The dreadful Lisbon earthquake, which occurred on 1 November 1755, did not only cause an untold socio- economic devastation, but it also profoundly affected both public imagination (by undermining everyday certainties) and the savants of 18th century Europe, stimulating an intense debate (which covered the entire spectrum of points of view, ranging from the theological to the scientific). Young Kant is a clear exemplum of the interest aroused by this unprecedented seismic phenomenon amongst European thinkers of the Enlightenment: between January and April 1756, he published three brief essays entirely devoted to the scientific description of the Portuguese earthquake, essays that must be understood in the context of his studies on natural philosophy and, in particular, on the age, origin, and formation of the Earth (which were the topics of the essays of 1754 and 1755). With this paper, we aim to draw the Reader’s attention to the evolution that has characterised, in our opinion, Kant’s theses concerning the value and the benefit of the earthquakes, from the pre-critical to the critical period. We intend to focus on the Kritik der Urteilskraft (1790), in which Kant seems to exclude earthquakes from the list of catastrophic natural events, the experience of which generates the concept of dynamic sublime “wenn wir uns nur in Sicherheit befinden” (KU, AA 05: 261). Why do earthquakes have no place in this discourse? Namely, does the earthquake lose its catastrophic essence in Kant’s eyes, or is it judged to be so terrifying that it deprives man of rational thought and suppresses any glimmer of further interpretation?

Lo spaventoso sisma di Lisbona, verificatosi il 1° novembre 1755, non comportò solo incalcolabili devastazioni sul piano socio-economico, ma andò a colpire profondamente tanto l’immaginario popolare (minandone le certezze quotidiane), quanto i savants dell’Europa settecentesca, stimolando un’intensa riflessione (che coprì l’intero spettro dei punti di vista, da quello teologico, a quello scientifico). Il giovane Kant è chiaro exemplum dell’interesse suscitato dall’eccezionale fenomeno tellurico presso gli illuministi: tra il gennaio e l’aprile del 1756, egli dette alle stampe tre brevi saggi interamente dedicati alla descrizione scientifica del terremoto portoghese, saggi che si inseriscono nel contesto degli studi del pensatore di Königsberg riguardanti la filosofia della natura e, nello specifico, l’età, l’origine e la costituzione della terra (oggetto dei saggi del 1754 e del 1755). Con il presente lavoro, si intende portare all’attenzione del lettore quella che pare essere una precisa evoluzione della concezione dell’utilità del terremoto, nel passaggio dal periodo pre-critico a quello critico, in particolare nella Kritik der Urteilskraft (1790). Qui l’Autore pare escludere il terremoto dall’elenco degli eventi naturali catastrofici la cui esperienza, “se ci troviamo al sicuro”, genera nell’uomo il concetto di sublime dinamico (KU, AA 05: 261). Quali sono le ragioni per cui il terremoto non trova spazio in questo discorso? Il sisma perde cioè i caratteri di catastrofe agli occhi di Kant, oppure è giudicato così terrificante da togliere ogni razionalità all’uomo e impedire ogni spiraglio interpretativo?

Se non esistese un luogo dove stare al sicuro? Terremoto e sublime: dagli scritti pre-critici alla Kritik der Urteilskraft

POGGI, Davide;CARAMEL, NICCOLÒ
2016-01-01

Abstract

The dreadful Lisbon earthquake, which occurred on 1 November 1755, did not only cause an untold socio- economic devastation, but it also profoundly affected both public imagination (by undermining everyday certainties) and the savants of 18th century Europe, stimulating an intense debate (which covered the entire spectrum of points of view, ranging from the theological to the scientific). Young Kant is a clear exemplum of the interest aroused by this unprecedented seismic phenomenon amongst European thinkers of the Enlightenment: between January and April 1756, he published three brief essays entirely devoted to the scientific description of the Portuguese earthquake, essays that must be understood in the context of his studies on natural philosophy and, in particular, on the age, origin, and formation of the Earth (which were the topics of the essays of 1754 and 1755). With this paper, we aim to draw the Reader’s attention to the evolution that has characterised, in our opinion, Kant’s theses concerning the value and the benefit of the earthquakes, from the pre-critical to the critical period. We intend to focus on the Kritik der Urteilskraft (1790), in which Kant seems to exclude earthquakes from the list of catastrophic natural events, the experience of which generates the concept of dynamic sublime “wenn wir uns nur in Sicherheit befinden” (KU, AA 05: 261). Why do earthquakes have no place in this discourse? Namely, does the earthquake lose its catastrophic essence in Kant’s eyes, or is it judged to be so terrifying that it deprives man of rational thought and suppresses any glimmer of further interpretation?
2016
Kant, Earthquake, Natural Catastrophes, Lisbon, History of Seismology, Dynamic Sublime, Theodicy, Leibniz, Rousseau
Kant, Terremoto, Catastrofi naturali, Lisbona, Storia della sismologia, Sublime dinamico, Teodicea, Leibniz, Rousseau
Lo spaventoso sisma di Lisbona, verificatosi il 1° novembre 1755, non comportò solo incalcolabili devastazioni sul piano socio-economico, ma andò a colpire profondamente tanto l’immaginario popolare (minandone le certezze quotidiane), quanto i savants dell’Europa settecentesca, stimolando un’intensa riflessione (che coprì l’intero spettro dei punti di vista, da quello teologico, a quello scientifico). Il giovane Kant è chiaro exemplum dell’interesse suscitato dall’eccezionale fenomeno tellurico presso gli illuministi: tra il gennaio e l’aprile del 1756, egli dette alle stampe tre brevi saggi interamente dedicati alla descrizione scientifica del terremoto portoghese, saggi che si inseriscono nel contesto degli studi del pensatore di Königsberg riguardanti la filosofia della natura e, nello specifico, l’età, l’origine e la costituzione della terra (oggetto dei saggi del 1754 e del 1755). Con il presente lavoro, si intende portare all’attenzione del lettore quella che pare essere una precisa evoluzione della concezione dell’utilità del terremoto, nel passaggio dal periodo pre-critico a quello critico, in particolare nella Kritik der Urteilskraft (1790). Qui l’Autore pare escludere il terremoto dall’elenco degli eventi naturali catastrofici la cui esperienza, “se ci troviamo al sicuro”, genera nell’uomo il concetto di sublime dinamico (KU, AA 05: 261). Quali sono le ragioni per cui il terremoto non trova spazio in questo discorso? Il sisma perde cioè i caratteri di catastrofe agli occhi di Kant, oppure è giudicato così terrificante da togliere ogni razionalità all’uomo e impedire ogni spiraglio interpretativo?
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