Oggi l’uomo è pericolosamente prossimo ad un punto di non ritorno, in cui può decidere di cambiare rotta od accettare di vedere avverarsi ciò che più temeva l'economista statunitense Premio Nobel Paul Robin Krugmani, il quale sosteneva che le future generazioni non avrebbero più potuto contare, come avevano sempre fatto le precedenti, su di un tenore di vita migliore rispetto a quello di padri e nonni. Questo potrebbe avvenire perché è stato ormai sollevato il problema dell’assoluta carenza di risorse naturali, questione che per lungo tempo è stata risolta dai paesi più industrializzati con l’esclusione della maggioranza della popolazione mondiale dai consumi di massa propri dell’Occidente. Ma la problematica riguardante questa scarsità segue, ogni giorno di più, quella altrettanto drammatica che investe il clima e per la comunità scientifica è ormai ovvio che entrambi sono due facce di una stessa medaglia. Sempre più spesso, dunque, siamo chiamati a confrontarci non solo con la miseria, in preoccupante aumento in ogni Paese dopo la crisi economica globale iniziata nel 2008 e non ancora conclusasi, ma, anche, con tematiche come calamità naturali, eventi estremi, squilibri ecologici, avvenimenti pure essi in apparente, decisa crescita. Privazioni e mutamenti climatici hanno un costo economico e sociale altissimo e l’unico metodo per risolvere queste difficoltà parrebbe quello di ricondurre la dottrina al significato primigenio della parola economia, “oikos nomos”, che circa 2700 anni fa significava gestione della casa comune, ovvero la Terra, pianeta in cui viviamo. In questo contesto è da inquadrare il programma di studio interministeriale che ha per titolo “Modello integrato per l’evoluzione degli ecosistemi naturali ed agricoli in relazione ai cambiamenti climatici nell’area mediterranea (FISR-MICENA)”; il lavoro che qui si presenta è parte integrante dell’attività di ricerca n.19 di questo progetto.
Verifica degli impatti socioeconomici ed ambientali conseguenza dei mutamenti climatici in atto nel bacino del Mediterraneo, attraverso l’uso del telerilevamento satellitare
ZAMBERLAN, STEFANO
2011-01-01
Abstract
Oggi l’uomo è pericolosamente prossimo ad un punto di non ritorno, in cui può decidere di cambiare rotta od accettare di vedere avverarsi ciò che più temeva l'economista statunitense Premio Nobel Paul Robin Krugmani, il quale sosteneva che le future generazioni non avrebbero più potuto contare, come avevano sempre fatto le precedenti, su di un tenore di vita migliore rispetto a quello di padri e nonni. Questo potrebbe avvenire perché è stato ormai sollevato il problema dell’assoluta carenza di risorse naturali, questione che per lungo tempo è stata risolta dai paesi più industrializzati con l’esclusione della maggioranza della popolazione mondiale dai consumi di massa propri dell’Occidente. Ma la problematica riguardante questa scarsità segue, ogni giorno di più, quella altrettanto drammatica che investe il clima e per la comunità scientifica è ormai ovvio che entrambi sono due facce di una stessa medaglia. Sempre più spesso, dunque, siamo chiamati a confrontarci non solo con la miseria, in preoccupante aumento in ogni Paese dopo la crisi economica globale iniziata nel 2008 e non ancora conclusasi, ma, anche, con tematiche come calamità naturali, eventi estremi, squilibri ecologici, avvenimenti pure essi in apparente, decisa crescita. Privazioni e mutamenti climatici hanno un costo economico e sociale altissimo e l’unico metodo per risolvere queste difficoltà parrebbe quello di ricondurre la dottrina al significato primigenio della parola economia, “oikos nomos”, che circa 2700 anni fa significava gestione della casa comune, ovvero la Terra, pianeta in cui viviamo. In questo contesto è da inquadrare il programma di studio interministeriale che ha per titolo “Modello integrato per l’evoluzione degli ecosistemi naturali ed agricoli in relazione ai cambiamenti climatici nell’area mediterranea (FISR-MICENA)”; il lavoro che qui si presenta è parte integrante dell’attività di ricerca n.19 di questo progetto.File | Dimensione | Formato | |
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F. Luciani, M. Pierantozzi, S. Zamberlan, ASITA 2011.pdf
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