Il caporalato “grigio” nel quadro dell’art. 603 bis c.p. Riflessioni a margine della sentenza “Uber”

Il contributo prende in esame il provvedimento emesso dal Tribunale di Milano (Sezione GIP/GUP) con riferimento al cd. caso Uber, che ha visto coinvolta la nota società Uber Italy S.r.l. per fatti di intermediazione illecita e sfruttamento di manodopera ai sensi dell’art. 603 bis c.p. In particolare, la sentenza definisce le posizioni dei cd. “intermediari” di Uber incaricati di reclutare e gestire i riders impiegati nelle consegne a domicilio tramite app Uber Eats e, nel chiarire la portata applicativa del predetto reato, affer- ma, da un lato, che gli indici riportati dall’art. 603 bis c.p. vanno trattati alla stregua di meri indicatori dell’esistenza dei fatti di sfrut- tamento – come tali essendo soggetti alla prudente valutazione del giudice – e dall’altro che devono ricondursi alle dinamiche proprie del caporalato anche i nuovi fenomeni di intermediazione illecita correlati all’economia digitale, spesso nascosti da un velo di legalità.