Il ruolo svolto dall’adulto nello sviluppo comunicativo-linguistico del bambino, ampiamente documentato in letteratura, viene riconosciuto come dipendente dalla qualità dell’input linguistico e del supporto offerto dall’adulto nell’interazione. Questi elementi appaiono ancora più importanti quando, in presenza di predisposizioni biologiche più fragili ‒come nel caso dello sviluppo atipico e a rischio‒ tende ad aumentare la sensibilità all’influenza ambientale (Karmiloff-Smith, 2009); al riguardo, evidenze empiriche mostrate per i bambini con disturbo specifico del linguaggio hanno condotto all’ipotesi che la produzione linguistica di questi bambini sia altamente dipendente dall’input nell’interazione (Riches et al., 2006). Tuttavia, risultati contrastanti prodotti da studi diversi appaiono difficilmente confrontabili data la multidimensionalità del costrutto di ’input’ e in particolare ‘supporto’ offerto dall’adulto, e la conseguente varietà di operazionalizzazioni e misure che si concentrano su dimensioni diverse di tale costrutto. Basti pensare all’accento posto sulla dimensione comunicativo-linguistica dello scaffolding che, pur nell’ambito della “pragmatic view of input” (Hoff & Naigles, 2002), viene misurata in forma di funzioni comunicative (Longobardi, 1992, 2015; Snow, 1995), ‘joint attention’ (Aktar & Tomasello, 2000), contingenza/’follow’ (D’Odorico et al., 1999); oppure, diversamente, all’accento posto sulla dimensione più strettamente relazionale-affettiva, misurata in forma di ‘sensibilità materna’ (Ainsworth, 1969) o, più recentemente, ‘disponibilità emotiva’ (Biringen, 2000) e ‘mind-mindedness’ (Meins & Fernyhough, 1999). Una consistente varietà di interpretazioni e misure si ritrova nell’analisi degli effetti del supporto dell’adulto, valutati su dimensioni diverse in tempi diversi (coinvolgimento e produzione linguistica del bambino nel tempo-reale dell’interazione vs. outcomes linguistici rilevati a distanze temporali di diversa entità, con controllo di variabili differenti). Il simposio si propone di offrire uno spazio di confronto su queste questioni metodologiche e, al tempo stesso, presentare nuovi dati di ricerca su caratteristiche e impatto del supporto dell’adulto in popolazioni atipiche e a rischio, attraverso quattro contributi. Il primo (Coppola et al) si concentra sulla dimensione di mind-mindedness dell’input materno, mostrandone la predittività delle abilità linguistiche di bambini prematuri; il secondo (Majorano et al) sugli aspetti pragmatici del supporto e l’impatto sulla produzione linguistica nell’interazione di bambini con impianto cocleare; il terzo (Zampini & Colombo) e il quarto (Venuti et al) contributo utilizzano un’analisi funzionale che riunisce dimensioni affettive e informative dell’input per focalizzarsi, rispettivamente, su cambiamenti/stabilità dell’input rivolto a bambini con sindrome di Down, e confronto degli stili comunicativi di madri e padri di bambini con Disturbo dello Spettro Autistico, sindrome di Down e sviluppo tipico.
Quale supporto dell'adulto nello sviluppo comunicativo-linguistico atipico e a rischio? Quali effetti?
LAVELLI, Manuela
2016-01-01
Abstract
Il ruolo svolto dall’adulto nello sviluppo comunicativo-linguistico del bambino, ampiamente documentato in letteratura, viene riconosciuto come dipendente dalla qualità dell’input linguistico e del supporto offerto dall’adulto nell’interazione. Questi elementi appaiono ancora più importanti quando, in presenza di predisposizioni biologiche più fragili ‒come nel caso dello sviluppo atipico e a rischio‒ tende ad aumentare la sensibilità all’influenza ambientale (Karmiloff-Smith, 2009); al riguardo, evidenze empiriche mostrate per i bambini con disturbo specifico del linguaggio hanno condotto all’ipotesi che la produzione linguistica di questi bambini sia altamente dipendente dall’input nell’interazione (Riches et al., 2006). Tuttavia, risultati contrastanti prodotti da studi diversi appaiono difficilmente confrontabili data la multidimensionalità del costrutto di ’input’ e in particolare ‘supporto’ offerto dall’adulto, e la conseguente varietà di operazionalizzazioni e misure che si concentrano su dimensioni diverse di tale costrutto. Basti pensare all’accento posto sulla dimensione comunicativo-linguistica dello scaffolding che, pur nell’ambito della “pragmatic view of input” (Hoff & Naigles, 2002), viene misurata in forma di funzioni comunicative (Longobardi, 1992, 2015; Snow, 1995), ‘joint attention’ (Aktar & Tomasello, 2000), contingenza/’follow’ (D’Odorico et al., 1999); oppure, diversamente, all’accento posto sulla dimensione più strettamente relazionale-affettiva, misurata in forma di ‘sensibilità materna’ (Ainsworth, 1969) o, più recentemente, ‘disponibilità emotiva’ (Biringen, 2000) e ‘mind-mindedness’ (Meins & Fernyhough, 1999). Una consistente varietà di interpretazioni e misure si ritrova nell’analisi degli effetti del supporto dell’adulto, valutati su dimensioni diverse in tempi diversi (coinvolgimento e produzione linguistica del bambino nel tempo-reale dell’interazione vs. outcomes linguistici rilevati a distanze temporali di diversa entità, con controllo di variabili differenti). Il simposio si propone di offrire uno spazio di confronto su queste questioni metodologiche e, al tempo stesso, presentare nuovi dati di ricerca su caratteristiche e impatto del supporto dell’adulto in popolazioni atipiche e a rischio, attraverso quattro contributi. Il primo (Coppola et al) si concentra sulla dimensione di mind-mindedness dell’input materno, mostrandone la predittività delle abilità linguistiche di bambini prematuri; il secondo (Majorano et al) sugli aspetti pragmatici del supporto e l’impatto sulla produzione linguistica nell’interazione di bambini con impianto cocleare; il terzo (Zampini & Colombo) e il quarto (Venuti et al) contributo utilizzano un’analisi funzionale che riunisce dimensioni affettive e informative dell’input per focalizzarsi, rispettivamente, su cambiamenti/stabilità dell’input rivolto a bambini con sindrome di Down, e confronto degli stili comunicativi di madri e padri di bambini con Disturbo dello Spettro Autistico, sindrome di Down e sviluppo tipico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.