Il passato ri-costruito, rielaborato può divenire ricordo e il ricordo, memoria. I migranti, più di altri, sono ‘fatti’ di memoria, la memoria della terra natía, delle cose abbandonate, di ciò che non è stato. Nostalgia e trauma possono rendere silenti le voci dei migranti ma il tempo trascorso diviene esperienza, insegnamento utile per solcare i mari dell’esistenza solo se oggetto di rammemorazione, riflessione, narrazione. Proprio attraverso il racconto, i genitori migranti rendono accessibile il loro universo alle nuove generazioni, trasmettono quell’eredità familiare che permette loro di radicarsi e orientarsi nel mondo. Per le ragazze e i ragazzi nati qui ma venuti da lontano, la memoria familiare è un dono inestimabile e, al contempo, ‘ingombrante’. Un dono che richiede un lungo e paziente lavoro di separazione del ‘grano dal loglio’, di tessitura di dimensioni apparentemente incompatibili, per potersi riconoscere in un lignaggio, trovare un posto nel mondo, imparare a gestire i dilemmi di un’identità-ponte “non pienamente autorizzata” dagli altri, che siano i genitori o i membri/le istituzioni della società in cui sono cresciuti.
Alla ricerca di sé: riconoscersi in una genealogia. ‘Seconde generazioni’, memoria familiare e identità
DUSI, Paola
2016-01-01
Abstract
Il passato ri-costruito, rielaborato può divenire ricordo e il ricordo, memoria. I migranti, più di altri, sono ‘fatti’ di memoria, la memoria della terra natía, delle cose abbandonate, di ciò che non è stato. Nostalgia e trauma possono rendere silenti le voci dei migranti ma il tempo trascorso diviene esperienza, insegnamento utile per solcare i mari dell’esistenza solo se oggetto di rammemorazione, riflessione, narrazione. Proprio attraverso il racconto, i genitori migranti rendono accessibile il loro universo alle nuove generazioni, trasmettono quell’eredità familiare che permette loro di radicarsi e orientarsi nel mondo. Per le ragazze e i ragazzi nati qui ma venuti da lontano, la memoria familiare è un dono inestimabile e, al contempo, ‘ingombrante’. Un dono che richiede un lungo e paziente lavoro di separazione del ‘grano dal loglio’, di tessitura di dimensioni apparentemente incompatibili, per potersi riconoscere in un lignaggio, trovare un posto nel mondo, imparare a gestire i dilemmi di un’identità-ponte “non pienamente autorizzata” dagli altri, che siano i genitori o i membri/le istituzioni della società in cui sono cresciuti.File | Dimensione | Formato | |
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