Il saggio descrive il ruolo assunto dal Club Alpino Italiano (CAI) nella prima guerra mondiale, soffermandosi soprattutto sul contributo umano, logistico e propagandistico fornito all'esercito e in particolare alle truppe alpine, indiscusse protagoniste della guerra bianca combattuta sulle montagne del confine italo-austriaco. Nella prima parte del saggio il rapporto tra gli alpinisti e le truppe alpine è inquadrato come fenomeno di lunga durata, in quanto sin dagli anni Settanta dell'Ottocento la pratica dell'alpinismo fra le giovani generazioni assunse anche lo scopo di fornire loro un addestramento militare. Con l'approssimarsi della guerra i soci delle molte sezioni diffuse in tutto il territorio nazionale organizzarono conferenze interventiste e parteciparono a esercitazioni paramilitari. Dopo il 24 maggio 1915 circa un terzo dei diecimila soci fu arruolato in guerra (fra essi molti furono i volontari): la gran parte dei soci del CAI in armi componeva i ranghi degli ufficiali, ma il sodalizio si impegnò direttamente anche nel fornire al comando supremo indicazioni sull'equipaggiamento e guide, manuali e mappe. Le azioni condotte dagli alpini costituirono uno dei soggetti più popolari della resa letteraria e giornalistica del conflitto, anche per il vasto numero di pubblicazioni realizzate o sostenute dal CAI. Da un altro punto di vista le lettere dal fronte e i diari descrissero le durissime condizioni ambientali nelle quali i soldati vissero e combatterono sulle più alte cime del fronte alpino.
Il Club Alpino Italiano nella prima guerra mondiale: alpinisti e alpini nel teatro della guerra bianca
Zaffonato, Andrea
2015-01-01
Abstract
Il saggio descrive il ruolo assunto dal Club Alpino Italiano (CAI) nella prima guerra mondiale, soffermandosi soprattutto sul contributo umano, logistico e propagandistico fornito all'esercito e in particolare alle truppe alpine, indiscusse protagoniste della guerra bianca combattuta sulle montagne del confine italo-austriaco. Nella prima parte del saggio il rapporto tra gli alpinisti e le truppe alpine è inquadrato come fenomeno di lunga durata, in quanto sin dagli anni Settanta dell'Ottocento la pratica dell'alpinismo fra le giovani generazioni assunse anche lo scopo di fornire loro un addestramento militare. Con l'approssimarsi della guerra i soci delle molte sezioni diffuse in tutto il territorio nazionale organizzarono conferenze interventiste e parteciparono a esercitazioni paramilitari. Dopo il 24 maggio 1915 circa un terzo dei diecimila soci fu arruolato in guerra (fra essi molti furono i volontari): la gran parte dei soci del CAI in armi componeva i ranghi degli ufficiali, ma il sodalizio si impegnò direttamente anche nel fornire al comando supremo indicazioni sull'equipaggiamento e guide, manuali e mappe. Le azioni condotte dagli alpini costituirono uno dei soggetti più popolari della resa letteraria e giornalistica del conflitto, anche per il vasto numero di pubblicazioni realizzate o sostenute dal CAI. Da un altro punto di vista le lettere dal fronte e i diari descrissero le durissime condizioni ambientali nelle quali i soldati vissero e combatterono sulle più alte cime del fronte alpino.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.