Il contributo ripropone, con note bibliografiche, l’intervento al Congresso di Messina del maggio 2024 intitolato Diritto antidiscriminatorio e trasformazioni del lavoro e si sofferma sulle sfide (anche ermeneutiche) per la comunità lavoristica derivanti dal più intenso rapporto tra diritto del lavoro e diritto antidiscriminatorio. Nel contributo, si conferma che la riflessione giuslavoristica sull’uguaglianza non è una novità e non può esserlo: è la ragione stessa del diritto del lavoro. La sfida per la riflessione scientifica deve comprendere approcci e strumenti diversi anche in ragione del mutamento di contesto sociale, produttivo, tecnologico di riferimento. Ma in questi giorni partecipiamo ad una riflessione in cui il diritto del lavoro si rapporta, non senza fatica, al diritto antidiscriminatorio. Nelle conclusioni l’A. si sofferma sul lascito di Messina 2024 alla comunità scientifica lavoristica, quello di diritto del lavoro contemporaneo che pratica l’opzione (metodologica) integrata del sistema e del sottosistema, supportata da una teoria dell’interpretazione giuridica attenta all’assetto multilevel delle fonti (con un’opzione a favore dell’interpretazione sistematica e/o dell’interpretazione conforme al diritto, considerato lo stretto rapporto con il diritto dell’UE). L’art. 15 dello Statuto dei lavoratori cambia costantemente testo e linea interpretativa in ragione di questo necessario approccio integrato e per noi rimane, comunque, nel corso del tempo, l’architrave strutturale di questa integrazione di sistemi. Come a dire che nel diritto del lavoro contemporaneo ha cittadinanza la risposta plurale al potere senza limiti e questa risposta non è più solo il diritto inderogabile o un contropotere collettivo evocato anche quando non ci sono rappresentanze sindacali e/o comunità collettive di riferimento. La risposta plurale e la sua complessità meritano uno spazio adeguato evitando di tradurre l’opzione qualificatoria del diritto del lavoro classico in mero linguaggio corrosivo che porta solo a svalutare le pratiche consolidate nel corso del tempo realmente antidiscriminatorie.
Il diritto del lavoro di fronte al diritto antidiscriminatorio: una riflessione di metodo.
Calafà, L.
2025-01-01
Abstract
Il contributo ripropone, con note bibliografiche, l’intervento al Congresso di Messina del maggio 2024 intitolato Diritto antidiscriminatorio e trasformazioni del lavoro e si sofferma sulle sfide (anche ermeneutiche) per la comunità lavoristica derivanti dal più intenso rapporto tra diritto del lavoro e diritto antidiscriminatorio. Nel contributo, si conferma che la riflessione giuslavoristica sull’uguaglianza non è una novità e non può esserlo: è la ragione stessa del diritto del lavoro. La sfida per la riflessione scientifica deve comprendere approcci e strumenti diversi anche in ragione del mutamento di contesto sociale, produttivo, tecnologico di riferimento. Ma in questi giorni partecipiamo ad una riflessione in cui il diritto del lavoro si rapporta, non senza fatica, al diritto antidiscriminatorio. Nelle conclusioni l’A. si sofferma sul lascito di Messina 2024 alla comunità scientifica lavoristica, quello di diritto del lavoro contemporaneo che pratica l’opzione (metodologica) integrata del sistema e del sottosistema, supportata da una teoria dell’interpretazione giuridica attenta all’assetto multilevel delle fonti (con un’opzione a favore dell’interpretazione sistematica e/o dell’interpretazione conforme al diritto, considerato lo stretto rapporto con il diritto dell’UE). L’art. 15 dello Statuto dei lavoratori cambia costantemente testo e linea interpretativa in ragione di questo necessario approccio integrato e per noi rimane, comunque, nel corso del tempo, l’architrave strutturale di questa integrazione di sistemi. Come a dire che nel diritto del lavoro contemporaneo ha cittadinanza la risposta plurale al potere senza limiti e questa risposta non è più solo il diritto inderogabile o un contropotere collettivo evocato anche quando non ci sono rappresentanze sindacali e/o comunità collettive di riferimento. La risposta plurale e la sua complessità meritano uno spazio adeguato evitando di tradurre l’opzione qualificatoria del diritto del lavoro classico in mero linguaggio corrosivo che porta solo a svalutare le pratiche consolidate nel corso del tempo realmente antidiscriminatorie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.