Il contributo intende indagare i risultati preliminari relativi alle analisi topografiche e geofisiche condotte dall’Università degli Studi di Verona, in relazione all’abitato romano presso la Civita di Tarquinia. A partire dal 2017, il progetto di ricerca, diretto del Prof. Mastrocinque, ha previsto la mappatura di un’areale di circa 104 ettari, permettendo di identificare parte della viabilità, dell’urbanistica e dell’edilizia presente all’interno del centro urbano. Le metodologie applicate hanno previsto l’indagine magnetometrica, tramite l’utilizzo di strumentazione GEM Systems GSM 19GV configurata come gradiometro e dotata di GPS, rielaborata in seguito attraverso software dedicati; Terrasurveyor nel presente caso. La mappatura delle misurazioni strumentali, con applicazione di filtraggi e di scale cromatiche dei valori rilevati, è stata in seguito sovrapposta tramite GIS all’ortofoto dell’area, ottenuta da rilievo fotogrammetrico, al fine di tracciare le anomalie rilevate. Le considerazioni generali e i risultati ad oggi emersi dall’indagine sono molteplici. In primis, si è potuta verificare l’estensione e la dimensione della città, la cui cinta muraria, realizzata nel VI secolo a.C. e lunga circa 8 km, racchiude un’areale di circa 154 ha. In relazione all’urbanistica dell’abitato, l’indagine geofisica ha evidenziato come alcune aree interne alla cinta urbica presentino una notevole scarsità di anomalie magnetiche riconducibili a strutture, rispetto ad altre; il dato ha permesso quindi di ipotizzare una diversificazione nei secoli tra quello che dovette essere il progetto urbanistico embrionale e l’effettiva occupazione edilizia dell’area. In secondo luogo, l’analisi ha consentito l’individuazione, seppur talvolta ipotetica, di alcune strutture di carattere pubblico. Tra queste si annoverano un possibile macellum, posto ad est dell’Ara della Regina e comprensivo di botteghe su un lato e di un elemento circolare al centro con possibile funzione di tholos o fontana, e dei probabili horrea, costituiti da una serie di ambienti paralleli di forma allungata e affacciati su di uno spazio libero triangolare. Oltre ai suddetti, il complesso monumentale di maggiore importanza evidenziato dall’indagine topografica è il Foro romano, posto a sud del tempio. L’individuazione dello stesso ha portato, a partire dal 2021, all’apertura di un saggio di scavo al fine di verificare il dato. Si tratta di una piazza forense a doppio portico della quale rimangono visibili le fondazioni, la canalizzazione perimetrale in nenfro e sporadici elementi riconducibili alla pavimentazione e alla decorazione architettonica. Le recenti indagini hanno permesso inoltre di mettere in luce, sul lato orientale dello stesso, un doppio muro semicircolare che si addossava al complesso, all’interno della cui intercapedine è stato rinvenuto un sistema di canalizzazione legato alla strada basolata adiacente. Dalle indagini magnetometriche è stato infatti possibile, come da introduzione, identificare parte della rete stradale e della viabilità interna all’abitato, ivi compresa la suddetta strada, la cui presenza è stata verificata dalle campagne di scavo. In conclusione, l’intervento intende quindi analizzare l’importanza dell’indagine geofisica non invasiva applicata su vasta scala, sia quale studio a sé stante sia quale strumento di ricerca interdisciplinare, all’interno di progetti a carattere storico e archeologico. Infine, si intendono evidenziare, alla luce dei dati proposti, le criticità e le problematiche delle metodologie proposte, nonché gli obiettivi futuri della ricerca.

Tarquinia: urbanistica ed edilizia della città romana alla luce delle indagini geofisiche

Angelica Gabrielli;Fiammetta Soriano
In corso di stampa

Abstract

Il contributo intende indagare i risultati preliminari relativi alle analisi topografiche e geofisiche condotte dall’Università degli Studi di Verona, in relazione all’abitato romano presso la Civita di Tarquinia. A partire dal 2017, il progetto di ricerca, diretto del Prof. Mastrocinque, ha previsto la mappatura di un’areale di circa 104 ettari, permettendo di identificare parte della viabilità, dell’urbanistica e dell’edilizia presente all’interno del centro urbano. Le metodologie applicate hanno previsto l’indagine magnetometrica, tramite l’utilizzo di strumentazione GEM Systems GSM 19GV configurata come gradiometro e dotata di GPS, rielaborata in seguito attraverso software dedicati; Terrasurveyor nel presente caso. La mappatura delle misurazioni strumentali, con applicazione di filtraggi e di scale cromatiche dei valori rilevati, è stata in seguito sovrapposta tramite GIS all’ortofoto dell’area, ottenuta da rilievo fotogrammetrico, al fine di tracciare le anomalie rilevate. Le considerazioni generali e i risultati ad oggi emersi dall’indagine sono molteplici. In primis, si è potuta verificare l’estensione e la dimensione della città, la cui cinta muraria, realizzata nel VI secolo a.C. e lunga circa 8 km, racchiude un’areale di circa 154 ha. In relazione all’urbanistica dell’abitato, l’indagine geofisica ha evidenziato come alcune aree interne alla cinta urbica presentino una notevole scarsità di anomalie magnetiche riconducibili a strutture, rispetto ad altre; il dato ha permesso quindi di ipotizzare una diversificazione nei secoli tra quello che dovette essere il progetto urbanistico embrionale e l’effettiva occupazione edilizia dell’area. In secondo luogo, l’analisi ha consentito l’individuazione, seppur talvolta ipotetica, di alcune strutture di carattere pubblico. Tra queste si annoverano un possibile macellum, posto ad est dell’Ara della Regina e comprensivo di botteghe su un lato e di un elemento circolare al centro con possibile funzione di tholos o fontana, e dei probabili horrea, costituiti da una serie di ambienti paralleli di forma allungata e affacciati su di uno spazio libero triangolare. Oltre ai suddetti, il complesso monumentale di maggiore importanza evidenziato dall’indagine topografica è il Foro romano, posto a sud del tempio. L’individuazione dello stesso ha portato, a partire dal 2021, all’apertura di un saggio di scavo al fine di verificare il dato. Si tratta di una piazza forense a doppio portico della quale rimangono visibili le fondazioni, la canalizzazione perimetrale in nenfro e sporadici elementi riconducibili alla pavimentazione e alla decorazione architettonica. Le recenti indagini hanno permesso inoltre di mettere in luce, sul lato orientale dello stesso, un doppio muro semicircolare che si addossava al complesso, all’interno della cui intercapedine è stato rinvenuto un sistema di canalizzazione legato alla strada basolata adiacente. Dalle indagini magnetometriche è stato infatti possibile, come da introduzione, identificare parte della rete stradale e della viabilità interna all’abitato, ivi compresa la suddetta strada, la cui presenza è stata verificata dalle campagne di scavo. In conclusione, l’intervento intende quindi analizzare l’importanza dell’indagine geofisica non invasiva applicata su vasta scala, sia quale studio a sé stante sia quale strumento di ricerca interdisciplinare, all’interno di progetti a carattere storico e archeologico. Infine, si intendono evidenziare, alla luce dei dati proposti, le criticità e le problematiche delle metodologie proposte, nonché gli obiettivi futuri della ricerca.
In corso di stampa
Tarquinia, Geophysical survey, Roman Archaeology, magnetometer
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1127586
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