All’interno del capitolo 4.5 dell’Ars grammatica di Carisio, due dei quindici schemata dianoeas che vi vengono descritti sono esemplificati da una stessa citazione tragica, tratta molto probabilmente dalla Medea exul di Ennio. I versi in questione sono riportati una prima volta per spiegare una figura dal nome greco, la paralipsis, e un po’ più avanti per fare da esempio a un procedimento retorico etichettato con il gerundio latino negando. Si tratta sostanzialmente di una stessa figura, che in italiano chiamiamo preterizione, per cui chi parla, dichiarando di voler omettere qualcosa, gli conferisce in realtà maggior rilievo. La presenza di una doppia citazione all’interno di questa sezione dell’opera carisiana- la quale è già di per sé estremamente interessante in quanto unica trattazione sulle figure di pensiero offerta da un grammatico- apre numerose questioni, di carattere più o meno problematico, riguardo non solo al testo stesso del frammento, ma anche, più in generale, all’organizzazione e alla natura del materiale dell’intero capitolo, nonché alle fonti a partire dalle quali esso è stato compilato. Sebbene le due occorrenze della citazione presentino lezioni tra loro discordanti, non solo gli editori di frammenti tragici, ma anche i principali editori dell’opera di Carisio, hanno ricostruito un unico testo per questo frammento. In realtà, però, se confrontiamo le due diverse facies assunte dai nostri versi nei due diversi punti in cui essi vengono riportati, ci accorgiamo che, nonostante il loro testo sia piuttosto martoriato, soprattutto nella sua prima occorrenza, ci sono lezioni che, più che il frutto di corruttele accidentali, sembrano essere delle vere e proprie varianti; esse potrebbero essere nate prima della tradizione superstite di Carisio o, più probabilmente, prima di Carisio stesso, il quale le avrebbe quindi potute riportare così come le aveva trovate. Ragionamenti di questo tipo si inseriscono nel più ampio contesto dello studio sulle fonti del nostro grammatico, sulle modalità con cui egli le impiegava e sul grado di rielaborazione con cui le presentava all’interno della sua opera.

Carisio fonte di frammenti arcaici: un 'exemplum' tragico citato due volte

Fatima El Matouni
2023-01-01

Abstract

All’interno del capitolo 4.5 dell’Ars grammatica di Carisio, due dei quindici schemata dianoeas che vi vengono descritti sono esemplificati da una stessa citazione tragica, tratta molto probabilmente dalla Medea exul di Ennio. I versi in questione sono riportati una prima volta per spiegare una figura dal nome greco, la paralipsis, e un po’ più avanti per fare da esempio a un procedimento retorico etichettato con il gerundio latino negando. Si tratta sostanzialmente di una stessa figura, che in italiano chiamiamo preterizione, per cui chi parla, dichiarando di voler omettere qualcosa, gli conferisce in realtà maggior rilievo. La presenza di una doppia citazione all’interno di questa sezione dell’opera carisiana- la quale è già di per sé estremamente interessante in quanto unica trattazione sulle figure di pensiero offerta da un grammatico- apre numerose questioni, di carattere più o meno problematico, riguardo non solo al testo stesso del frammento, ma anche, più in generale, all’organizzazione e alla natura del materiale dell’intero capitolo, nonché alle fonti a partire dalle quali esso è stato compilato. Sebbene le due occorrenze della citazione presentino lezioni tra loro discordanti, non solo gli editori di frammenti tragici, ma anche i principali editori dell’opera di Carisio, hanno ricostruito un unico testo per questo frammento. In realtà, però, se confrontiamo le due diverse facies assunte dai nostri versi nei due diversi punti in cui essi vengono riportati, ci accorgiamo che, nonostante il loro testo sia piuttosto martoriato, soprattutto nella sua prima occorrenza, ci sono lezioni che, più che il frutto di corruttele accidentali, sembrano essere delle vere e proprie varianti; esse potrebbero essere nate prima della tradizione superstite di Carisio o, più probabilmente, prima di Carisio stesso, il quale le avrebbe quindi potute riportare così come le aveva trovate. Ragionamenti di questo tipo si inseriscono nel più ampio contesto dello studio sulle fonti del nostro grammatico, sulle modalità con cui egli le impiegava e sul grado di rielaborazione con cui le presentava all’interno della sua opera.
2023
Carisio, schemata dianoeas, Ennius
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
El Matouni_Carisio fonte di frammenti arcaici: un 'exemplum' tragico citato due volte.pdf

solo utenti autorizzati

Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 1.02 MB
Formato Adobe PDF
1.02 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1093347
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact