Il contributo esamina una pronuncia della Suprema Corte relativa ad una vicenda giudiziaria scaturita da un contratto preliminare di compravendita immobiliare sottoposto a condizione sospensiva non avveratasi a causa del comportamento del promittente alienante. La Corte di cassazione reputa tale condotta una violazione del dovere di buona fede in pendenza della condizione contemplato dall’art. 1358 c.c. e individua il criterio da utilizzare nella quantificazione del pregiudizio subito dal promissario acquirente in conseguenza della perdita della posizione di aspettativa attribuitagli dal contratto rimasto inefficace.

Il risarcimento del danno conseguente al mancato avveramento della condizione sospensiva imputabile a una delle parti

M. Faccioli
2023-01-01

Abstract

Il contributo esamina una pronuncia della Suprema Corte relativa ad una vicenda giudiziaria scaturita da un contratto preliminare di compravendita immobiliare sottoposto a condizione sospensiva non avveratasi a causa del comportamento del promittente alienante. La Corte di cassazione reputa tale condotta una violazione del dovere di buona fede in pendenza della condizione contemplato dall’art. 1358 c.c. e individua il criterio da utilizzare nella quantificazione del pregiudizio subito dal promissario acquirente in conseguenza della perdita della posizione di aspettativa attribuitagli dal contratto rimasto inefficace.
2023
Contratto, Condizione, Buona fede
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1093236
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact