Lo sviluppo umano è un processo di ampliamento delle possibilità umane che permette agli individui di godere di una vita lunga e sana, di essere istruiti e di avere accesso alle risorse necessarie, a un livello di vita dignitoso, oltre a disporre di opportunità politiche, economiche e sociali per sentirsi a pieno titolo membro della propria comunità di appartenenza. Questo approccio allo sviluppo umano, proposto dall'economista Mahbub Ul Haq viene ampliato dalla teoria sviluppata dal premio Nobel Amartya Sen, che pone al centro del problema dello sviluppo il concetto di "capabilities" inteso come possibilità dell'individuo di fare ciò che desidera, dal momento che la crescita economica da sola non si traduce automaticamente nello sviluppo umano. In un’ottica di capacitazione i soggetti dello sviluppo diventano attori piuttosto che beneficiari. Nell’articolo si affronta il tema di salute, benessere, povertà educativa e del ruolo attivo dell’attività fisica nell’infanzia nel promuovere incremento di sviluppo umano, alla luce della ricerca internazionale sull’infanzia, della normativa sui “Diritti dei bambini/e alla salute e al benessere”, delle raccomandazioni internazionali su salute e attività fisica. Si presenta il problema dell’individualismo dell’adulto che talvolta non riconosce i desideri/diritti/bisogni del bambino/a, che dovrebbe rappresentare. I bambini/e non hanno spazio di rappresentanza e gli adulti, a vario livello, prendono decisioni loro riguardanti. Come fare allora? E’ indispensabile creare spazi di discussione, di riflessione per promuovere una presa di coscienza dell’adulto, soprattutto in ambito politico e promuovere/riconoscere il diritto/dovere del bambino allo sviluppo umano. L’attività fisica nell’infanzia e in particolare nei bambini da 0 a 6 anni è un fattore considerato come opzionale nello sviluppo, ma che si sta rivelando fondamentale per la salute e il benessere del futuro soggetto adulto. E’ necessario ridefinirne il suo significato per poter creare spazi di movimento per i bambini/e. Sono narrati nel testo episodi che rivelano che le decisioni politiche talvolta non hanno come riferimento prioritario il bene del bambino/a ma “le scelte” dell’adulto. Gli esempi riportati sono molto interessanti perché evidenziano che non è il problema economico a fermare la costruzione di un parco giochi dedicato allo sviluppo motorio dei bambini/e, ma la petizione pubblica dei cittadini che vedono nell’arrivo dei bambini/e al parco disturbi alla quiete. Il bambino/a non ha “voce” per esprimere se gli piacerebbe avere o meno un parco sotto casa. E’ indispensabile apprendere a considerare i bambini/e di oggi come detentori di diritti, in particolare alla salute mentale e fisica, frutto di una compartecipazione attiva e responsabile di tutta la comunità. Dobbiamo ricordare che “qualsiasi cosa si faccia avrà comunque conseguenze”.
Dalla parte dei bambini. Attività fisica nell'infanzia per promuovere benessere e salute.
TORTELLA, Patrizia
2016-01-01
Abstract
Lo sviluppo umano è un processo di ampliamento delle possibilità umane che permette agli individui di godere di una vita lunga e sana, di essere istruiti e di avere accesso alle risorse necessarie, a un livello di vita dignitoso, oltre a disporre di opportunità politiche, economiche e sociali per sentirsi a pieno titolo membro della propria comunità di appartenenza. Questo approccio allo sviluppo umano, proposto dall'economista Mahbub Ul Haq viene ampliato dalla teoria sviluppata dal premio Nobel Amartya Sen, che pone al centro del problema dello sviluppo il concetto di "capabilities" inteso come possibilità dell'individuo di fare ciò che desidera, dal momento che la crescita economica da sola non si traduce automaticamente nello sviluppo umano. In un’ottica di capacitazione i soggetti dello sviluppo diventano attori piuttosto che beneficiari. Nell’articolo si affronta il tema di salute, benessere, povertà educativa e del ruolo attivo dell’attività fisica nell’infanzia nel promuovere incremento di sviluppo umano, alla luce della ricerca internazionale sull’infanzia, della normativa sui “Diritti dei bambini/e alla salute e al benessere”, delle raccomandazioni internazionali su salute e attività fisica. Si presenta il problema dell’individualismo dell’adulto che talvolta non riconosce i desideri/diritti/bisogni del bambino/a, che dovrebbe rappresentare. I bambini/e non hanno spazio di rappresentanza e gli adulti, a vario livello, prendono decisioni loro riguardanti. Come fare allora? E’ indispensabile creare spazi di discussione, di riflessione per promuovere una presa di coscienza dell’adulto, soprattutto in ambito politico e promuovere/riconoscere il diritto/dovere del bambino allo sviluppo umano. L’attività fisica nell’infanzia e in particolare nei bambini da 0 a 6 anni è un fattore considerato come opzionale nello sviluppo, ma che si sta rivelando fondamentale per la salute e il benessere del futuro soggetto adulto. E’ necessario ridefinirne il suo significato per poter creare spazi di movimento per i bambini/e. Sono narrati nel testo episodi che rivelano che le decisioni politiche talvolta non hanno come riferimento prioritario il bene del bambino/a ma “le scelte” dell’adulto. Gli esempi riportati sono molto interessanti perché evidenziano che non è il problema economico a fermare la costruzione di un parco giochi dedicato allo sviluppo motorio dei bambini/e, ma la petizione pubblica dei cittadini che vedono nell’arrivo dei bambini/e al parco disturbi alla quiete. Il bambino/a non ha “voce” per esprimere se gli piacerebbe avere o meno un parco sotto casa. E’ indispensabile apprendere a considerare i bambini/e di oggi come detentori di diritti, in particolare alla salute mentale e fisica, frutto di una compartecipazione attiva e responsabile di tutta la comunità. Dobbiamo ricordare che “qualsiasi cosa si faccia avrà comunque conseguenze”.File | Dimensione | Formato | |
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