In questo saggio ho mostrato come il processo di “sensibilizzazione” della “riflessione”, di cui parla Paulo Jesus all’interno della recente monografia Poétique de l’ipse. Etude sur le Je pense kantien (2008), veda in Kant uno dei «momenti» principali, ma non abbia inizio con quella che Jesus definisce «la reinvenzione lockiana del senso interno». In Locke l’accostamento tra reflection e sensibilità, da cui il concetto di internal o inward sense, ha infatti una valenza più metaforica che non esplicativa della natura della riflessione, lasciando impregiudicata l’eterogeneità di quest’ultima e dei suoi contenuti rispetto alla sensazione e alle idee che il senso esterno offre al mind (perché a Locke interessa richiamare l’attenzione alla matrice originaria di ogni «sentire», ossia l’aver presente e manifesto un contenuto). In Kant, al contrario, si assiste alla definizione del senso interno come una tipologia di conoscenza sensitiva in senso stretto, anzi, come la stessa «ricettività-capacità di essere affètti» (ponendosi in accordo con una linea interpretativa di sentiment intérieur e sensus internus che annovera Malebranche e Baumgarten tra i principali esponenti). Il concetto di Überlegung pare invece mantenere in Kant un significato più specifico, una valenza più affine alla reflection lockiana: si può a tal proposito intravedere l’influsso di ben precisi modelli di riferimento teoretici dell’illuminismo tedesco e inglese, quali, in primis, Christian Wolff e David Hume, due pensatori in cui la riflessione conserva il significato di re-vertere attenzionale del soggetto su se stesso e sulle proprie funzioni psichico-cognitive.

Senso interno e riflessione in Locke e Kant: dall’«inward perception» all’«innerer Sinn»

POGGI, Davide
2011-01-01

Abstract

In questo saggio ho mostrato come il processo di “sensibilizzazione” della “riflessione”, di cui parla Paulo Jesus all’interno della recente monografia Poétique de l’ipse. Etude sur le Je pense kantien (2008), veda in Kant uno dei «momenti» principali, ma non abbia inizio con quella che Jesus definisce «la reinvenzione lockiana del senso interno». In Locke l’accostamento tra reflection e sensibilità, da cui il concetto di internal o inward sense, ha infatti una valenza più metaforica che non esplicativa della natura della riflessione, lasciando impregiudicata l’eterogeneità di quest’ultima e dei suoi contenuti rispetto alla sensazione e alle idee che il senso esterno offre al mind (perché a Locke interessa richiamare l’attenzione alla matrice originaria di ogni «sentire», ossia l’aver presente e manifesto un contenuto). In Kant, al contrario, si assiste alla definizione del senso interno come una tipologia di conoscenza sensitiva in senso stretto, anzi, come la stessa «ricettività-capacità di essere affètti» (ponendosi in accordo con una linea interpretativa di sentiment intérieur e sensus internus che annovera Malebranche e Baumgarten tra i principali esponenti). Il concetto di Überlegung pare invece mantenere in Kant un significato più specifico, una valenza più affine alla reflection lockiana: si può a tal proposito intravedere l’influsso di ben precisi modelli di riferimento teoretici dell’illuminismo tedesco e inglese, quali, in primis, Christian Wolff e David Hume, due pensatori in cui la riflessione conserva il significato di re-vertere attenzionale del soggetto su se stesso e sulle proprie funzioni psichico-cognitive.
2011
9783487147321
Kant; Locke; senso interno; senso esterno; inward perception; outward perception; tempo; ricettività; sensazione; percezione; riflessione; introspezione
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