INTRODUZIONE: Lo scopo dello studio è di valutare la sieroprevalenza di marker di infezione da HBV, HCV e HIV in un campione di immigrati irregolari per avviare sia un supporto sanitario per tali soggetti, che una prevenzione mirata a contatti e a conviventi e alla collettività in genere. MATERIALI E METODI L'indagine è stata condotta tra il 1° ottobre 2010 e il 1° ottobre 2012 in collaborazione col CESAIM (Centro Salute per Immigrati irregolari) di Verona, che presta assistenza sanitaria col supporto di medici volontari e con l'Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, Verona,. Per ogni persona indagata sono stati raccolti alcuni dati anagrafici (età, sesso, area di provenienza geografica) ed un campione di siero. Su questo è stata ricercata la positività per HBsAg (e quando presente anche il marker HBeAg), per HCV e per HIV. RISULTATI: L'indagine è stata condotta su 753 immigrati irregolari, di cui 68,1% maschi e 31,9% femmine (M:F=2,1). L'età media è risultata di 33 anni (DS 13,3). Provenienza del campione: Africa Sub Sahariana 69,8%, Asia 10,1%, Europa dell'est 9,0%, America Latina 7,1%, Nord Africa 3,9%. La positività all'HBsAg è stata riscontrata nel 8,5% dei casi (M: 84,3%; F:15,7%); il 7.5% degli HBsAg positivi risultava anche HBeAg positivo (M: 80%; F: 20%). La distribuzione della positività all'infezione da HBV (HBsAg+) per area geografica di provenienza è risultata: Africa Sub Sahariana 87,3%, Europa dell'est 11,2%, Nord Africa 1,5%. La positività all'infezione all'HCV e stata rilevata nel 2,2% dei soggetti (M: 61,6%; F:38,4%). Di questi il 76,9% proveniva dall' Africa Sub Sahariana, il 15,4% dall'Europa dell'est e il 7,7% dall'Asia. Gli HIV positivi sono risultati pari al 3.9% del campione indagato (M: 53,6%; F: 46,4%), con una prevalenza quasi esclusiva (96,4%) in soggetti provenienti dall'Africa Sub Sahariana e in una persona originaria dal Cile. In 2 casi si è rilevata una positività combinata ad HBsAg e HIV (Uganda e Camerun). Non sono state rilevate coinfezioni HBV+HCV e HCV+HIV. CONCLUSIONI: I dati evidenziano che la prevalenza di infezione per HBV e HIV nei soggetti studiati è maggiore rispetto a quella riscontrata nella popolazione autoctona mentre la prevalenza per HCV non risulta significativamente differente. Tali dati suggeriscono la necessità di sottoporre a screening gli immigrati per una precoce individuazione di infetti e malati da avviare ad appropriati trattamenti terapeutici e di counseilling. Tuttavia la difficoltà di accesso alle strutture del servizio sanitario della popolazione immigrata irregolarmente rappresenta un importante problema per lo screening e per il follow up e quindi per contenimento di queste ed altre patologie. Strutture quali il CESAIM di Verona possono perciò rappresentare un area sanitaria di grande utilità e supporto.
Valutazione sierologica delle infezioni a trasmissione parenterale/sessuale in immigrati irregolari della provincia di Verona
MAJORI, Silvia;Migliorini, Mariasole;Marchiori, Francesco;ZENERE, ALESSANDRA;
2013-01-01
Abstract
INTRODUZIONE: Lo scopo dello studio è di valutare la sieroprevalenza di marker di infezione da HBV, HCV e HIV in un campione di immigrati irregolari per avviare sia un supporto sanitario per tali soggetti, che una prevenzione mirata a contatti e a conviventi e alla collettività in genere. MATERIALI E METODI L'indagine è stata condotta tra il 1° ottobre 2010 e il 1° ottobre 2012 in collaborazione col CESAIM (Centro Salute per Immigrati irregolari) di Verona, che presta assistenza sanitaria col supporto di medici volontari e con l'Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, Verona,. Per ogni persona indagata sono stati raccolti alcuni dati anagrafici (età, sesso, area di provenienza geografica) ed un campione di siero. Su questo è stata ricercata la positività per HBsAg (e quando presente anche il marker HBeAg), per HCV e per HIV. RISULTATI: L'indagine è stata condotta su 753 immigrati irregolari, di cui 68,1% maschi e 31,9% femmine (M:F=2,1). L'età media è risultata di 33 anni (DS 13,3). Provenienza del campione: Africa Sub Sahariana 69,8%, Asia 10,1%, Europa dell'est 9,0%, America Latina 7,1%, Nord Africa 3,9%. La positività all'HBsAg è stata riscontrata nel 8,5% dei casi (M: 84,3%; F:15,7%); il 7.5% degli HBsAg positivi risultava anche HBeAg positivo (M: 80%; F: 20%). La distribuzione della positività all'infezione da HBV (HBsAg+) per area geografica di provenienza è risultata: Africa Sub Sahariana 87,3%, Europa dell'est 11,2%, Nord Africa 1,5%. La positività all'infezione all'HCV e stata rilevata nel 2,2% dei soggetti (M: 61,6%; F:38,4%). Di questi il 76,9% proveniva dall' Africa Sub Sahariana, il 15,4% dall'Europa dell'est e il 7,7% dall'Asia. Gli HIV positivi sono risultati pari al 3.9% del campione indagato (M: 53,6%; F: 46,4%), con una prevalenza quasi esclusiva (96,4%) in soggetti provenienti dall'Africa Sub Sahariana e in una persona originaria dal Cile. In 2 casi si è rilevata una positività combinata ad HBsAg e HIV (Uganda e Camerun). Non sono state rilevate coinfezioni HBV+HCV e HCV+HIV. CONCLUSIONI: I dati evidenziano che la prevalenza di infezione per HBV e HIV nei soggetti studiati è maggiore rispetto a quella riscontrata nella popolazione autoctona mentre la prevalenza per HCV non risulta significativamente differente. Tali dati suggeriscono la necessità di sottoporre a screening gli immigrati per una precoce individuazione di infetti e malati da avviare ad appropriati trattamenti terapeutici e di counseilling. Tuttavia la difficoltà di accesso alle strutture del servizio sanitario della popolazione immigrata irregolarmente rappresenta un importante problema per lo screening e per il follow up e quindi per contenimento di queste ed altre patologie. Strutture quali il CESAIM di Verona possono perciò rappresentare un area sanitaria di grande utilità e supporto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.