La sentenza in esame si occupa della migrazione dei versamenti spontanei dei soci dal passivo (debiti) al patrimonio netto (riserve) nel bilancio d'esercizio. La sentenza stabilisce che accertare se i versamenti dei soci costituiscono un prestito o un conferimento è una questione di interpretazione dell'effettiva volontà delle parti. La sentenza stabilisce che in assenza di pattuizioni esplicite ed univoche tra soci, o tra soci e società, vi sarebbe una presunzione (semplice) che il versamento sia fatto a titolo di conferimento. Si afferma che, presumere che costituisca un apporto anziché un prestito ogni versamento effettuato dai soci alla società laddove manchi una esplicita ed espressa titolazione non sembra convincente perché non si rinviene un fondamento di tale presunzione.
"Migrazione" dei versamenti soci nel bilancio
TANTINI, Giovanni
2003-01-01
Abstract
La sentenza in esame si occupa della migrazione dei versamenti spontanei dei soci dal passivo (debiti) al patrimonio netto (riserve) nel bilancio d'esercizio. La sentenza stabilisce che accertare se i versamenti dei soci costituiscono un prestito o un conferimento è una questione di interpretazione dell'effettiva volontà delle parti. La sentenza stabilisce che in assenza di pattuizioni esplicite ed univoche tra soci, o tra soci e società, vi sarebbe una presunzione (semplice) che il versamento sia fatto a titolo di conferimento. Si afferma che, presumere che costituisca un apporto anziché un prestito ogni versamento effettuato dai soci alla società laddove manchi una esplicita ed espressa titolazione non sembra convincente perché non si rinviene un fondamento di tale presunzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.