Quando si confrontano due lingue, si pone subito il problema della traduzione reciproca. All’interno degli studi di traduttologia è ormai comunemente accettato che l’equivalenza assoluta sia difficile da riproporre e ricercare, e che tradurre significa in primo luogo “capire il sistema interno di una lingua e la struttura di un testo dato in quella lingua, e costruire un doppio del sistema testuale, che sotto una certa descrizione, possa riprodurre effetti analoghi nel lettore” (Eco 2003: 16). Pertanto, se la traduzione presuppone un processo di negoziazione tra il testo fonte, il testo di arrivo e le rispettive lingue e culture, tradurre la metafora, vista come la concettualizzazione di un dominio concreto in termini di uno astratto, costituisce un’ulteriore complessificazione, ed un doppio transfer, con un passaggio sia intralinguistico che interlinguistico, poiché le espressioni metaforiche rimandano spesso a salienze culturali ben precise che sottendono a determinate visioni del mondo, talvolta difficili da riprodurre in contesti linguistico-culturali differenti . Questo studio propone una comparazione tra la lingua inglese e quella italiana negli usi metaforici dei verbi di percezione visiva, con particolare riferimento al verbo see- vedere, e dei termini descrittori della temperatura, mettendo in luce analogie e differenze in base a dati ricavati da corpora. Lo sfondo teorico all’interno del quale questo lavoro si colloca è la teoria della metafora concettuale proposta da Lakoff e Johnson (1980), e più in generale gli studi di orientamento cognitivista volti a cercare invarianti all’interno di pattern metaforici in lingue diverse. Secondo tale paradigma di ricerca, la metafora più che un artificio o un’espressione figurativa, è una relazione tra domini concettuali diversi, che sono mappati l’uno sull’altro, e costituisce un prodotto di operazioni cognitive. Le metafore non sono le espressioni linguistiche, ma le strutture soggiacenti, di cui le prime sarebbero le instanziazioni, e che riflettono un modo di concettualizzare il dominio in questione tramite una serie di corrispondenze. A questo proposito espressioni come ‘Dovresti tenere gli occhi aperti su di lui’, o ‘Vorrei vederci chiaro in questa faccenda’ sono ritenute esempi linguistici della metafora concettuale VEDERE E’ CONOSCERE.

Metafore e traducibilità: studio di alcuni pattern metaforici in inglese e in italiano

LORENZETTI, Maria Ivana
2011-01-01

Abstract

Quando si confrontano due lingue, si pone subito il problema della traduzione reciproca. All’interno degli studi di traduttologia è ormai comunemente accettato che l’equivalenza assoluta sia difficile da riproporre e ricercare, e che tradurre significa in primo luogo “capire il sistema interno di una lingua e la struttura di un testo dato in quella lingua, e costruire un doppio del sistema testuale, che sotto una certa descrizione, possa riprodurre effetti analoghi nel lettore” (Eco 2003: 16). Pertanto, se la traduzione presuppone un processo di negoziazione tra il testo fonte, il testo di arrivo e le rispettive lingue e culture, tradurre la metafora, vista come la concettualizzazione di un dominio concreto in termini di uno astratto, costituisce un’ulteriore complessificazione, ed un doppio transfer, con un passaggio sia intralinguistico che interlinguistico, poiché le espressioni metaforiche rimandano spesso a salienze culturali ben precise che sottendono a determinate visioni del mondo, talvolta difficili da riprodurre in contesti linguistico-culturali differenti . Questo studio propone una comparazione tra la lingua inglese e quella italiana negli usi metaforici dei verbi di percezione visiva, con particolare riferimento al verbo see- vedere, e dei termini descrittori della temperatura, mettendo in luce analogie e differenze in base a dati ricavati da corpora. Lo sfondo teorico all’interno del quale questo lavoro si colloca è la teoria della metafora concettuale proposta da Lakoff e Johnson (1980), e più in generale gli studi di orientamento cognitivista volti a cercare invarianti all’interno di pattern metaforici in lingue diverse. Secondo tale paradigma di ricerca, la metafora più che un artificio o un’espressione figurativa, è una relazione tra domini concettuali diversi, che sono mappati l’uno sull’altro, e costituisce un prodotto di operazioni cognitive. Le metafore non sono le espressioni linguistiche, ma le strutture soggiacenti, di cui le prime sarebbero le instanziazioni, e che riflettono un modo di concettualizzare il dominio in questione tramite una serie di corrispondenze. A questo proposito espressioni come ‘Dovresti tenere gli occhi aperti su di lui’, o ‘Vorrei vederci chiaro in questa faccenda’ sono ritenute esempi linguistici della metafora concettuale VEDERE E’ CONOSCERE.
2011
9788878705951
traduzione; metafora; verbo "see/vedere"; descrittori della temperatura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/375028
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