Da oltre una decina d’anni l’area su cui sorgeva l’antica abbazia di San Benedetto di Leno è stata oggetto di ricerche archeologiche estensive, dopo che dall’inizio degli anni ‘90 si erano avviate alcune prime iniziative di studio e ricerca sul sito . Il terreno su cui si trovavano un tempo le strutture del complesso monastico è stato oggetto di numerosi interventi, diretti negli anni dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, che hanno portato alla messa in luce dei resti murari degli edifici religiosi, nonché all’osservazione di numerose, altre, strutture non sempre di chiara e sicura attribuzione. La complessità stratigrafica e le vicende successive alla soppressione settecentesca della chiesa sono state già discusse in altre sedi . Basti qui ricordare come a tali interventi di demolizione seguirono le concessioni dell’area come cava di sabbia e ghiaia, con il conseguente ulteriore asporto di larga parte delle strutture e stratigrafie esistenti. Nonostante ciò una parte dei depositi risulta comunque conservata e ha, ad oggi, consentito una valutazione complessiva del sito. Attualmente l’area è di proprietà della Fondazione Dominato Leonense, nelle aree indagate sino al 2013, mentre risulta proprietà del Comune di Leno per quanto concerne le aree in corso di studio con le ricerche avviate con l’Università di Verona.

Il Monastero di Leno (Bs): indagini archeologiche (2009-2015) e prime riflessioni sul contesto di scavo

Saggioro, Fabio;
2016-01-01

Abstract

Da oltre una decina d’anni l’area su cui sorgeva l’antica abbazia di San Benedetto di Leno è stata oggetto di ricerche archeologiche estensive, dopo che dall’inizio degli anni ‘90 si erano avviate alcune prime iniziative di studio e ricerca sul sito . Il terreno su cui si trovavano un tempo le strutture del complesso monastico è stato oggetto di numerosi interventi, diretti negli anni dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, che hanno portato alla messa in luce dei resti murari degli edifici religiosi, nonché all’osservazione di numerose, altre, strutture non sempre di chiara e sicura attribuzione. La complessità stratigrafica e le vicende successive alla soppressione settecentesca della chiesa sono state già discusse in altre sedi . Basti qui ricordare come a tali interventi di demolizione seguirono le concessioni dell’area come cava di sabbia e ghiaia, con il conseguente ulteriore asporto di larga parte delle strutture e stratigrafie esistenti. Nonostante ciò una parte dei depositi risulta comunque conservata e ha, ad oggi, consentito una valutazione complessiva del sito. Attualmente l’area è di proprietà della Fondazione Dominato Leonense, nelle aree indagate sino al 2013, mentre risulta proprietà del Comune di Leno per quanto concerne le aree in corso di studio con le ricerche avviate con l’Università di Verona.
2016
archeologia medievale, archeologia dei monasteri, storia medievale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/959222
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