Nel 1484, sulle pareti laterali del locale, Giovanni Baleison raffigurò, da una parte, il Paradiso, il Limbo e il Purgatorio e, dall’altra, l’Inferno. La più tradizionale iconografia del Giudizio Universale fu sostituita dalla descrizione della condizione delle anime tra la morte e la resurrezione. Aderendo a questo modello, Baleison si mostrò sensibile non solo alle innovazioni proposte negli affreschi liguri dei fratelli Biasacci, dipinti negli anni Ottanta del XV secolo, ma anche agli stimoli derivanti dalle creazioni d’oltralpe, in particolare dall’area franco-fiamminga. Questi confronti avvalorano la tesi alla base della presente ricerca, secondo cui le Alpi, più che una barriera, costituissero un luogo di incontro e scambio culturale grazie alla presenza di maestranze itineranti che, con la loro attività, crearono un linguaggio artistico omogeneo nel territorio alpino occidentale. L’illustrazione di Celle rispondeva, inoltre, alle mutate esigenze devozionali maturate nel corso del secolo. Le tematiche penitenziali, diffuse in Piemonte dall’opera dei francescani e domenicani come San Bernardino da Siena e San Vincenzo Ferrer, influenzarono notevolmente non solo la produzione pittorica, ma anche quella letteraria e teatrale. Pertanto, ai fini di una contestualizzazione coerente, è stato necessario valutare le suggestioni derivare dal vasto repertorio dei trattati morali, dei sermoni e delle sacre rappresentazioni che furono riprese e riformulate negli affreschi in esame. Il caso di Celle Macra, per molto tempo considerato un esempio di ritardo artistico alpino, ha permesso, invece, di valutare gli aspetti di una produzione di confine caratterizzata da una fervente creatività e da un utilizzo concreto delle immagini concepite non tanto come opere d’arte, ma come complemento formativo per i fedeli.

La cappella di San Sebastiano a Celle Macra (CN): un'insolita raffigurazione dell'Aldilà

Primo, Cecilia
2023-01-01

Abstract

Nel 1484, sulle pareti laterali del locale, Giovanni Baleison raffigurò, da una parte, il Paradiso, il Limbo e il Purgatorio e, dall’altra, l’Inferno. La più tradizionale iconografia del Giudizio Universale fu sostituita dalla descrizione della condizione delle anime tra la morte e la resurrezione. Aderendo a questo modello, Baleison si mostrò sensibile non solo alle innovazioni proposte negli affreschi liguri dei fratelli Biasacci, dipinti negli anni Ottanta del XV secolo, ma anche agli stimoli derivanti dalle creazioni d’oltralpe, in particolare dall’area franco-fiamminga. Questi confronti avvalorano la tesi alla base della presente ricerca, secondo cui le Alpi, più che una barriera, costituissero un luogo di incontro e scambio culturale grazie alla presenza di maestranze itineranti che, con la loro attività, crearono un linguaggio artistico omogeneo nel territorio alpino occidentale. L’illustrazione di Celle rispondeva, inoltre, alle mutate esigenze devozionali maturate nel corso del secolo. Le tematiche penitenziali, diffuse in Piemonte dall’opera dei francescani e domenicani come San Bernardino da Siena e San Vincenzo Ferrer, influenzarono notevolmente non solo la produzione pittorica, ma anche quella letteraria e teatrale. Pertanto, ai fini di una contestualizzazione coerente, è stato necessario valutare le suggestioni derivare dal vasto repertorio dei trattati morali, dei sermoni e delle sacre rappresentazioni che furono riprese e riformulate negli affreschi in esame. Il caso di Celle Macra, per molto tempo considerato un esempio di ritardo artistico alpino, ha permesso, invece, di valutare gli aspetti di una produzione di confine caratterizzata da una fervente creatività e da un utilizzo concreto delle immagini concepite non tanto come opere d’arte, ma come complemento formativo per i fedeli.
2023
arte medievale, pittura, iconografia dell'Inferno, Valle Maira, Celle Macra
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1120859
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact