Il Macellum di Pozzuoli, una delle maggiori testimonianze archeologiche dell’area flegrea, dal momento della scoperta (1750) fino a tutto l’Ottocento ha rappresentato una meta obbligata per gli scienziati, gli archeologi e gli artisti impegnati nel Grand Tour. I fenomeni di oscillazione del suolo, l’inedita tipologia architettonica, il fascino visivo delle rovine suscitarono un dibattito nel corso del quale – per oltre un secolo e mezzo – ipotesi, discipline e approcci diversi si sono confrontati in maniera feconda. Di tale dibattito ci sono pervenute ampie testimonianze, documentali e visive, che rappresentano una fonte preziosa per riflettere sui processi di produzione e circolazione della conoscenza. A partire da una messa a fuoco degli aspetti epistemologici più interessanti di tale vicenda si cercherà di individuare le principali opportunità didattiche e divulgative che essa offre. Quale tipo di pubblico può trarre vantaggio da una conoscenza non superficiale della storia culturale del sito di Pozzuoli? Quali sono le potenzialità di tale strumento in rapporto alla situazione odierna della scuola italiana? Quali sono gli ostacoli vecchi e nuovi con i quali dobbiamo misurarci? Tale ricognizione dovrebbe consentire l’individuazione di alcuni punti sensibili dei quali è necessario tener conto se si vuole contribuire efficacemente al superamento di antichi stereotipi e nuove semplificazioni.
Il "Tempio di Serapide" a Pozzuoli: la storia delle interpretazioni e il suo uso pubblico nella didattica e nella divulgazione
CIANCIO, Luca
2015-01-01
Abstract
Il Macellum di Pozzuoli, una delle maggiori testimonianze archeologiche dell’area flegrea, dal momento della scoperta (1750) fino a tutto l’Ottocento ha rappresentato una meta obbligata per gli scienziati, gli archeologi e gli artisti impegnati nel Grand Tour. I fenomeni di oscillazione del suolo, l’inedita tipologia architettonica, il fascino visivo delle rovine suscitarono un dibattito nel corso del quale – per oltre un secolo e mezzo – ipotesi, discipline e approcci diversi si sono confrontati in maniera feconda. Di tale dibattito ci sono pervenute ampie testimonianze, documentali e visive, che rappresentano una fonte preziosa per riflettere sui processi di produzione e circolazione della conoscenza. A partire da una messa a fuoco degli aspetti epistemologici più interessanti di tale vicenda si cercherà di individuare le principali opportunità didattiche e divulgative che essa offre. Quale tipo di pubblico può trarre vantaggio da una conoscenza non superficiale della storia culturale del sito di Pozzuoli? Quali sono le potenzialità di tale strumento in rapporto alla situazione odierna della scuola italiana? Quali sono gli ostacoli vecchi e nuovi con i quali dobbiamo misurarci? Tale ricognizione dovrebbe consentire l’individuazione di alcuni punti sensibili dei quali è necessario tener conto se si vuole contribuire efficacemente al superamento di antichi stereotipi e nuove semplificazioni.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
CIANCIO 2015 Napoli impaginato CORRETTO 23846.doc
non disponibili
Tipologia:
Documento in Pre-print
Licenza:
Accesso ristretto
Dimensione
60 kB
Formato
Microsoft Word
|
60 kB | Microsoft Word | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.