Sono note le figure storiche dei matematici – appunto Teodoro, Teeteto e Socrate il Giovane - deuteragonisti nei dialoghi indicati: si può perciò, per tale aspetto, riferirsi alla letteratura classica relativa (fra gli altri E. Sachs, Th. Heath). Accogliendo però la recente ipotesi ermeneutica di E. Ostenfeld, che tutti i personaggi dei dialoghi in qualche modo e misura “parlino per Platone”, è interessante e utile esaminare il ruolo filosofico problematico ivi svolto da tali matematici. Va chiarita anzitutto la ragione per cui proprio costoro siano, volta a volta e in modo certo disomogeneo, interlocutori adeguati rispettivamente di Socrate e dello Straniero per il problema centrale discusso nelle tre opere e se tale ragione resti poi costante, per ognuno di tali personaggi, da una all’altra di esse. Vanno approfondite in particolare le ragioni del lusinghiero giudizio pronunciato – nel Teeteto e nel Sofista - sul giovane matematico ateniese (che farebbe, seppur nella bruttezza, da “specchio” allo stesso Socrate e che è simile, per alcune doti ascrittegli, perfino al filosofo-re della Repubblica); va chiarito il senso filosofico del suo allenamento a “raccogliere in uno” e a “bipartire” poi i materiali aritmetico-geometrici, procedura che lo avvicina alle pratiche dialettiche della sunagoghè e della diàiresis; va discusso il motivo per cui, nel primo dialogo, proprio lui discuta con Socrate una teoria dell’àisthesis di stampo protagoreo più adeguata forse, storicamente, al suo maestro, il cireneo Teodoro. Va delineato il compito specifico anche di tale autorevole figura nel Teeteto (capacità di giudicare la virtù e saggezza delle anime) e nel Sofista e quello di Socrate il Giovane, solo citato nei primi due dialoghi e chiamato invece, nel Politico, a sostituire Teeteto quale deuteragonista. Sempre tenendo presente ed evitando di banalizzare e forzare gli specifici contesti drammatici dei tre testi, va indagato infine se siano i loro contenuti filosofici complessi (la conoscenza e i limiti del relativismo, il falso e il non essere, la figura del politico) o piuttosto il metodo dialettico ormai maturo in essi impiegato a legittimare o forse perfino ad esigere dei matematici quali interlocutori di un Socrate ormai vecchio, al quale però già nel secondo dialogo subentra, quale protagonista, un significativo e non meno problematico Straniero di Elea.

Teodoro, Teeteto, Socrate il Giovane. I matematici deuteragonisti nel 'Teeteto', 'Sofista', 'Politico'

NAPOLITANO, Linda
2011-01-01

Abstract

Sono note le figure storiche dei matematici – appunto Teodoro, Teeteto e Socrate il Giovane - deuteragonisti nei dialoghi indicati: si può perciò, per tale aspetto, riferirsi alla letteratura classica relativa (fra gli altri E. Sachs, Th. Heath). Accogliendo però la recente ipotesi ermeneutica di E. Ostenfeld, che tutti i personaggi dei dialoghi in qualche modo e misura “parlino per Platone”, è interessante e utile esaminare il ruolo filosofico problematico ivi svolto da tali matematici. Va chiarita anzitutto la ragione per cui proprio costoro siano, volta a volta e in modo certo disomogeneo, interlocutori adeguati rispettivamente di Socrate e dello Straniero per il problema centrale discusso nelle tre opere e se tale ragione resti poi costante, per ognuno di tali personaggi, da una all’altra di esse. Vanno approfondite in particolare le ragioni del lusinghiero giudizio pronunciato – nel Teeteto e nel Sofista - sul giovane matematico ateniese (che farebbe, seppur nella bruttezza, da “specchio” allo stesso Socrate e che è simile, per alcune doti ascrittegli, perfino al filosofo-re della Repubblica); va chiarito il senso filosofico del suo allenamento a “raccogliere in uno” e a “bipartire” poi i materiali aritmetico-geometrici, procedura che lo avvicina alle pratiche dialettiche della sunagoghè e della diàiresis; va discusso il motivo per cui, nel primo dialogo, proprio lui discuta con Socrate una teoria dell’àisthesis di stampo protagoreo più adeguata forse, storicamente, al suo maestro, il cireneo Teodoro. Va delineato il compito specifico anche di tale autorevole figura nel Teeteto (capacità di giudicare la virtù e saggezza delle anime) e nel Sofista e quello di Socrate il Giovane, solo citato nei primi due dialoghi e chiamato invece, nel Politico, a sostituire Teeteto quale deuteragonista. Sempre tenendo presente ed evitando di banalizzare e forzare gli specifici contesti drammatici dei tre testi, va indagato infine se siano i loro contenuti filosofici complessi (la conoscenza e i limiti del relativismo, il falso e il non essere, la figura del politico) o piuttosto il metodo dialettico ormai maturo in essi impiegato a legittimare o forse perfino ad esigere dei matematici quali interlocutori di un Socrate ormai vecchio, al quale però già nel secondo dialogo subentra, quale protagonista, un significativo e non meno problematico Straniero di Elea.
2011
9783896655172
Platone; Teeteto Sofista Politico; matematica matematici
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/385234
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact