Con l. 9 agosto 2013, n. 94, di conversione del d.l. 1 luglio 2013, n. 78 recante "Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena", è stato innalzato, da quattro a cinque anni, il limite di pena per l'applicabilità della custodia cautelare in carcere (art. 280 comma 2 c.p.p.). In assenza di una specifica disposizione transitoria, si è posto il problema di stabilire se la custodia cautelare applicata prima della sopravvenuta modifica normativa perda efficacia, ove il titolo di custodia sia rappresentato da un reato per il quale quella misura non è più consentita. La soluzione offerta dalla Corte di cassazione è quella di ritenere che la modifica in esame debba senz'altro applicarsi ai procedimenti cautelari in corso al momento dell'entrata in vigore della suindicata l. n. 94/2013.
Condizioni di applicabilità della custodia cautelare in carcere e retroattività dello ius superveniens di favore
Guido, Elisabetta
2014-01-01
Abstract
Con l. 9 agosto 2013, n. 94, di conversione del d.l. 1 luglio 2013, n. 78 recante "Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena", è stato innalzato, da quattro a cinque anni, il limite di pena per l'applicabilità della custodia cautelare in carcere (art. 280 comma 2 c.p.p.). In assenza di una specifica disposizione transitoria, si è posto il problema di stabilire se la custodia cautelare applicata prima della sopravvenuta modifica normativa perda efficacia, ove il titolo di custodia sia rappresentato da un reato per il quale quella misura non è più consentita. La soluzione offerta dalla Corte di cassazione è quella di ritenere che la modifica in esame debba senz'altro applicarsi ai procedimenti cautelari in corso al momento dell'entrata in vigore della suindicata l. n. 94/2013.
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