In this paper, I aim to underline that the problematic background of John Locke’s Essay concerning Human Understanding is not only tied to the relationship between ideas and words with regard to issue of knowledge (which results in a philosophy of communication as a philosophy of language and is then adopted and developed, in particular, by Condillac – but in a perspective which is far from Locke’s original theory), but also to specific rules which must guide communication in an ethical sense. These rules operate on two levels: on the one hand, within the context of the logico-semiotic approach to communication (according to which the act of communication is the mere construction of verbal propositions that stand for the speaker’s internal conceptions and excite them in others), they develop the Cartesian ideal of clarity and distinctness of ideas taken up after reading Port-Royal Logique; on the other hand, they do not propose any moral system, which one ought to adhere to, but the ideal of an inquiry which is true, antidogmatic, and unanimous, too (where the concepts of friendship and tolerance play a central role), a path without end towards truth which arises from the idea of “searching for truth” itself.

Quello che mi propongo di portare all’attenzione con questo saggio è il fatto che lo sfondo problematico dell’Essay non è rappresentato solo dal rapporto tra ideas e words in relazione alla questione della conoscenza (che dà luogo a quella filosofia della comunicazione la quale è, in ultima analisi, una filosofia del linguaggio e sarà ripresa e sviluppata, in particolar modo, da Condillac – ma in una direzione ben più che lockiana), ma anche una precisa concezione delle norme che devono guidare la comunicazione in una prospettiva etica. Tali norme operano su due fronti: da un lato, rimanendo nel contesto dell’approccio logico-semeiotico alla comunicazione (per cui quest’ultima consiste nella costruzione di verbal propositions che indicano/evocano negli altri le internal conceptions dell’emittente) e sviluppando l’ideale cartesiano della chiarezza e della distinzione delle idee recepito attraverso la preziosa mediazione della Logique di Port-Royal; dall’altro, proponendo non un sistema di morale cui attenersi nell’ambito della ricerca filosofica, ma l’ideale di un’indagine autentica, antidogmatica e condivisa, un’inesausta approssimazione alla verità (dove i concetti di friendship e di tolerance rivestono un ruolo importante) che nasca dal concetto stesso di “ricerca del vero”.

“For ‘tis Truth alone I seek, and that will always be welcome to me, when or from whencesoever it comes”: ricerca della verità ed etica della comunicazione in John Locke

POGGI, Davide
2016-01-01

Abstract

In this paper, I aim to underline that the problematic background of John Locke’s Essay concerning Human Understanding is not only tied to the relationship between ideas and words with regard to issue of knowledge (which results in a philosophy of communication as a philosophy of language and is then adopted and developed, in particular, by Condillac – but in a perspective which is far from Locke’s original theory), but also to specific rules which must guide communication in an ethical sense. These rules operate on two levels: on the one hand, within the context of the logico-semiotic approach to communication (according to which the act of communication is the mere construction of verbal propositions that stand for the speaker’s internal conceptions and excite them in others), they develop the Cartesian ideal of clarity and distinctness of ideas taken up after reading Port-Royal Logique; on the other hand, they do not propose any moral system, which one ought to adhere to, but the ideal of an inquiry which is true, antidogmatic, and unanimous, too (where the concepts of friendship and tolerance play a central role), a path without end towards truth which arises from the idea of “searching for truth” itself.
2016
communication ethics, language, philosophy of communication, rhetoric, friendship, toleration, commonwealth of learning, fairness, indifferency, Locke
etica della comunicazione, linguaggio, retorica, amicizia, filosofia della comunicazione, tolleranza, repubblica delle lettere, equità, indifferenza, Locke
Quello che mi propongo di portare all’attenzione con questo saggio è il fatto che lo sfondo problematico dell’Essay non è rappresentato solo dal rapporto tra ideas e words in relazione alla questione della conoscenza (che dà luogo a quella filosofia della comunicazione la quale è, in ultima analisi, una filosofia del linguaggio e sarà ripresa e sviluppata, in particolar modo, da Condillac – ma in una direzione ben più che lockiana), ma anche una precisa concezione delle norme che devono guidare la comunicazione in una prospettiva etica. Tali norme operano su due fronti: da un lato, rimanendo nel contesto dell’approccio logico-semeiotico alla comunicazione (per cui quest’ultima consiste nella costruzione di verbal propositions che indicano/evocano negli altri le internal conceptions dell’emittente) e sviluppando l’ideale cartesiano della chiarezza e della distinzione delle idee recepito attraverso la preziosa mediazione della Logique di Port-Royal; dall’altro, proponendo non un sistema di morale cui attenersi nell’ambito della ricerca filosofica, ma l’ideale di un’indagine autentica, antidogmatica e condivisa, un’inesausta approssimazione alla verità (dove i concetti di friendship e di tolerance rivestono un ruolo importante) che nasca dal concetto stesso di “ricerca del vero”.
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