In order to fully assess the role played by the European Committee of Social Rights (ECSR) during the current economic and financial crisis, the particularities that have characterized – and that still characterize – its intense activity are highlighted; particularities resulting mainly from its conclusions, in relation to the reports periodically submitted by the States, and its decisions on the merits in collective complaints submitted by the social partners and by international non-governmental organizations empowered to do so. In the study, we analyse, in particular, the ECSR decisions on the merits of five complaints concerning Greece, submitted in 2012. From these decisions result, on the one hand, the recognition and delimitation of the principle of non-regression, deduced a contrario from article 12(3) of the European Social Charter; and, on the other hand, the imposition of specific procedural obligations to the States, which are functionalised to the principles of proportionality, reasonableness and to the democratic principle itself. These obligations are supported by the requirement to verify if there are alternative austerity measures, suitable for the pursuit of the public interest with less sacrifice of the social and individual rights involved. In order to effectively guarantee social rights in Italian law, we also hope that the relevance of the European Social Charter and the hermeneutical contributions of the respective supervisory body will be enhanced by national courts, through, where necessary, a clear application of the principle of maximum expansion of protection, that reflects the need to guarantee the rationality and cohesion of an internationally integrated guarantee system, in which the Italian legal system is inevitably inserted. Lastly, this study demonstrates that the growing reliance by individuals and the community on the numerous jurisdictional and supervisory bodies already available at regional and global levels is becoming increasingly unstoppable: another way of conceiving the protection of rights; an unmistakable echo of the theory of legal and constitutional pluralism.

Al fine di far apprezzare pienamente il ruolo del Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) nell’attuale tempo di crisi economica e finanziaria, vengono anzitutto messe in evidenza le peculiarità che ne hanno connotato – e che ne connotano – l’intensa attività; peculiarità che emergono essenzialmente dalle sue conclusioni, in ordine ai rapporti presentati periodicamente dagli Stati, e dalle sue decisioni, in merito ai reclami collettivi che gli vengono indirizzati dalle parti sociali e dalle organizzazioni internazionali non governative abilitate. Nel saggio si analizzano, in particolare, le decisioni pronunciate dal CEDS in merito a cinque reclami concernenti la Grecia, presentati nel 2012. Da tali decisioni si evincono sia il riconoscimento e la delimitazione del principio di non regressione, ricavabile a contrario dall’art. 12, § 3, della Carta sociale europea, sia l’imposizione di specifici obblighi procedurali a carico degli Stati, funzionali al rispetto dei principî di proporzionalità, di ragionevolezza e dello stesso principio democratico; obblighi sostenuti dall’esigenza di verificare la disponibilità di misure d’austerità alternative, idonee a perseguire l’interesse generale con minore sacrificio dei diritti sociali e individuali coinvolti. Nello scritto si auspica, inoltre, che, per garantire effettivamente i diritti sociali nell’ordinamento italiano, si accresca da parte dei giudici nazionali la considerazione per la Carta sociale europea e per gli apporti ermeneutici del suo organo di controllo, attraverso, ove occorra, un’inequivoca applicazione del principio della massima espansione delle tutele, che riflette l’esigenza di garantire razionalità e coesione ad un sistema di garanzie ormai internazionalmente integrato, nel quale l’ordinamento italiano si colloca ineluttabilmente. Ciò che, infine, emerge dallo scritto è che sta diventando via via inarrestabile il crescente ricorso degli individui e delle collettività alle numerose istanze di tutela, giurisdizionali e di controllo, ormai disponibili a livello regionale e mondiale: un altro modo di concepire la tutela dei diritti; un’eco inconfondibile della teoria del pluralismo giuridico e costituzionale.

La giurisprudenza del Comitato europeo dei diritti sociali al tempo della crisi economica: le decisioni concernenti la Grecia

GUIGLIA, Giovanni
2016-01-01

Abstract

In order to fully assess the role played by the European Committee of Social Rights (ECSR) during the current economic and financial crisis, the particularities that have characterized – and that still characterize – its intense activity are highlighted; particularities resulting mainly from its conclusions, in relation to the reports periodically submitted by the States, and its decisions on the merits in collective complaints submitted by the social partners and by international non-governmental organizations empowered to do so. In the study, we analyse, in particular, the ECSR decisions on the merits of five complaints concerning Greece, submitted in 2012. From these decisions result, on the one hand, the recognition and delimitation of the principle of non-regression, deduced a contrario from article 12(3) of the European Social Charter; and, on the other hand, the imposition of specific procedural obligations to the States, which are functionalised to the principles of proportionality, reasonableness and to the democratic principle itself. These obligations are supported by the requirement to verify if there are alternative austerity measures, suitable for the pursuit of the public interest with less sacrifice of the social and individual rights involved. In order to effectively guarantee social rights in Italian law, we also hope that the relevance of the European Social Charter and the hermeneutical contributions of the respective supervisory body will be enhanced by national courts, through, where necessary, a clear application of the principle of maximum expansion of protection, that reflects the need to guarantee the rationality and cohesion of an internationally integrated guarantee system, in which the Italian legal system is inevitably inserted. Lastly, this study demonstrates that the growing reliance by individuals and the community on the numerous jurisdictional and supervisory bodies already available at regional and global levels is becoming increasingly unstoppable: another way of conceiving the protection of rights; an unmistakable echo of the theory of legal and constitutional pluralism.
2016
978-88-9391-062-0
European Social Charter, European Committee of Social Rights, Collective Complaints, Greece, Principle of non-regression
Carta sociale europea, Comitato europeo dei diritti sociali, Reclami collettivi, Grecia, Principio di non regressione
Al fine di far apprezzare pienamente il ruolo del Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) nell’attuale tempo di crisi economica e finanziaria, vengono anzitutto messe in evidenza le peculiarità che ne hanno connotato – e che ne connotano – l’intensa attività; peculiarità che emergono essenzialmente dalle sue conclusioni, in ordine ai rapporti presentati periodicamente dagli Stati, e dalle sue decisioni, in merito ai reclami collettivi che gli vengono indirizzati dalle parti sociali e dalle organizzazioni internazionali non governative abilitate. Nel saggio si analizzano, in particolare, le decisioni pronunciate dal CEDS in merito a cinque reclami concernenti la Grecia, presentati nel 2012. Da tali decisioni si evincono sia il riconoscimento e la delimitazione del principio di non regressione, ricavabile a contrario dall’art. 12, § 3, della Carta sociale europea, sia l’imposizione di specifici obblighi procedurali a carico degli Stati, funzionali al rispetto dei principî di proporzionalità, di ragionevolezza e dello stesso principio democratico; obblighi sostenuti dall’esigenza di verificare la disponibilità di misure d’austerità alternative, idonee a perseguire l’interesse generale con minore sacrificio dei diritti sociali e individuali coinvolti. Nello scritto si auspica, inoltre, che, per garantire effettivamente i diritti sociali nell’ordinamento italiano, si accresca da parte dei giudici nazionali la considerazione per la Carta sociale europea e per gli apporti ermeneutici del suo organo di controllo, attraverso, ove occorra, un’inequivoca applicazione del principio della massima espansione delle tutele, che riflette l’esigenza di garantire razionalità e coesione ad un sistema di garanzie ormai internazionalmente integrato, nel quale l’ordinamento italiano si colloca ineluttabilmente. Ciò che, infine, emerge dallo scritto è che sta diventando via via inarrestabile il crescente ricorso degli individui e delle collettività alle numerose istanze di tutela, giurisdizionali e di controllo, ormai disponibili a livello regionale e mondiale: un altro modo di concepire la tutela dei diritti; un’eco inconfondibile della teoria del pluralismo giuridico e costituzionale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/959513
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