Dai risultati ottenuti si evidenzia come il riscontro di una migliore prestazione motoria in fase acuta di ictus cerebrale correli significativamente con un minore sviluppo di ipertonia muscolare a carico dei diversi distretti articolari dell’arto inferiore ad un anno di distanza dall’evento ictale. Da un esame della letteratura emerge come bassi punteggi ottenuti alle scale di valutazione per l’outcome motorio in fase acuta di ictus si associno ad una maggiore probabilità di sviluppare spasticità nelle fasi successive di malattia3,4,8. Nel presente studio sono stati utilizzati per la valutazione clinica i sub-items relativi all’arto inferiore dell’ESS in cui, a differenza delle scale di valutazione utilizzate in precedenti studi3,4 viene richiesta al paziente l’esecuzione attiva di semplici compiti motori, quali la flessione dell’anca sul bacino e la dorsiflessione di caviglia che possono essere facilmente valutati dal clinico, entrando così a far parte della metodica di valutazione quotidiana. È importante sottolineare come la presenza di spasticità a carico di un particolare distretto articolare si associ in modo significativo allo sviluppo di ipertono a carico delle altre articolazioni del medesimo arto. A tale proposito emerge dalla letteratura come la presenza delle sinergie di movimento (descritte da Brunnstrom), nel primo periodo di malattia, correli con la presenza di spasticità e conseguentemente con la disabilità dei pazienti affetti da esiti di ictus cerebrale9. È quindi fondamentale possedere degli strumenti di valutazione clinica in grado di individuare in modo affidabile i soggetti che più facilmente andranno incontro allo sviluppo di spasticità al fine di definire ed instaurare precocemente un percorso riabilitativo che comprenda trattamenti mirati sia di tipo farmacologico che fisioterapico. Il presente studio ha evidenziato come la presenza di un deficit stenico riscontrato all’arto inferiore entro una settimana dall’ictus correli significativamente con lo sviluppo di ipertonia muscolare a distanza di un anno. È quindi possibile proporre la flessione d’anca e la dorsiflessione attiva di caviglia come dei validi indici predittivi di sviluppo della spasticità all’arto inferiore nel paziente in fase acuta di ictus. Ulteriori studi su campioni più ampi di soggetti sono necessari per giungere a conclusioni più certe.

Relazione tra deficit di forza in fase acuta e sviluppo di spasticità all’arto inferiore nell’ictus cerebrale

PICELLI, Alessandro;SMANIA, Nicola
2008-01-01

Abstract

Dai risultati ottenuti si evidenzia come il riscontro di una migliore prestazione motoria in fase acuta di ictus cerebrale correli significativamente con un minore sviluppo di ipertonia muscolare a carico dei diversi distretti articolari dell’arto inferiore ad un anno di distanza dall’evento ictale. Da un esame della letteratura emerge come bassi punteggi ottenuti alle scale di valutazione per l’outcome motorio in fase acuta di ictus si associno ad una maggiore probabilità di sviluppare spasticità nelle fasi successive di malattia3,4,8. Nel presente studio sono stati utilizzati per la valutazione clinica i sub-items relativi all’arto inferiore dell’ESS in cui, a differenza delle scale di valutazione utilizzate in precedenti studi3,4 viene richiesta al paziente l’esecuzione attiva di semplici compiti motori, quali la flessione dell’anca sul bacino e la dorsiflessione di caviglia che possono essere facilmente valutati dal clinico, entrando così a far parte della metodica di valutazione quotidiana. È importante sottolineare come la presenza di spasticità a carico di un particolare distretto articolare si associ in modo significativo allo sviluppo di ipertono a carico delle altre articolazioni del medesimo arto. A tale proposito emerge dalla letteratura come la presenza delle sinergie di movimento (descritte da Brunnstrom), nel primo periodo di malattia, correli con la presenza di spasticità e conseguentemente con la disabilità dei pazienti affetti da esiti di ictus cerebrale9. È quindi fondamentale possedere degli strumenti di valutazione clinica in grado di individuare in modo affidabile i soggetti che più facilmente andranno incontro allo sviluppo di spasticità al fine di definire ed instaurare precocemente un percorso riabilitativo che comprenda trattamenti mirati sia di tipo farmacologico che fisioterapico. Il presente studio ha evidenziato come la presenza di un deficit stenico riscontrato all’arto inferiore entro una settimana dall’ictus correli significativamente con lo sviluppo di ipertonia muscolare a distanza di un anno. È quindi possibile proporre la flessione d’anca e la dorsiflessione attiva di caviglia come dei validi indici predittivi di sviluppo della spasticità all’arto inferiore nel paziente in fase acuta di ictus. Ulteriori studi su campioni più ampi di soggetti sono necessari per giungere a conclusioni più certe.
2008
Spasticità, riabilitazione, ictus.
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