l presente contributo rilfette criticamente su due recenti decisioni – una della Corte di Cassazione e una del Tribunale di Roma – che affrontano, seppure in contesti differenti, la nozione di accomodamento ragionevole. Le due decisioni esaminate confermano una crescente attenzione giurisprudenziale verso l’istituto dell’accomodamento ragionevole. La Corte di Cassazione, con ordinanza di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, solleva dubbi sulla compatibilità tra l’obbligo di soluzioni ragionevoli e la normativa nazionale in materia di mobilità del personale scolastico, dettata dal Contratto Collettivo Nazionale Integrativo, che distingue tra diverse categorie di lavoratori con disabilità. Diversamente, l’ordinanza del Tribunale di Roma affronta il tema dell’accomodamento ragionevole su istanza di una lavoratrice madre di quattro figli, due dei quali con gravi disabilità, che chiede una riorganizzazione dei turni e delle ferie in funzione dei propri impegni di cura. Nonostante l’apertura al riconoscimento parziale delle sue esigenze, il provvedimento non sviluppa in modo compiuto la nozione di accomodamento ragionevole, segnalando così la persistente difficoltà di una sua piena ricezione e attuazione nella prassi giudiziaria.

Inclusione su misura: l’accomodamento ragionevole come fattispecie aperta e dinamica

Protopapa, V
2025-01-01

Abstract

l presente contributo rilfette criticamente su due recenti decisioni – una della Corte di Cassazione e una del Tribunale di Roma – che affrontano, seppure in contesti differenti, la nozione di accomodamento ragionevole. Le due decisioni esaminate confermano una crescente attenzione giurisprudenziale verso l’istituto dell’accomodamento ragionevole. La Corte di Cassazione, con ordinanza di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, solleva dubbi sulla compatibilità tra l’obbligo di soluzioni ragionevoli e la normativa nazionale in materia di mobilità del personale scolastico, dettata dal Contratto Collettivo Nazionale Integrativo, che distingue tra diverse categorie di lavoratori con disabilità. Diversamente, l’ordinanza del Tribunale di Roma affronta il tema dell’accomodamento ragionevole su istanza di una lavoratrice madre di quattro figli, due dei quali con gravi disabilità, che chiede una riorganizzazione dei turni e delle ferie in funzione dei propri impegni di cura. Nonostante l’apertura al riconoscimento parziale delle sue esigenze, il provvedimento non sviluppa in modo compiuto la nozione di accomodamento ragionevole, segnalando così la persistente difficoltà di una sua piena ricezione e attuazione nella prassi giudiziaria.
2025
accomodamento ragionevole; inclusione; disabilità; discriminazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1161248
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