The contribution declines the theme of rubble at a formal level, analysing the persistence of the hendecasyllable in Vittorio Sereni’s last two books, Gli strumenti umani (1965) and Stella variabile (1981). The hendecasyllable can be seen, in fact, as the key element of a system that undergoes a crisis at the beginning of the 20th century and is radically renewed in the middle of the century. The first part of the article summarises three different interpretations of the endecasyllable, to provide a historical context for Sereni’s writing. Mario Luzi and the Neo-avant-garde (represented by the essay Il verso secondo l’orecchio by Alfredo Giuliani) are in specular oppositions: the former argues in favour of the consubstantiality of the hendecasyllable to the Italian language, resorting to it as a guarantee of formal order; the others, on the contrary, declare the end of traditional verse, and see the hendecasyllable as a poison, an element against which to rebel. Giorgio Caproni’s interpretation at the height of the mid-1950s is equally historicist and formulated in a positive sense as in Luzi: the poet finds safety in the metrical «roof» that can contain the risk of private and collective dissolution. Vittorio Sereni, on the other hand, already with his first two collections Frontiera (1941) and Diario d’Algeria (1947), but above all with the turning point marked in the mid Sixties by Gli strumenti umani (1965), opens up the rhythmic structure of the hendecasyllable, focusing on unconventional rhythmic profiles and above all bending it to the movements of his own voice (rhetorical-argumentative stylistic features) and to those of inner speech – in short, he works towards a greater subjectivation of the metre. The second and third parts of the article focus first on two texts emblematic of the style of Strumenti umani and Stella variabile, and then extend the analysis to some specific traits of Sereni’s stylistic evolution from one book to the next, describing and interpreting concrete phenomena in the reuse of the hendecasyllable.

Il contributo declina il tema delle macerie a livello formale, analizzando la persistenza dell’endecasillabo negli ultimi due libri di Vittorio Sereni, Gli strumenti umani (1965) e Stella variabile (1981). L’endecasillabo può essere visto, infatti, come l’elemento chiave di un sistema messo in crisi a inizio Novecento e radicalmente rinnovato a metà secolo. La prima parte dell’articolo espone sommariamente tre diverse interpretazioni dell’endecasillabo, al fine di abbozzare un quadro entro il quale contestualizzare la scrittura di Sereni. In opposizione speculare tra loro stanno Mario Luzi e la Neoavanguardia (fatta parlare attraverso il saggio Il verso secondo l’orecchio di Alfredo Giuliani): l’uno è per la consustanzialità dell’endecasillabo alla lingua italiana, vi ricorre come garanzia di ordine formale; gli altri, al contrario, sanciscono la fine del verso tradizionale, e individuano nell’endecasillabo un veleno, un elemento contro cui ribellarsi. Altrettanto “storicistica” è l’interpretazione di Giorgio Caproni all’altezza di metà anni Cinquanta, formulata in senso positivo come in Luzi: il poeta trova soccorso nel «tetto» metrico per contenere il rischio di una dissoluzione privata e collettiva. Vittorio Sereni, invece, già con le prime due raccolte Frontiera (1941) e Diario d’Algeria (1947) ma soprattutto con la svolta segnata a metà anni Sessanta da Gli strumenti umani (1965), apre la maglia ritmica dell’endecasillabo, puntando su profili ritmici non convenzionali e soprattutto pie-gandolo alle movenze della propria voce (stilemi retorico-argomentativi) e a quelle del parlato interiore – opera insomma per una maggiore soggettivizzazione del metro. La seconda e la terza parte dell’articolo si concentrano prima su due testi emblematici dello stile degli Strumenti umani e di Stella variabile e poi ampliano l’analisi ad alcuni tratti specifici dell’evoluzione stilistica da un libro all’altro, descrivendo e interpretando i fenomeni concreti nel riuso dell’endecasillabo.

L’endecasillabo nelle poesie di Vittorio Sereni. Gli strumenti umani e Stella variabile

Andrea Piasentini
2023-01-01

Abstract

The contribution declines the theme of rubble at a formal level, analysing the persistence of the hendecasyllable in Vittorio Sereni’s last two books, Gli strumenti umani (1965) and Stella variabile (1981). The hendecasyllable can be seen, in fact, as the key element of a system that undergoes a crisis at the beginning of the 20th century and is radically renewed in the middle of the century. The first part of the article summarises three different interpretations of the endecasyllable, to provide a historical context for Sereni’s writing. Mario Luzi and the Neo-avant-garde (represented by the essay Il verso secondo l’orecchio by Alfredo Giuliani) are in specular oppositions: the former argues in favour of the consubstantiality of the hendecasyllable to the Italian language, resorting to it as a guarantee of formal order; the others, on the contrary, declare the end of traditional verse, and see the hendecasyllable as a poison, an element against which to rebel. Giorgio Caproni’s interpretation at the height of the mid-1950s is equally historicist and formulated in a positive sense as in Luzi: the poet finds safety in the metrical «roof» that can contain the risk of private and collective dissolution. Vittorio Sereni, on the other hand, already with his first two collections Frontiera (1941) and Diario d’Algeria (1947), but above all with the turning point marked in the mid Sixties by Gli strumenti umani (1965), opens up the rhythmic structure of the hendecasyllable, focusing on unconventional rhythmic profiles and above all bending it to the movements of his own voice (rhetorical-argumentative stylistic features) and to those of inner speech – in short, he works towards a greater subjectivation of the metre. The second and third parts of the article focus first on two texts emblematic of the style of Strumenti umani and Stella variabile, and then extend the analysis to some specific traits of Sereni’s stylistic evolution from one book to the next, describing and interpreting concrete phenomena in the reuse of the hendecasyllable.
2023
Vittorio Sereni,contemporary Italian poetry,stylistics,hendecasyllable,Neo-Avant-garde
Vittorio Sereni, poesia italiana contemporanea, stilistica, endecasillabo, Neoavanguardia
Il contributo declina il tema delle macerie a livello formale, analizzando la persistenza dell’endecasillabo negli ultimi due libri di Vittorio Sereni, Gli strumenti umani (1965) e Stella variabile (1981). L’endecasillabo può essere visto, infatti, come l’elemento chiave di un sistema messo in crisi a inizio Novecento e radicalmente rinnovato a metà secolo. La prima parte dell’articolo espone sommariamente tre diverse interpretazioni dell’endecasillabo, al fine di abbozzare un quadro entro il quale contestualizzare la scrittura di Sereni. In opposizione speculare tra loro stanno Mario Luzi e la Neoavanguardia (fatta parlare attraverso il saggio Il verso secondo l’orecchio di Alfredo Giuliani): l’uno è per la consustanzialità dell’endecasillabo alla lingua italiana, vi ricorre come garanzia di ordine formale; gli altri, al contrario, sanciscono la fine del verso tradizionale, e individuano nell’endecasillabo un veleno, un elemento contro cui ribellarsi. Altrettanto “storicistica” è l’interpretazione di Giorgio Caproni all’altezza di metà anni Cinquanta, formulata in senso positivo come in Luzi: il poeta trova soccorso nel «tetto» metrico per contenere il rischio di una dissoluzione privata e collettiva. Vittorio Sereni, invece, già con le prime due raccolte Frontiera (1941) e Diario d’Algeria (1947) ma soprattutto con la svolta segnata a metà anni Sessanta da Gli strumenti umani (1965), apre la maglia ritmica dell’endecasillabo, puntando su profili ritmici non convenzionali e soprattutto pie-gandolo alle movenze della propria voce (stilemi retorico-argomentativi) e a quelle del parlato interiore – opera insomma per una maggiore soggettivizzazione del metro. La seconda e la terza parte dell’articolo si concentrano prima su due testi emblematici dello stile degli Strumenti umani e di Stella variabile e poi ampliano l’analisi ad alcuni tratti specifici dell’evoluzione stilistica da un libro all’altro, descrivendo e interpretando i fenomeni concreti nel riuso dell’endecasillabo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1120169
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