Quelques observations sur la réflexion cognitive et la réflexivité de l’esprit dans la pensée de Leibniz

Composed around ten years after the Nouveaux Essais (1703/1704), the Principes de la nature et de la grâce fondés en raison (1714) confirms the close relationship between apperception and reflection that had emerged in the essay devoted to the critical examination of Locke’s philosophy. Although the word réflexion never appears in the text (with the exception of its adjectival form), this concept plays a central role in the distinction between âmes and esprits, with concern to both the consciousness and the possession of truths which constitute the formal element of human reasoning. My purpose is to clarify, on the one hand, the relationship between apperception and réflexion (thus, entering into the discussion about the consistency and the meaning of a potential “animal apperception”) and, on the other hand, that one between reflexive acts and possession of necessary and eternal truths (towards a possible solution to the contradiction between § 5 of the Principes de la nature et de la grâce fondés en raison and the §§ 29-30 of the Monadologie).

Composti a circa dieci anni di distanza dai Nouveaux Essais (1703/1704), Les Principes de la Nature et de la Grâce fondés en raison (1714) confermano quell’intimo rapporto tra appercezione e riflessione che era emerso nel saggio dedicato all’esame critico della filosofia lockiana. Per quanto il termine riflessione non compaia mai nel testo (se non due volte nella sola forma aggettivale), Leibniz fa di questo concetto l’elemento chiave della distinzione tra anime e spiriti, sia in relazione alla questione della coscienza, sia in relazione al possesso di quelle verità che costituiscono l’elemento formale del ragionamento umano. Lo scopo del mio intervento è quello di chiarire sia il nesso tra appercezione e riflessione (entrando nel dibattito circa la possibilità e il significato di una eventuale appercezione animale), sia quello tra atti riflessivi e possesso delle verità necessarie o eterne, proponendo una possibile soluzione dell’incongruenza tra il § 5 dei Principes de la Nature et de la Grâce e i §§ 29-30 della Monadologie.