilitativo potrebbe permettere una migliore valutazione delle capacità residue del paziente in fase acuta, una decisione più efficace di quali funzioni linguistiche trattare con maggiore intensità per stabilire obiettivi a breve e lungo termine con un’ottimizzazione delle risorse.
INDICI PREDITTIVI DEL RECUPERO DELLA CAPACITÀ DI DENOMINAZIONE NELL’AFASIA: STUDIO SU 196 PAZIENTI COLPITI DA ICTUS
Castellazzi, Paola;GANDOLFI, MariaLuisa;VARALTA, Valentina;PICELLI, Alessandro;Fonte, Cristina;Vallies, Gabriella;SMANIA, Nicola;
2013-01-01
Abstract
L’afasia colpisce circa un terzo dei soggetti affetti da ictus cerebrale costituendo la principale fonte di disabilità. Attualmente vi è una grande variabilità del recupero dell’afasia e l’anomia rappresenta il più frequente deficit linguistico residuo. Allo stato attuale non sono stati individuati indici predittivi del recupero della denominazione post-ictus. Molti studi si interessano dell’evoluzione nel tempo del disturbo afasico, ma esistono pochi dati relativi al recupero a lungo termine. Obiettivi dello studio sono stati 1) analizzare l’andamento del recupero delle diverse funzioni linguistiche durante il primo anno dall’ictus cerebrale in pazienti afasici con lesione nell’emisfero sinistro; 2) individuare fattori linguistici che nella fase acuta possano predire il recupero della capacità di denominazione a 12 mesi dall’evento. Materiali e Metodi. Sono state analizzate le cartelle cliniche di pazienti afferiti al Reparto di Rieducazione Funzionale dall’anno 1995 all’anno 2012 con diagnosi di afasia in seguito ad ictus cerebrale. Il test scelto per l’analisi del disturbo del linguaggio è stato l’AAT (Aachener Aphasie Test), sottoposto ai pazienti a uno, 6 e 12 mesi dall’evento ictale. Le funzioni linguistiche analizzate sono state il linguaggio spontaneo, la comprensione non contestuale, la ripetizione, il linguaggio scritto, la denominazione e la comprensione uditiva. I dati demografici sono stati analizzati mediante analisi descrittive (media, range, deviazione standard). I dati ottenuti alle misure di outcome sono stati analizzati mediante correlazione di Pearson e Modello Lineare per misure ripetute. A tal scopo sono state considerate variabili indipendenti i punteggi ottenuti a un mese di distanza dall’ictus al Token Test, test di Ripetizione, linguaggio scritto e comprensione uditiva. Il punteggio ottenuto al test di denominazione a 12 mesi è stato considerato variabile dipendente. Livello di significatività P≤0.05. Software statistico R 2.9.1 Windows X86 machine. Risultati. Il presente studio permette di osservare, in rapporto con le più recenti fonti di letteratura, che le diverse funzioni linguistiche nei pazienti afasici si modificano ed evolvono nel tempo. Lo studio evidenzia inoltre come il recupero entro il primo mese della comprensione contestuale possa essere un indice predittivo del recupero della denominazione. Conclusioni. Questo dato innovativo in ambito riabilitativo potrebbe permettere una migliore valutazione delle capacità residue del paziente in fase acuta, una decisione più efficace di quali funzioni linguistiche trattare con maggiore intensità per stabilire obiettivi a breve e lungo termine con un’ottimizzazione delle risorse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.