Nel contesto dell’attuale dibattito sulle strategie e sulle misure da adottare per una gestione efficace dei flussi migratori, il tema delle vie di accesso legale alla protezione internazionale sta rivestendo crescente attenzione nell’Unione europea. Tuttavia, nonostante le varie iniziative e le discussioni sul punto, i risultati concretamente raggiunti appaiono ancora ampiamenti insufficienti. Gli Stati membri, infatti, si dimostrano nettamente più interessati ad altri profili di politica migratoria, quali la sicurezza interna, la sorveglianza delle frontiere e il rafforzamento del controllo dei confini, con la conseguenza che le opzioni di mobilità legale e sicura a disposizione dei richiedenti protezione internazionale restano ancora estremamente limitate. Tuttavia, pur nella scarsità dei risultati ad oggi ottenuti, l’Unione europea ha comunque posto in essere dei tentativi di apertura di canali legali per accedere alla protezione come, in particolare, il reinsediamento, i Programmi di Sviluppo e Protezione Regionale e i visti umanitari. Nella situazione attuale, l’offerta di opzioni legali di accesso alla protezione resta per lo più affidata ad altri contesti come, in particolare, quello dei singoli Stati membri e delle iniziative dagli stessi individualmente predisposte. In questo senso, i corridoi umanitari attivati dall’Italia e il programma di ammissione umanitaria a favore dei siriani organizzato dall’Irlanda offrono esempi significativi.

Vie di accesso legale alla protezione internazionale nell’Unione europea: iniziative e (insufficienti) risultati nella politica europea di asilo

Gatta, Francesco Luigi
2018-01-01

Abstract

Nel contesto dell’attuale dibattito sulle strategie e sulle misure da adottare per una gestione efficace dei flussi migratori, il tema delle vie di accesso legale alla protezione internazionale sta rivestendo crescente attenzione nell’Unione europea. Tuttavia, nonostante le varie iniziative e le discussioni sul punto, i risultati concretamente raggiunti appaiono ancora ampiamenti insufficienti. Gli Stati membri, infatti, si dimostrano nettamente più interessati ad altri profili di politica migratoria, quali la sicurezza interna, la sorveglianza delle frontiere e il rafforzamento del controllo dei confini, con la conseguenza che le opzioni di mobilità legale e sicura a disposizione dei richiedenti protezione internazionale restano ancora estremamente limitate. Tuttavia, pur nella scarsità dei risultati ad oggi ottenuti, l’Unione europea ha comunque posto in essere dei tentativi di apertura di canali legali per accedere alla protezione come, in particolare, il reinsediamento, i Programmi di Sviluppo e Protezione Regionale e i visti umanitari. Nella situazione attuale, l’offerta di opzioni legali di accesso alla protezione resta per lo più affidata ad altri contesti come, in particolare, quello dei singoli Stati membri e delle iniziative dagli stessi individualmente predisposte. In questo senso, i corridoi umanitari attivati dall’Italia e il programma di ammissione umanitaria a favore dei siriani organizzato dall’Irlanda offrono esempi significativi.
2018
CEDU, Diritti Umani, Diritto internazionale
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