La disfagia orofaringea, intesa come difficoltà del passaggio del bolo alimentare nelle strutture oro-faringee, ha un incidenza tra il 30-47% nei pazienti affetti da esiti di ictus cerebrale (Finestone, 2000; Burlato et al., 2003).Essa è più frequente nella prima settimana dopo l’evento ictale (29%-64%), e la sua incidenza diminuisce progressivamente nella seconda-terza settimana (47%) per ridursi al 17% a due-quattro mesi dall’evento acuto (Maronian N et al., 2003). Le complicanze più usuali a cui possono andare incontro i pazienti con disfagia sono la disidratazione, la malnutrizione e la polmonite da aspirazione (Westergren et al., 2001). Tali complicanze possono ostacolare i tempi e la qualità del recupero funzionale e motorio dei pazienti. Ne consegue l’importanza di una valutazione clinico-strumentale precoce (già in fase sub-acuta) da parte di un’equipe multiprofessionale, al fine di prevenire le possibili complicanze e garantire una migliore prognosi. Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare l’effetto del trattamento riabilitativo precoce sull’outcome di un gruppo di pazienti disfagici secondariamente ad ictus.
La disfagia nell’Ictus: analisi della nostra esperienza clinica.
GANDOLFI, MariaLuisa;FIASCHI, Antonio;GAMBARIN, Mattia;VANGELISTA, Antonella;TINAZZI, Michele;MORETTO, Giuseppe;BOVI, PAOLO;SMANIA, Nicola
2005-01-01
Abstract
La disfagia orofaringea, intesa come difficoltà del passaggio del bolo alimentare nelle strutture oro-faringee, ha un incidenza tra il 30-47% nei pazienti affetti da esiti di ictus cerebrale (Finestone, 2000; Burlato et al., 2003).Essa è più frequente nella prima settimana dopo l’evento ictale (29%-64%), e la sua incidenza diminuisce progressivamente nella seconda-terza settimana (47%) per ridursi al 17% a due-quattro mesi dall’evento acuto (Maronian N et al., 2003). Le complicanze più usuali a cui possono andare incontro i pazienti con disfagia sono la disidratazione, la malnutrizione e la polmonite da aspirazione (Westergren et al., 2001). Tali complicanze possono ostacolare i tempi e la qualità del recupero funzionale e motorio dei pazienti. Ne consegue l’importanza di una valutazione clinico-strumentale precoce (già in fase sub-acuta) da parte di un’equipe multiprofessionale, al fine di prevenire le possibili complicanze e garantire una migliore prognosi. Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare l’effetto del trattamento riabilitativo precoce sull’outcome di un gruppo di pazienti disfagici secondariamente ad ictus.File | Dimensione | Formato | |
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