Scopo di questo lavoro è fornire uno studio sistematico degli effetti dimensionali propri di configurazioni percettive caratterizzate da superfici che retinicamente giacciono in giustapposizione ma che fenomenicamente vengono stratificate in figure intere e sovrapposte. Ciò che si può osservare effettuando un confronto simultaneo fra un quadrilatero disegnato a tratto e lo stesso quadrilatero coperto parzialmente da una rettangolo nero, è che il quadrilatero che appartiene alla configurazione di occlusione apparirà avere una estensione orizzontale minore di quella del quadrilatero presentato in isolamento. Tale effetto di contrazione fenomenica delle superfici parzialmente occluse è stato per la prima volta esplicitato da Kanizsa nel 1975. L’autore spiega tale effetto con un'ipotesi di natura energetica, per cui la superficie parzialmente coperta verrebbe contratta nella sua dimensione orizzontale a causa del fatto che il sistema percettivo deve colmare il gap di informazione locale presente fra i due contorni condivisi per sopperire alla frammentazione dell’immagine retinica e consegnare a livello percettivo il vissuto di un percetto intero. Naturalmente tale ipotesi prevede che vi sia un effetto dimensionale solo sulla estensione orizzontale della superficie parzialmente coperta. Tale predizione è stata sconfermata da Vezzani (1994) che riscontra, su stimoli simili a quelli usati da Kanizsa, un effetto dimensionale di contrazione sulla estensione verticale della superficie occludente. L’esperimento che abbiamo condotto intende testare la bontà delle diverse ipotesi eseguendo una misurazione degli effetti dimensionali presenti nelle diverse estensioni (verticale-orizzontale) di configurazioni di occlusione del tipo di quelle usate da Kanizsa, sulle due parti che fenomenicamente costituiscono il percetto stratificato (occludente e occlusa). I risultati indicano la presenza di almeno tre effetti dimensionali: effetto di contrazione fenomenica dell’estensione orizzontale dell’occluso; effetto di estensione fenomenica dell’estensione verticale dell’occluso; effetto di espansione fenomenica dell’estensione orizzontale dell’occludente. I risultati di questa ricerca sembrano congruenti con una ipotesi che tenga in considerazione l’effetto della configurazione intesa come Gestalt percettiva sulla dimensione fenomenica delle parti che la determinano. Si suggerisce pertanto una nuova ipotesi basata sull’assunzione che gli effetti dimensionali dell’occlusione siano dovuti allo spreading-in/spreading-out di qualità superficiali attraverso i due contorni condivisi che caratterizzano la configurazione.

Modale/amodale: l’occluso si restringe l’occludente si allarga.

GALMONTE, Alessandra
2001-01-01

Abstract

Scopo di questo lavoro è fornire uno studio sistematico degli effetti dimensionali propri di configurazioni percettive caratterizzate da superfici che retinicamente giacciono in giustapposizione ma che fenomenicamente vengono stratificate in figure intere e sovrapposte. Ciò che si può osservare effettuando un confronto simultaneo fra un quadrilatero disegnato a tratto e lo stesso quadrilatero coperto parzialmente da una rettangolo nero, è che il quadrilatero che appartiene alla configurazione di occlusione apparirà avere una estensione orizzontale minore di quella del quadrilatero presentato in isolamento. Tale effetto di contrazione fenomenica delle superfici parzialmente occluse è stato per la prima volta esplicitato da Kanizsa nel 1975. L’autore spiega tale effetto con un'ipotesi di natura energetica, per cui la superficie parzialmente coperta verrebbe contratta nella sua dimensione orizzontale a causa del fatto che il sistema percettivo deve colmare il gap di informazione locale presente fra i due contorni condivisi per sopperire alla frammentazione dell’immagine retinica e consegnare a livello percettivo il vissuto di un percetto intero. Naturalmente tale ipotesi prevede che vi sia un effetto dimensionale solo sulla estensione orizzontale della superficie parzialmente coperta. Tale predizione è stata sconfermata da Vezzani (1994) che riscontra, su stimoli simili a quelli usati da Kanizsa, un effetto dimensionale di contrazione sulla estensione verticale della superficie occludente. L’esperimento che abbiamo condotto intende testare la bontà delle diverse ipotesi eseguendo una misurazione degli effetti dimensionali presenti nelle diverse estensioni (verticale-orizzontale) di configurazioni di occlusione del tipo di quelle usate da Kanizsa, sulle due parti che fenomenicamente costituiscono il percetto stratificato (occludente e occlusa). I risultati indicano la presenza di almeno tre effetti dimensionali: effetto di contrazione fenomenica dell’estensione orizzontale dell’occluso; effetto di estensione fenomenica dell’estensione verticale dell’occluso; effetto di espansione fenomenica dell’estensione orizzontale dell’occludente. I risultati di questa ricerca sembrano congruenti con una ipotesi che tenga in considerazione l’effetto della configurazione intesa come Gestalt percettiva sulla dimensione fenomenica delle parti che la determinano. Si suggerisce pertanto una nuova ipotesi basata sull’assunzione che gli effetti dimensionali dell’occlusione siano dovuti allo spreading-in/spreading-out di qualità superficiali attraverso i due contorni condivisi che caratterizzano la configurazione.
2001
completamento amodale; occlusione; effetti di induzione
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