Dopo il 1917, la fine della guerra civile e la ripresa incoraggiata dalla Nuova Politica Economica favorirono la rinascita delle attività culturali nella neonata Unione Sovietica. Gli anni Venti furono caratterizzati da un vivacissimo dibattito estetico che, stimolato dall’euforia rivoluzionaria, intendeva rispondere, anche in ambito musicale, alle aspettative dell’Uomo nuovo, nato con la Rivoluzione. Questo dibattito era animato da posizioni contrastanti, ed espresso con un linguaggio mutuato dalla coeva discussione politica. Questo contributo prende in esame le posizioni estetiche espresse sulle riviste moscovite Muzykal’naja kul’tura (Cultura musicale, 1924) e Sovremennaja muzyka (Musica contemporanea, 1924-29). I musicisti che ne furono protagonisti erano legati all’Associazione per la Musica Contemporanea (Associacija sovremennoj muzyki – ASM); sostenevano la causa del rinnovamento linguistico e le nuove correnti occidentali, nonché analoghi esperimenti sovietici, alla ricerca di un’arte che riflettesse la realtà radicalmente mutata con l’Ottobre. Per quanto burrascose, queste discussioni erano il sintomo di un processo di elaborazione foriero di esiti notevoli in ambito compositivo. Per quanto non sempre uniforme, il punto di vista espresso in queste pagine si poneva in contrasto con il populismo dei musicisti proletari, riuniti nell’associazione (la RAPM) che negli anni Trenta sarebbe confluita nell’Unione dei compositori sovietici – organo di partito dominante e strumento di censura dei ‘non conformisti’. In questo senso, le stesse fonti testimoniano anche il declino di un fenomeno effimero, destinato a scomparire durante lo Stalinismo insieme con i suoi riflessi pratici. Il modernismo europeo e la più audace musica sovietica ‘nuova’, – si percepisce già in queste pagine, – sarebbero presto divenuti vittima di un autoritarismo dilagante.

La tempesta prima della quiete: il dibattito musicale nei periodici sovietici degli anni Venti

GIUST A
2019-01-01

Abstract

Dopo il 1917, la fine della guerra civile e la ripresa incoraggiata dalla Nuova Politica Economica favorirono la rinascita delle attività culturali nella neonata Unione Sovietica. Gli anni Venti furono caratterizzati da un vivacissimo dibattito estetico che, stimolato dall’euforia rivoluzionaria, intendeva rispondere, anche in ambito musicale, alle aspettative dell’Uomo nuovo, nato con la Rivoluzione. Questo dibattito era animato da posizioni contrastanti, ed espresso con un linguaggio mutuato dalla coeva discussione politica. Questo contributo prende in esame le posizioni estetiche espresse sulle riviste moscovite Muzykal’naja kul’tura (Cultura musicale, 1924) e Sovremennaja muzyka (Musica contemporanea, 1924-29). I musicisti che ne furono protagonisti erano legati all’Associazione per la Musica Contemporanea (Associacija sovremennoj muzyki – ASM); sostenevano la causa del rinnovamento linguistico e le nuove correnti occidentali, nonché analoghi esperimenti sovietici, alla ricerca di un’arte che riflettesse la realtà radicalmente mutata con l’Ottobre. Per quanto burrascose, queste discussioni erano il sintomo di un processo di elaborazione foriero di esiti notevoli in ambito compositivo. Per quanto non sempre uniforme, il punto di vista espresso in queste pagine si poneva in contrasto con il populismo dei musicisti proletari, riuniti nell’associazione (la RAPM) che negli anni Trenta sarebbe confluita nell’Unione dei compositori sovietici – organo di partito dominante e strumento di censura dei ‘non conformisti’. In questo senso, le stesse fonti testimoniano anche il declino di un fenomeno effimero, destinato a scomparire durante lo Stalinismo insieme con i suoi riflessi pratici. Il modernismo europeo e la più audace musica sovietica ‘nuova’, – si percepisce già in queste pagine, – sarebbero presto divenuti vittima di un autoritarismo dilagante.
2019
978-88-31978-36-1
Unione Sovietica; Musica e potere; Anni Venti
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