Nel seguito propongo una linea di lettura che mostra come la filosofia aristotelica abbia costantemente influenzato le discussioni sulla teoria della soggettività e ciò in misura assai maggiore di quanto non abbia fatto la filosofia platonica, della quale l’intera storia del pensiero, a detta di Alfred North Whitehead, non sarebbe che una nota a pie’ di pagina. Guarderò alla storia del concetto di soggetto, alla storia dell’idea di modernità e ovviamente alla storia della tradizione aristotelica. La mia tesi è che la genesi della modernità non sia patrimonio esclusivo della tradizione platonica, nella linea che da Socrate arriva a Bacon, Descartes e Pascal passando per Agostino, come ha argomentato Maurice de Gandillac. Gli aristotelici hanno contribuito altrettanto, in verità molto di più. Mentre i platonici sostengono che i sistemi sono extra mentem, in rebus, che sono dunque realia, principia che si riferiscono alle cose stesse come primae notiones, gli aristotelici sostengono che ogni teoria presuppone un abito intellettuale, che è in mente, a rebus seiunctus, instrumentalis e che considera notiones secundae. Per fare un esempio tra i più cospicui, la definizione della logica per millenni è stata essenzialmente duplice: da una parte la logica come abilità umana e dunque aristotelicamente un habitus, dall’altra la logica come corpus dottrinale risultante dall’uso di quell’abilità codificato in una platonica ars externa e, con gli stoici, in un su/sthma. Ancora Kant menziona questi due aspetti in una delle sue Logiknachschriften, la Logik Philippi, quando spiega che «1) La filosofia abituale è una disposizione a esser capace di filosofare, e 2) la filosofia disciplinare è la connessione (un sistema) di proposizioni».

Soggetto e determinazione in Aristotele

POZZO, Riccardo
2008-01-01

Abstract

Nel seguito propongo una linea di lettura che mostra come la filosofia aristotelica abbia costantemente influenzato le discussioni sulla teoria della soggettività e ciò in misura assai maggiore di quanto non abbia fatto la filosofia platonica, della quale l’intera storia del pensiero, a detta di Alfred North Whitehead, non sarebbe che una nota a pie’ di pagina. Guarderò alla storia del concetto di soggetto, alla storia dell’idea di modernità e ovviamente alla storia della tradizione aristotelica. La mia tesi è che la genesi della modernità non sia patrimonio esclusivo della tradizione platonica, nella linea che da Socrate arriva a Bacon, Descartes e Pascal passando per Agostino, come ha argomentato Maurice de Gandillac. Gli aristotelici hanno contribuito altrettanto, in verità molto di più. Mentre i platonici sostengono che i sistemi sono extra mentem, in rebus, che sono dunque realia, principia che si riferiscono alle cose stesse come primae notiones, gli aristotelici sostengono che ogni teoria presuppone un abito intellettuale, che è in mente, a rebus seiunctus, instrumentalis e che considera notiones secundae. Per fare un esempio tra i più cospicui, la definizione della logica per millenni è stata essenzialmente duplice: da una parte la logica come abilità umana e dunque aristotelicamente un habitus, dall’altra la logica come corpus dottrinale risultante dall’uso di quell’abilità codificato in una platonica ars externa e, con gli stoici, in un su/sthma. Ancora Kant menziona questi due aspetti in una delle sue Logiknachschriften, la Logik Philippi, quando spiega che «1) La filosofia abituale è una disposizione a esser capace di filosofare, e 2) la filosofia disciplinare è la connessione (un sistema) di proposizioni».
2008
9788849622502
Soggetto; determinazione; Aristotele
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/322599
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