Corazzini non è stato solo il poeta delicato, il tenero «fanciullo bianco» le cui «piccole mani sono pure / come quelle dei santi di cera» (L’ultimo sogno), l’enfatico ed esangue cantore di flore appassite, che l’iconografia ufficiale si è troppo spesso rassegnata nel volerci restituire. Corazzini fu e rimane anzitutto, nelle sue prove più riuscite, l’osservatore attivo di una catastrofe, il cronista complice di una dissoluzione cosmica.

Le stelle, gli occhi di Corazzini

TUPPINI, Tommaso
2007-01-01

Abstract

Corazzini non è stato solo il poeta delicato, il tenero «fanciullo bianco» le cui «piccole mani sono pure / come quelle dei santi di cera» (L’ultimo sogno), l’enfatico ed esangue cantore di flore appassite, che l’iconografia ufficiale si è troppo spesso rassegnata nel volerci restituire. Corazzini fu e rimane anzitutto, nelle sue prove più riuscite, l’osservatore attivo di una catastrofe, il cronista complice di una dissoluzione cosmica.
2007
Corazzini; poesia; stelle
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/312368
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