L’affermazione di Shakespeare che “il mondo intero è un palcoscenico, e gli uomini e le donne, tutti, non sono che attori” trova la sua realizzazione più compiuta nell’opera Antonio e Cleopatra. In particolare, nel testo si staglia la figura immortale di Cleopatra, una delle regine più famose, seppur ambigue, della storia, nei suoi molteplici ruoli di regnante, amante e, soprattutto, attrice. Le sue parole e i suoi gesti sono tesi a comunicare un’immagine specifica di sé ai suoi interlocutori del mondo antico così come agli spettatori contemporanei. La funzione propagandistica del concetto di legittimità espresso dal teatro del tempo era ben caro ai sovrani rinascimentali; di conseguenza i diversi programmi politici espressi dai regnanti in Antonio e Cleopatra sono ancor più emblematici alla luce della situazione politica in cui il dramma venne scritto. Tale ottica di lettura dona un ulteriore livello interpretativo alla tragedia evidenziandone sia l’intento storico e di intrattenimento, sia, e soprattutto, il suo valore di vera e propria “storia” della monarchia nel periodo di transizione tra i regni elisabettiano e giacobiano. In questa sede si dimostrerà come la forza militare e la vittoria sul campo di battaglia non siano sufficienti a sancire la fama perenne del condottiero stesso se non affiancate da una efficace “propaganda” strategica. Shakespeare dona vita e voce alla “enchanting queen” del suo periodo storico grazie alla vita, alle gesta e alla voce di una regina, vissuta in un tempo storico ben più remoto, capace di mettere abilmente in scena il suo potere personale e, di conseguenza, il potere del Paese da lei governato.
La messa in scena del potere in Antonio e Cleopatra di William Shakespeare
DOERR, Roxanne Barbara
2011-01-01
Abstract
L’affermazione di Shakespeare che “il mondo intero è un palcoscenico, e gli uomini e le donne, tutti, non sono che attori” trova la sua realizzazione più compiuta nell’opera Antonio e Cleopatra. In particolare, nel testo si staglia la figura immortale di Cleopatra, una delle regine più famose, seppur ambigue, della storia, nei suoi molteplici ruoli di regnante, amante e, soprattutto, attrice. Le sue parole e i suoi gesti sono tesi a comunicare un’immagine specifica di sé ai suoi interlocutori del mondo antico così come agli spettatori contemporanei. La funzione propagandistica del concetto di legittimità espresso dal teatro del tempo era ben caro ai sovrani rinascimentali; di conseguenza i diversi programmi politici espressi dai regnanti in Antonio e Cleopatra sono ancor più emblematici alla luce della situazione politica in cui il dramma venne scritto. Tale ottica di lettura dona un ulteriore livello interpretativo alla tragedia evidenziandone sia l’intento storico e di intrattenimento, sia, e soprattutto, il suo valore di vera e propria “storia” della monarchia nel periodo di transizione tra i regni elisabettiano e giacobiano. In questa sede si dimostrerà come la forza militare e la vittoria sul campo di battaglia non siano sufficienti a sancire la fama perenne del condottiero stesso se non affiancate da una efficace “propaganda” strategica. Shakespeare dona vita e voce alla “enchanting queen” del suo periodo storico grazie alla vita, alle gesta e alla voce di una regina, vissuta in un tempo storico ben più remoto, capace di mettere abilmente in scena il suo potere personale e, di conseguenza, il potere del Paese da lei governato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.