Il contributo, ispirandosi a un PRIN sul termalismo antico condotto dalle Università di Padova, Verona e Genova e dal CNR, nel corso del quale si sono raccolte tutte le testimonianze letterarie, epigrafiche e archeologiche sui siti termominerali dell’Italia romana noti in antico, si propone di capire se e come in età romana si utilizzassero le acque termali per curare in particolare le malattie dell’apparato osteomuscolare. Alcuni passi letterari e gli ex voto anatomici fittili di piedi, gambe, mani e braccia raccolti in alcuni siti termali sembrano dimostrare che nelle cure di lesioni o dolori di legamenti, muscoli e tendini si usavano in particolare – allora come oggi – le acque ricche di zolfo o le salso-bromo-iodiche: si evidenzia così la competenza empirica dei medici romani nel riconoscere le acque termominerali chimicamente diverse e nello sfruttarne le specifiche proprietà curative.
Ossa, tendini e aquae salutiferae
BASSO, Patrizia
2014-01-01
Abstract
Il contributo, ispirandosi a un PRIN sul termalismo antico condotto dalle Università di Padova, Verona e Genova e dal CNR, nel corso del quale si sono raccolte tutte le testimonianze letterarie, epigrafiche e archeologiche sui siti termominerali dell’Italia romana noti in antico, si propone di capire se e come in età romana si utilizzassero le acque termali per curare in particolare le malattie dell’apparato osteomuscolare. Alcuni passi letterari e gli ex voto anatomici fittili di piedi, gambe, mani e braccia raccolti in alcuni siti termali sembrano dimostrare che nelle cure di lesioni o dolori di legamenti, muscoli e tendini si usavano in particolare – allora come oggi – le acque ricche di zolfo o le salso-bromo-iodiche: si evidenzia così la competenza empirica dei medici romani nel riconoscere le acque termominerali chimicamente diverse e nello sfruttarne le specifiche proprietà curative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.