Nel fenomeno del contrasto acromatico simultaneo un elemento grigio si arricchisce di una componente complementare a quella del colore dello sfondo su cui giace. Questo effetto è stato spiegato sulla base di meccanismi locali di inibizione laterale. Ci sono, tuttavia, numerosi fenomeni che mettono in crisi una spiegazione degli effetti di contrasto basata su interazioni locali. Già nel 1924, Benary aveva fornito un esempio di come i processi di organizzazione percettiva modificano il modo di apparire di superfici acromatiche indipendentemente dall'intensità locale della stimolazione. Alcuni autori hanno fornito altre evidenze a favore di questa spiegazione (Agostini, 1999; Agostini e Galmonte, 2000; Agostini e Proffitt, 1993; Galmonte e Agostini, 1997; Galmonte e Agostini, 1998; White, 1979). In questa ricerca, si è voluto misurare separatamente l’effetto osservato da Benary. A tale scopo, è stata utilizzata la configurazione di Benary, il suo negativo e altre configurazioni derivate da essa e misurate mediante una scala Munsell su sfondo bianco in condizioni di illuminazione Gelb (Agostini e Bruno, 1996) o di presentazione su monitor. Sorprendentemente, in tutti i display testati e per entrambi i tipi di presentazione, si è registrato un effetto di contrasto con il nero ma un effetto di assimilazione con il bianco, vale a dire che il grigio scelto dalla scala per eguagliare il target appartenente alla regione bianca era più bianco di quello obiettivo. Dai dati osservati sembrerebbe che l’effetto Benary sia determinato dall’effetto di contrasto che subisce la regione appartenente all’area nera. Questo potrebbe fornire una ragione sull’entità ridotta dell’effetto Benary solitamente riportato in letteratura, mentre l’effetto di assimilazione riscontrato nel caso in cui il target appartenga all’area bianca fornirebbe importanti indicazioni sull’articolarsi delle relazioni di appartenenza in una scena visiva.

Assimilazione e contrasto nell’effetto Benary.

GALMONTE, Alessandra
2001-01-01

Abstract

Nel fenomeno del contrasto acromatico simultaneo un elemento grigio si arricchisce di una componente complementare a quella del colore dello sfondo su cui giace. Questo effetto è stato spiegato sulla base di meccanismi locali di inibizione laterale. Ci sono, tuttavia, numerosi fenomeni che mettono in crisi una spiegazione degli effetti di contrasto basata su interazioni locali. Già nel 1924, Benary aveva fornito un esempio di come i processi di organizzazione percettiva modificano il modo di apparire di superfici acromatiche indipendentemente dall'intensità locale della stimolazione. Alcuni autori hanno fornito altre evidenze a favore di questa spiegazione (Agostini, 1999; Agostini e Galmonte, 2000; Agostini e Proffitt, 1993; Galmonte e Agostini, 1997; Galmonte e Agostini, 1998; White, 1979). In questa ricerca, si è voluto misurare separatamente l’effetto osservato da Benary. A tale scopo, è stata utilizzata la configurazione di Benary, il suo negativo e altre configurazioni derivate da essa e misurate mediante una scala Munsell su sfondo bianco in condizioni di illuminazione Gelb (Agostini e Bruno, 1996) o di presentazione su monitor. Sorprendentemente, in tutti i display testati e per entrambi i tipi di presentazione, si è registrato un effetto di contrasto con il nero ma un effetto di assimilazione con il bianco, vale a dire che il grigio scelto dalla scala per eguagliare il target appartenente alla regione bianca era più bianco di quello obiettivo. Dai dati osservati sembrerebbe che l’effetto Benary sia determinato dall’effetto di contrasto che subisce la regione appartenente all’area nera. Questo potrebbe fornire una ragione sull’entità ridotta dell’effetto Benary solitamente riportato in letteratura, mentre l’effetto di assimilazione riscontrato nel caso in cui il target appartenga all’area bianca fornirebbe importanti indicazioni sull’articolarsi delle relazioni di appartenenza in una scena visiva.
2001
assimilazione; contrasto; organizzazione percettiva
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/310146
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