Il centenario della prima guerra mondiale (1915-1918) riconsegna al dibattito pubblico un oggetto culturale che sembrava sopito, quasi dimenticato: le forme della memoria pubblica di quell’evento. A differenza di altri eventi catastrofici che hanno segnato la storia dell’Italia e dell’Europa del Novecento, la Grande Guerra appare, per certi versi, consegnata a pratiche memoriali prive di conflitti politici e valenze ideologiche. Si tratta di un evento lontano nel tempo, i cui testimoni diretti sono ormai definitivamente scomparsi e le cui pratiche memoriali appaiono altamente istituzionalizzate e condivise; e poco sentite. Eppure, la prima guerra mondiale ha costituito per molti versi e a vari livelli un trauma epocale. Su questi fondamenti, appare interessante provare a osservare alcune forme della memoria pubblica di quell’evento attraverso il paradigma concettuale del trauma culturale elaborato nell’ambito della sociologia culturale americana. L’ipotesi che regge questo lavoro è che la Grande Guerra abbia costituito un trauma in cui le forme memoriali che sono state elaborate per ricordarlo abbiano contribuito ampiamente alla sua elaborazione, al disinnesco dei potenziali destabilizzanti che lo abitavano e alla sua «musealizzazione». In questo senso, le forme memoriali che si sono via via sedimentate nel tempo hanno progressivamente trasformato la narrazione di quell’evento fino a renderla oggi una memoria ampiamente routinizzata e, per certi versi, persino dai tratti favolistici.

«Mormora calma e placida». Forme della memoria della prima guerra mondiale nel discorso pubblico italiano

MIGLIORATI, Lorenzo
2016-01-01

Abstract

Il centenario della prima guerra mondiale (1915-1918) riconsegna al dibattito pubblico un oggetto culturale che sembrava sopito, quasi dimenticato: le forme della memoria pubblica di quell’evento. A differenza di altri eventi catastrofici che hanno segnato la storia dell’Italia e dell’Europa del Novecento, la Grande Guerra appare, per certi versi, consegnata a pratiche memoriali prive di conflitti politici e valenze ideologiche. Si tratta di un evento lontano nel tempo, i cui testimoni diretti sono ormai definitivamente scomparsi e le cui pratiche memoriali appaiono altamente istituzionalizzate e condivise; e poco sentite. Eppure, la prima guerra mondiale ha costituito per molti versi e a vari livelli un trauma epocale. Su questi fondamenti, appare interessante provare a osservare alcune forme della memoria pubblica di quell’evento attraverso il paradigma concettuale del trauma culturale elaborato nell’ambito della sociologia culturale americana. L’ipotesi che regge questo lavoro è che la Grande Guerra abbia costituito un trauma in cui le forme memoriali che sono state elaborate per ricordarlo abbiano contribuito ampiamente alla sua elaborazione, al disinnesco dei potenziali destabilizzanti che lo abitavano e alla sua «musealizzazione». In questo senso, le forme memoriali che si sono via via sedimentate nel tempo hanno progressivamente trasformato la narrazione di quell’evento fino a renderla oggi una memoria ampiamente routinizzata e, per certi versi, persino dai tratti favolistici.
2016
Memoria collettiva, Pratiche culturali, Prima guerra mondiale
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